Mentre mezzo mondo si scervella sui modi più efficaci per combattere il terrorismo su scala planetaria, io mi pongo la stessa, identica domanda.
In piccolo.
E, visto che la gente che gira sui blog -persino sui blog grandissimi- ha poca influenza su scala planetaria, perchè non cogliere l’occasione per farsi venire una buona idea su uno scenario più ridotto?
Penso soprattutto a quelli che, quando si tratta di pensare in grande -in enorme, anzi- sembrano avere le idee chiarissime.
Mi spiego.
Io ho i miei cento giovani arabi, provenienti dalla zona più difficile dell’Egitto, che vivono -molto intensamente- il loro spirito di partecipazione sociale su un filo che va dalla Palestina all’Iraq.
Ragionando in termini del tutto astratti, non mi pare statisticamente impossibile che, in questi giorni, qualcuno di loro si stia sentendo seriamente tentato di trasformare questo spirito in un impegno concreto.
E nemmeno mi pare così impossibile che il passare alle vie di fatto (arruolandosi in Iraq, armandosi altrove o cose simili) sia una delle opzioni che possano saltare in mente a un ragazzo.
Queste cose succedono e, in passato, sono già successe. Anche lì.
Ora: io voglio bene ai miei ragazzi.
Li rispetto anche molto, ché è gente che studia e che riesce a conciliare perfettamente un’enorme passionalità e vitalità con un comportamento in classe che definire esemplare è dire poco.
Ogni cosa che fanno è un prepararsi alla vita, e non ho nessuna voglia di vederli farsi del male. Proprio nessuna.
La mia domanda, quindi, è tutt’altro che retorica.
E’ proprio autentica, sentita e desiderosa di una risposta percorribile.
Ed è questa: ma io quale alternativa potrei proporre, a un ipotetico studente che mi manifestasse simili intenzioni?
Vorrei anticipare qualche possibile risposta.
1. “Lotta per la democrazia, piuttosto.”
Già, ma come?
L’Egitto, per esempio, come altri paesi arabi dall’imperfetto sistema democratico, è sponsorizzato da USA e Arabia Saudita felicemente alleati.
Si rischia il paradosso di dover lottare per la democrazia contro gli USA che lottano per la democrazia, e torniamo al punto di partenza. Sarebbe un consiglio abbastanza sovversivo, ecco.
Perchè, poi, questi ragazzi la vogliono eccome, la democrazia.
Per decidere, democraticamente, di correre in soccorso della Palestina e per decidere, altrettanto democraticamente, cosa farsene delle proprie risorse (tipo il petrolio) e dei relativi proventi.
Io non riesco proprio a convincerli, del fatto che la democrazia sia fare un po’ più di sesso e poco altro.
Per loro, ‘democrazia’ è un governo che rappresenti la volontà della maggioranza del paese.
Prendi l’Iraq, per esempio: da me, studenti e professori ritengono poco probabile che gli iracheni possano democraticamente decidere di vendere agli USA, a soli 4 dollari, un barile di petrolio che ne vale 38, se ricordo bene. In Iraq, per loro, c’è quindi un paese che ne sta derubando, a mano armata, un altro. Punto.
“Lottare per la democrazia”, di conseguenza, da queste parti ha un significato concreto che finirebbe per dare ragione all’ipotetico studente che io, invece, vorrei dissuadere.
2. “Lascia perdere i destini del mondo, adesso. Pensa a te stesso e alla tua vita e, quando sarai ricco e influente, potrai svolgere un ruolo sociale ben più utile.”
Questo è uno di quei discorsi che possono fare presa, in effetti.
Però, ancora, come?
Questo paese ha subito una svalutazione impressionante, la disoccupazione è alle stelle, la corruzione foraggiata da noi simpaticoni è altissima. Per tornare al nostro caso concreto, l’Italia non dà borse di studio agli studenti egiziani e la Spagna, con Aznar, le ha dimezzate.
Rimarrebbe l’emigrazione, ma le ambasciate occidentali non concedono visti e credo che, dalle vostre parti, si cerchi di sparare a chi tenta di arrivare facendone a meno.
Io non ho molta voglia di dire belle parole retoriche, al mio ipotetico studente.
3. “Convinciti: USA e Israele hanno ragione, voi siete dei fanatici integralisti, i palestinesi non dovrebbero essere lì ed è giusto che l’Iraq venga indirizzato a suon di bombe. Collabora, piuttosto.”
