Prendere una figlia (l’ineffabile Pupina) che, nel mese di Aprile della quinta liceo, decide di andare a finire l’anno in Spagna , cambiando scuola, programmi, lingua e professori.
Ad Aprile della quinta.
Prendere una madre (Lia de’ Costernatis) che insegna spagnolo a Milano.
Constatare (non è un’impresa titanica) che la figlia, in Spagna, deve studiare giustappunto quello che la madre insegna da sempre a Milano.
Prendere quindi un telefono e riversarci dentro per ore, con cura e senza agitarsi troppo, i due ingredienti principali, madre e figlia, fino ad ottenere un travaso completo di tutto il teatro di Lorca dalla zucca dell’ingrediente “madre” fino alla zucchetta dell’ingrediente “figlia”.
Dirigersi infine con determinazione verso la banca più vicina, accendere un mutuo e stabilire comode rate per il pagamento della bolletta del telefono.
Ma vuoi mettere la soddisfazione?
Bando alla banalità!
Perchè fare in modo semplice, attorno al tavolo della cucina di casa, quello che si può fare in modo molto più complicato e costoso a 1500 kilometri di distanza e in chiamata internazionale?
Non ci voglio pensare, a quanto mi costerà tutto questo. No, non ci voglio proprio pensare.
maval? che ‘sta cosa ti diverte da matti.
Vuoi mettere avere una vita internazionale (aspetta di vedere le bollette quando tu starai al Cairo, tua figlia a Madrid, e il povero Fant a Bolzano, roba da tagliarsi le vene) piuttosto che vivere in quel di Berlusconi City, senza il rumore del traffico e avendo solo il laghetto con le paperelle?
Pensa a me invece che mi devo scarrozzare in Canarie 8 persone di cui tre con le mogli (che non ho mai capito perch? un manager decide di fare un viaggio di lavoro di 5 giorni e si porta dietro la moglie) e che mi hanno gi? chiesto di fargli mangiare il pesce buono. Roba che la sera li metto su un taxi, con l’indirizzo del ristorante su un bigliettino e li mando affanculo.
Questa ? vita.
Parola di Giancuzzo tuo.
Gi?…
Aspetta che riesca a portare il mio tondeggiante sedere in terra cairota, e ti assicuro che mi sentir? l’essere pi? deliziosamente cosmopolita dell’universo.
Al momento, mi sento un’idiota tra le paperelle del laghetto.
E questo non mi fa bene, no.
(Ma lo sai che non trovo lavoro…?? Non mi calcola nessuno, non mi calcola.)