Sto cercando di immaginare che faccia farebbero TUTTI i miei studenti se gli facessi un discorso simile.
Penserebbero che, da brava occidentale, faccio colazione con la fiaschetta di Chianti.
4. “Abbi paura. Loro sono più forti. Subisci in silenzio, non puoi fare nulla.”
Ecco.
Sapete che, questa, è l’unica cosa onesta che io potrei dirgli, al mio ipotetico studente?
Solo che non serve.
Un ragazzo di vent’anni (un tipo che studia, tosto, pieno di ideali e di voglia di giustizia ecc.) non lo convinci, con un discorso simile.
Tutt’altro, temo.
Rimane il fatto che a me potrebbe pure capitare, di dover dire qualcosa a qualcuno.
E, giuro su quello che ho di più caro, io non desidero altro che trovare qualcosa di efficace da dire.
Può darsi che, da qui, le circostanze mi stiano impedendo di vedere gli argomenti giusti.
Se qualcuno ne ha, si faccia pure avanti.
Gliene sarò grata.
Scrivo di getto la prima cosa che ho pensato, anche se, ovviamnete, la tua ? una domanda difficile ed importante.
Potresti dirgli che il terrorismo si combatte esattamente come state facendo tu ed i tuoi studenti: con il dialogo, il rispetto e nella certezza che l’arricchimento reciproco sta proprio nella possibilit? di un confronto tra differenze culturali, sociali, religiose, ecc. Proprio quello che ogni terrorismo intende eliminare.
Scusami ancora se non ho dedicato molto tempo ad una risposta che merita maggiore attenzione, ma volevo gi? da adesso lasciare un piccolo contributo alla riflessione.
Complimenti per il Blog.
Saluti e buon lavoro.
Massimo
Arrivo in questo blog portato dal link di Mantellini. E c’? qualcosa che non mi torna. Prima di tutti i link troppo uniformemente orientati. Poi gli archivi che partono addirittura dal marzo 2002…senza aver mai sentito parlare di questo blog. Tante stranezze. Vorrei capire, prima di parlare. Ove possibile. Grazie.
Non volevo essere scortese. Sono solo cauto. Non vorrei ritrovarmi da quindici giorni qualcuno che mi spernacchia dietro per aver dato credito a un blog che si presenta come strainteressante (ed anche dui pi?) ma che magari (dico magari) nasconde un trucco qualunque esso sia. Non sarebbe laprima volta. Se invece sei una specie di Salam Pax, come sembra, ti chieder? umilmente e pubblicamente scusa. Intanto per seguirti ti ho messa tra i miei link. Chi sono io? Pietro Busalacchi, siciliano quasi 40 enne trapiantato a Modena da nove anni, con il vezzo dei blog da un paio d’anni. Niente nick, niente trucchi niente inganni, apro e chiudo blog, come mi rimprovera sempre il buon Leonardo, e per adesso sono armi e bagagli nelle mie Terre (terredipietro.com). Ti ripeto se i miei dubbi, come spero si riveleranno infondati, ringrazier? Mantellini per avermi dato la possibilit? di scoprirti e te per non avermi mandato a quel paese (spero…).
Curioso. Due volte curioso.
Intendo dire che a me -in questo non essendo d’accordo con l’amico Pietro- poco mi importa cosa ci sia… “dietro un Blog”: mi pu? interessare o meno invece quello che viene scritto. Poco rilevante poi il fatto cheparecchi mesi fa ero arrivato qui, ben prima di pi? recenti segnalazioni. [e non approfondisco le implicazioni di questa curiosit?…]
Ma ? una seconda cosa ad essere ancora pi? curiosa, sempre a mio avviso. E cio? che questo “scambio” tra Lia e Pietro mi ricorda alcune diffidenze, alcune necessit? di… “capire” prima di scambiare opinioni con “altri” che mi sembrano tutt’altro che estranee al tema proposto. O sbaglio? ;-)
Cari saluti
Massimo
[e nessun scrupolo a correggere il “a me mi” -anche se mimetizzato dall’inciso- mi raccomando! ;-)]
non ho parole ma solo dubbi (come potrebbe essere altrimenti) nel mio piccolo piccolissimo mondo occidentale proprio su questo ragionavo. non siamo fautori di niente. ognuno individualmente fa le sue scelte. rimane solo il dialogare, studiare, cercare di capire, ragionare. un fortissimo abbraccio
Uno dei post pi? lucidi e disillusi che ho letto negli ultimi tempi. Davvero non saprei come aiutarti. Se capitasse a me, alla fine sceglierei l’opzione 1, confidando nell’ottimismo della volont?: studiare, formarsi una cultura, diffonderla a chi non pu? studiare, dedicarsi alla causa e cercare nuove forme di dissenso e di evoluzione della lotta che non passino esclusivamente attraverso l’immolarsi per una causa.
Ma mi sa che ? un processo che pu? impiegare una vita intera a realizzarsi.
In ogni caso, pi? leggo cose di questo genere, pi? mi rendo conto che qui in Europa fanno di tutto per non farci capire niente del “problema islamico” (uso le virgolette per prendere le distanze dall’espressione utilizzata).
Un tentativo di risposta potrebbe essere quello che i propri sogni (di giustizia ecc), le idee e le utopie non sono insignificanti e senza effetto. Sono esistenti e si materializzeranno primo o dopo (purtroppo ho paura dopo) per forza, se non vengono abbandonati.
In questa sfera dei pensieri e delle idee siamo liberi.
visto che ho sbagliato link copio-incollo il commento che ho messo l? e volevo mettere qua :))
io personalmente gli consiglierei di studiare come hanno fatto in passato grandi leader a liberare il loro popolo.
direi che l’esempio di ghandi ? fin troppo scontato, ma quello di nelson mandela ? anche meglio, tanto pi? che la sua autobioografia si legge molto bene ed ? un ottimo insegnamento politico.
cercherei di fargli capire che se vogliono lottare per i loro diritti hanno bisogno di alleati, che molti europei sono solidali con loro ma stanno piano piano allontanandosi dalla loro causa perch? vedono il terrorismo, tanto pi? che ora il terrorismo ? sbarcato anche in europa.
Ogges?.
Non so cosa voglia dire, che i link sono “troppo uniformemente orientati”. Non ? che me lo spiegheresti?
Quanto agli archivi, a domanda rispondo: quando cominciai a fare questo blog (ed ? stato un lungo parto) io scrivevo da parecchio tempo sul mio forum (il link ? in cima alla pagina).
Una volta che il blog fu pronto ed io mi fui decisa a trasferirmi, volli spostare qui alcuni dei post che avevo scritto sul forum, scelti tra quelli a cui, per un motivo o l’altro, ero pi? affezionata.
Mantenni le date originali, ovviamente. Se conosci il funzionamento di Movable Type, quindi, voil? la spiegazione del mistero.
Poi, francamente: io ho aperto un blog perch? mi piace scrivere.
Non mi sono cercata una community di cui fare parte, vado raramente sui blog altrui, non mi interessa molto socializzare a tutti i costi e, in sintesi, mi faccio un etto di cavoli miei.
Visto che, per?, il link di Mantellini (che ringrazio) ha portato qui un’alluvione di contatti, io ho fatto l’unica domanda che veramente mi interessa fare al vasto mondo degli italici blog.
Di certo non pensavo di dover presentare le referenze, prima di ottenere una risposta…:)
(Volendo, comunque, ho anche quelle: conosco personalmente un mucchio di bloggers, dall’epoca dei forum di Clarence e, poi, del mio Circolo. Vuoi anche i nomi?? Li faccio volentieri, c’? mica problema. Per? mi piace di pi? se, prima, ti vedo arrivare al punto di chiedermeli. E’ per i miei studi di fenomenologia blogghesca…:) )
E, a proposito: tu chi saresti?
Giuro che non ? per ripicca, ma neanch’io ti ho mai sentito nominare.
Cough. La similitudine “blog egiziano/Salam Pax” fa il paio con quella del mio studente “insegnante/emanazione del Profeta”.
Le mie forze cominciano a vacillare e credo che ordiner? una birra per telefono.
Comunque ho visto tra i tuoi links una blogger che mi conosce personalmente e che, nonostante i nostri trascorsi tempestosissimi, non credo si seccher? se le chiedi un mio certificato di esistenza in vita. E’ Lizaveta. (Scusami, Liz, ma questa era un’emergenza! :) )
Una volta che avrai fatto le ‘opportune verifiche’, per?, mi aspetto una lunga e dettagliata risposta In Topic.
E che mi dovrebbe seccare?
Uhm…A me sta cosa fa anche sganasciare dal ridere: Pietro e Massimo che ti trovano e Pietro al solito che deve essere su un terreno sicuro prima di farsi un’idea…Mi piacciono queste cose dai, solleticano la mia famosa attrazione per le “coincidenze.” :)))
(tanto tempestose o meno io ti ho sempre letta dall’alba dei tempi, avrei continuato sempre sulla via degli tempestosi scontri ti avessi mai commentata, mi sono astenuta, brava eh?)
Un Saluto.
LizaPop-.:)
Un giovane ragazzo arabo, secondo me, potrebbe essere aiutato a sapere che in Israele ci sono stati e ci sono ancora adesso giovani ragazzi arabi come lui, palestinesi, che lavorano e cercano di costruire carriere, che hanno scambi quotidiani, economici e sociali con giovani ragazzi israeliani o con israeliani tout court.
Dovrebbe essere aiutato a sapere che la logica degli errori reciproci, sostenuta dal governo d’Israele e da quello palestinese non aiuta e non incoraggia le carriere di quei giovani come lui, anzi le ostacola e ostacola i loro scambi, siano palestinesi siano israeliani.
Il suo occhio dovrebbe essere aiutato a vedere questi palestinesi, che pure esistono, oltre a quelli armati che invece gli mostriamo ogni giorno.
Dovrebbe essere aiutato a sapere che in Italia, a Milano per esempio, ? pieno di giovani come lui, israeliani, che fanno lavori difficili perch? vorrebbero vivere qualcosa di diverso del terrore e della guerra, e non hanno avuto la forza di restare nel loro paese; dovrebbe essere aiutato a conoscere le testimonianze dirette di occidentali come me, che hanno visto giovani come lui, israeliani ebrei e arabi, guidare il taxi a New York per pagarsi una speranza di vita.
Dovrebbe essere aiutato a sapere che ci sono sempre stati ebrei siriani, libanesi che hanno vissuto a lungo in pieno accordo con siriani e palestinesi arabi, e con vantaggio reciproco, e che fino a non molto tempo fa questa convivenza ? stata per gli arabi un giusto vanto, una ragione particolare di sentirsi arabi.
E cos? viene ricordata anche dagli ebrei siriani e libanesi che non vivono pi? l?.
Sono cose molte importanti, da sapere.
Potrebbe essere aiutato a conoscere anche questi fatti, che sono veri e reali senza essere per? sui giornali, per aiutarlo a capire che non c’? bisogno di prendere le armi per essere arabi, al contrario, per aiutarlo a sapere che in Israele c’? anche una parte del popolo palestinese che ha relazioni economiche in Israele, e che ha la speranza di incrementarle in futuro, per il reciproco vantaggio.
Usi la sua forza e la sua determinazione, questo ragazzo arabo che sembra davvero ascoltare, per essere solidale con questi arabi, per accogliere le loro aspirazioni e i loro diritti.
Aiutalo a comprendere dandogli fatti che non avrebbe modo di conoscere, che ancora oggi gli arabi hanno due scelte.
Se pu? servire, ci tengo a dire che il mio “suggerimento” non equivale affatto al n3.
Credo che sapere da fonti attendibili che molti ragazzi come lui, arabi E israeliani, lasciano Israele in cerca di pace e di sostegno, sia molto diverso da affermare che Israele ? pi? forte e tocca subire; credo invece che possa aiutare a comprendere che la lotta armata aumenta i torti per cui i ragazzi come lui stanno morendo in mediooriente, da entrambe le parti.
C’era una volta un popolo umiliato e offeso dalla prepotenza degli Occidentali. Una potenza di mezza tacca li aveva obbligati a farli entare contro la volont? del loro governo.
Come hanno reagito?
Si sono chiesto come cribbio avessero questi disgustosi e puzzolenti barbari a diventare cos? potenti e lo hanno imitato con grande cura. Non hanno opposto le loro deboli armi subito agli oppressori, sapendo che avrebbero perso, e non hanno fatto ricorso a mezzi estremi (anche perch? all’epoca il prezzo sarebbe stato alto davvero) ma hanno lavorato duramente per eguagliare i loro nemici.
In meno di un secolo questo popolo debole e umiliato risuc? a sconfiggere in campo aperto uno dei grandi poteri occidentali, infliggendo una umiliazione che avrebbe contribuito alla fine di quel potere. E diventando da quel momento uno dei popoli grando e rispettati, i cui interessi dovevano essere tenuti in conto da tutti.
Credi che i tuoi studenti possano essere interessati a questa sintetica storia del Giappone? O voglino partire a milioni a liberare la Palestina OGGI e morire TUTTI nel deserto del Sinai? Perfino il Profeta si dovette ritare dalla Mecca per un certo periodo.
Ciao
Francesco
Palmasco: i giovani arabi, di quello che succede in Palestina ed Israele, ne sanno pi? di me e (sicuramente) di te.
I giovani egiziani, in particolare, praticano una vigorosa interculturalit? affettiva e sessuale con le giovani israeliane in tutto il Sinai, quindi non hanno bisogno dei giornali per sapere che ci sono arabi che non sparano agli israeliani. Gli basta uno specchio.
Al Cairo, inoltre, esistono rispettate sinagoghe e, pi? in generale, i miei ragazzi non hanno bisogno di sentirselo dire da me, che gli arabi sono tolleranti con le altre religioni e che hanno convissuto con gli ebrei per tutta la loro Storia: in genere, sono loro che cercano di spiegarlo a chi li voglia ascoltare.
Purtroppo, tu parli senza sapere (o senza voler sapere) e hai una visione di Israele tanto edulcorata da darmi le vertigini.
Spiegarti diffusamente il perch? mi porterebbe fuori dall’oggetto di questo post, ma te lo devo e lo far?.
Comunque, direi che il tuo suggerimento equivale al n. 3 di quelli che avevo anticipato io.
(Muchas gracias, Liza-Poppy. In fondo lo sapevo, che ci potevo contare. :)) )
Francesco, ma il Giappone prima di specializzarsi in tecnologie e far concorrenza vincente all’occidente su questo terreno (e quindi nel capitalismo legato ad esso) ha tentato di dominare tutto l’estremo oriente con la guerra, ha tirato in guerra gli USA e ha smesso solo quando gli hanno tirato due atomiche sulla testa… tra parentesi, il termine “kamikaze”.. ? proprio di origine giapponese… quindi non mi sembra molto “spontanea” questa rinuncia giapponese all’azione armata…
(anche io ho fatto casino tra i blog: ora lo posto al… posto giusto!)
Prova a rigirare la domanda a loro:”Credete che terrorizzare l’Europa (che in qualche modo POTREBBE dare una mano ai paesi Arabi) porterebbe dei progressi in Palestina o a voi, oppure alla III guerra mondiale?” E nel secondo caso, quali alternative proporre (per esempio, informare l’Europa e l’occidente sulla loro realt?: come fare?)
Ma poni loro anche questa domanda: noi italiani, europei, occidentali, COSA POSSIAMO FARE di efficace contro i governi (e i monopoli) che ci troviamo? Cosa farebbero loro, se fossero italiani / spagnoli / inglesi /americani?
E ilrischio di uccidere dei musulmani in attentati a Madrid (o Roma, o Milano)?
Il tuo blog ? sempre stupendo, GRAZIE DI ESISTERE A TE E AI TUOI RAGAZZI!!!
CIAO
Flavio
D? loro di diventare saggi prima di prvoare a fare qualcosa di saggio;
d? loro di aspettare prima di fare qualcosa e che verr? il momento in cui dovranno fare qualcosa ed allora sapranno, al di l? di ogni dubbio, che ? il momento;
d? loro che loro ? il futuro e loro il diritto di goderselo e di non buttare alle ortiche questo diritto;
ok, poi tu magari trova le parole pi? giuste e magari qualche esempio concreto e se non ne hai inventa, improvvisa, ch? mica posso far tutto io…
E’ sempre bello leggere quello che scrivi !
Paddy
se ti ricorda qsa…
Opperbacco. Paddy!! Questa ? quel che si dice una sopresa, e bella. :))
X Flavio:
guarda che non sto affatto suggerendo (esplicitamente) di rinunciare alle azioni armate contro Israele. Se uno studente di 20 anni se lo sentisse dire, smetterebbe di ascoltare (cos? capisco dal quello che scrive Lia). Sto dicendogli che vincere ? meglio di perdere, che aspettare di essere pi? forti ? meglio di combattere oggi che sono molto pi? deboli.
Poi, la mia speranza ? che, nel processo di sviluppo economico che ? premessa necessaria di quella potenza militare con cui sfidare, sul serio, Israele, accadano anche quei processi di sviluppo civile che permettano di immaginare la pace con Israele stesso. E di portare a casa una parte delle cose che sentono come giuste.
Ciao
Francesco
PS il Giappone si svilupp? PRIMA di tentare l’avventura imperialista, in cui comp? atrocit? insuperate; poi perse la guerra con gli occidentali e i cinesi e divenne “pacifista”. Spero non sia una regola storica dello sviluppo.
… a proposito della domanda che hai posto nel tuo blog (piu’ o meno come
“educare” gli studenti che ho di fronte) ti scrivo qui un po’ di cose che
ho in testa.
Qui perche’ non mi va di forumizzare il tuo blog. E’ a te che scrivo. Non a
qualche community.
Tu fanne quello che ti pare di quello che ti scrivo. Rispondi, ignoralo,
censuralo, taglialo, copialo e incollalo. No, non snaturarlo
modificandolo, no :)
Prima cosa, Per me e’ stato fondamentale quello che tanti anni fa ho letto nel manuale di Spock, quando mio figlio P era nato da poco.
Della serie “quello che mi ha cambiato la vita”?
Boh, forse si :)
Ho lmparato da Spock (e chi se ne frega se lui e’ stato un pessimo padre e… e chissenefrega)che quando non si sa decidere che fare vuol dire che non si hanno certezze.
Nessun genitore ci pensa su prima di strattonare violentemente il proprio piccolo che sta rischiando di rimanere fulminato mentre gioca con una presa.
Non esita neppure a dargli qualche botta, quando succede.
Ricordo bene di aver sculacciato forte il piccolo P per fermarlo mentre correva nella vasca tutto scivoloso di sapone, rischiando di spaccarsi la testa.
Allora lia. Io ti comunico le mie di certezze. Sta a te cercare le tue.
Prima certezza.
Non vale la pena di buttare via la propria giovane vita se non quando si e’
convinti che farlo puo’ veramente servire a cambiare il mondo.
Ti metto qui sotto qualche verso di una vecchia canzone, che spiega cosa voglio dire:
Avevamo vent’anni,
e oltre il ponte,
oltre il ponte che e’ in mano nemica,
vedevam l’altra riva la vita,
tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte
tutto il bene avevamo nel cuore
a vent’anni la vita
e’ oltre il ponte
oltre il ponte incomincia l’amore
Fare l’eroe tanto per farlo, per dare una testimonianza e basta, e’ una
cazzata. E basta. E’ molto piu’ sensato rimanere vivo per cercare di cambiare il mondo che non ci piace.
“Meglio le mani sporche che le mani vuote” scriveva Brecht. E aveva ragione.
Io ti consiglio di rivederti “La battaglia di Algeri”, di Pontecorvo. Farlo vedere ai tuoi studenti? Boh, mi sa che e’ meglio non farlo.
Seconda certezza.
Io credo che riflettere sulla storia sia sempre una buona idea. Non ricominciando da Alessandro Magno o perfino dalle antiche dinastie egizie
(anche se,,,, mi fermo va) ma cominciando da quello che e’ successo nell’Africa del nord circa a meta’ del secolo scorso. All’epoca di quelle che chiamavamo allora “borghesie nazionali”.
Devono capire i giovani come e perche’ non solo il MO, ma l’Africa tutta siano state vitime di una guerra che dalle loro parti e’ stata tutt’altro che fredda.
Ma lo sanno i tuoi studenti chi era Nasser?
Lo sanno che per decenni gli USA hanno appoggiato i fondamentalisti islamici, in funzione antisovietica, dove all’amministrazione USA sembrava conveniente farlo?
In Afghanistan, ma non solo. Anche in Palestina. Salvo pentirsene poi.
Poi c’e’ l’ Iran. Dove hanno distrutto la speranza di chi voleva costruire uno stato laico e democratico, democraticamente appoggiato. Per sostenere chi sembrava loro piu’ docile. Salvo pentirsene ancora di piu’ poi.
A me sembra molto importante che i tuoi studenti sappiano che il fondamentalismo islamico e’ molto recente.
Che sappiano da dove viene, e perche’. Che sappiano chi c’era prima e come e’ perche’ e’ stato sconfitto dall’occidente, e dimenticato e rinnegato da quelli che si sono inventati la jihad.
Meglio che la pianti qui. Quando si cerca di riassumare in poche righe cose che manco in volumi si riesce a chiarire si finisce per scrivere stronzate.
Ciao lia. Bacione.