And you know what? You won’t hear half of the atrocities and stories because Iraqis are proud, indignant people and sexual abuse is not a subject anyone is willing to come forward with. The atrocities in Abu Ghraib and other places will be hidden away and buried under all the other dirt the occupation brought with it…
Poi aggiunge: “Mi ribolle il sangue all’idea di ciò che deve stare accadendo alle prigioniere donne”.
Già.
Pare che da tempo circolassero storie storie tremende su ciò che gli americani facevano in quella prigione. “Poi la gente si stupisce dei quattro americani uccisi e trascinati per strada a Falluja”, dice.
Questa cosa del silenzio orgoglioso degli iracheni l’ho già sentita.
Riccardo Cristiano in La speranza svanita, dice che “quello della dignità è un grande problema politico e umano, nelle relazioni con il mondo arabo.”
Racconta che, per esempio, nell’Iraq di Saddam erano tutti ansiosi di coinvolgere i giornalisti per fare propaganda contro le sanzioni. Poi, però, impedivano agli stessi giornalisti di riprendere “i luoghi della miseria o della morte dell’infanzia innocente perchè quelle immagini sono lesive della dignità, dell’onore del popolo. Il danno al proprio intento propagandistico è evidente“.
Questa dignità del popolo non è, ahimè, condivisa dalle leadership: che farà adesso, per esempio, il cosiddetto governo iracheno?
Da che parte guarderà, per non vedere?
Tutto ciò è disgustoso.
Ciao Lia…
Ma scusa…quale “governo”?
Quella “roba” che hanno messo su gli anglo-americani in Iraq ? pi? o meno equiparabile alle varie dittature “nazionaliste” che si sono susseguite nel Vietnam del Sud prima che i vietnamiti cacciassero gli americani…non ti puoi aspettare che muovano un dito per difendere il loro popolo…
…la differenza-cardine rispetto al Vietnam, credo, a parte il fatto che gli iracheni combattono una guerra tutti da soli contro
gli USA (i vietnamiti avevano un esercito regolare e rifornimenti massicci da Cina ed URSS che io sappia…), ? che non c’? pi? la “scusa” ideologica che dia anche una parvenza di giustificazione al “tradimento”…la resistenza all’invasore ? forse la pi? eterogenea che si possa immaginare, ma tutti combattono per liberare il proprio Paese. E chi combatte con i traditori
finisce prima o poi per capire con chi sta combattendo, infatti gli stessi soldati addestrati dagli americani per il governo fantoccio rivoltano
non di rado le armi sugli invasori che li hanno armati, mentre altre volte pi? semplicemente si rifiutano di combattere o scappano per unirsi alla resistenza…
Ma credo che gli iracheni sapranno ripagare questi fantocci per aver tradito la loro stessa gente, per averla venduta allo straniero…e allora i fantocci pagheranno per aver taciuto e non aver mosso un dito per difendere la loro gente…
Guido
E da quale parte dobbiamo guardare noi italiani per non vedere i 201 parlamentari italiani (Lega Nord, FI, UDC) che hanno espresso il loro consenso a che un “pubblico ufficiale” possa torturare un indagato la prima volta che gli capiti fra le mani o sotto i piedi?
E se il senato della repubblica approver? quell’articolo le caserme, le carceri, le scuole eventualmente occupate come a Genova… saranno fornite di strumenti efficaci (tanto pi? necessariamente efficaci se ogni pubblico ufficiale potr? darsi da fare una sola volta per indagato) per infierire sui prigionieri e prigioniere?
E quegli strumenti saranno comperati con fondi registrati del bilancio dello stato? Ci sar? una trasparente gara d’asta fra i fornitori? E corsi d’aggiornamento specifici per i pubblici ufficiali?
Riporto il testo dell’articolo di legge approvato con voto il 22 aprile:
?316 bis – delitto di tortura: Il pubblico ufficiale che con violenze o minacce gravi e REITERATE infligge a una persona sottoposta alla sua autorit? sofferenze fisiche o mentali allo scopo di ottenere informazioni o confessioni (?) ovvero allo scopo di punire una persona per gli atti da essa compiuti (?) ovvero per motivi di discriminazione razziale, politica, religiosa o sessuale ? punito con la reclusione da uno a dieci anni?.
augusta
… si, ? disgustoso…
t’informo, per correttezza, che ti ho linkata in un mio postaccio di questa mattina – buon primo maggio (..si fa per dire)
Qarmida, attenzione ai precedenti! Se ti capitasse di visitare lo Yad Vashem a Gerusalemme (il museo che racoglie le testimonianze della sho?) potresti osservare una ricchisima documentazione fotografica prodotta dai nazisti torturatori. E ho visto cose del genere anche in un villaggio siriano (mi sembra si chiamasse Dur el Zur) dove ci sono testimoninanze della strage degli armeni.
Evidentemente il torturatore si compiace di mostrare ci? che ha fatto e l’umiliazione prodotta come i “nobili” cacciatori amavano esibire i trofei.
Temo che questa gente sappia che c’? chi ? disposto a sghignazzare con loro di fronte alla testimonianza delle loro infamie. Nella vittima vedono un vinto, una persona dominata e se ne compiacciono e amano socializzare il loro compiacimento.
E’ repellente ma temo sia cos?.
Credo che la tortura sia molto di pi? e molto peggio di una violenza criminale non istituzionale (perch? la tortura ? istituzionale: altrimenti gli atti assumono nomi diversi: stupro, violenza privata, lesioni ecc. ecc.) e possa fare molti pi? danni di un fatto occasionale. Per questo mi sembra necessario fare attenzione e non lasciar perdere, mai.
Quando poi ? praticata da militari mi convinco sempre pi? che ? connessa al fenomeno che in Italia chiamiamo “nonnismo” (fuori delle caserme “bullismo”). So che esiste qualche cosa del genere anche negli USA, anche se in questo momento la mia attenzione ? concentrata sulle perversioni dei parlamentari italiani.
Di fronte alle immagini delle torture in Iraq possiamo e dobbiamo esprimere la nostra indignazione ma in Italia ci possiamo ancora ribellare.
augusta
Tornando all’interezza del discorso (a parte il fatto che apprezzo il richiamo alla vergognosa legge recentemente APPROVATA dal nostro parlamento)… l’articolo di Lia ?: Tortura e dignit?. Non so se avete notato che i torturati irqeni delle foto ultimamente diffuse da CBS sono tutti incappucciati. Ovviamente non per il discorso della dignit? da preservare dei torturati quanto per precauzione dei torturatori acciocch?, non potendo riconoscere i torturati, non si dia la possibilit?, un domani, di intervistarli per avere da loro resoconti dettagliati nonch? nomi e cognomi dei troturatori. Dice: ma i torturatori si sono fotografati insieme a loro, quindi, essendo, loro, senza cappuccio… sono riconoscibilissimi. Si, ma un domani possono sempre dire che tutto il “servizio”, fotografico e non, era un falso e che i torturati erano loro commilitoni che si erano prestati al gioco per uno scoop giornalistico, bla bla bla… Ci avevate pensato? Io ci sto pensando. E sto pensando anche: ma allora qual’? il motivo per tutte queste foto? (a proposito, ne circola anche un’altra, che potete visionare su peacereporter, di due ragazzini iraqeni che mentre sorridono, ritratti vicino ad un caporale americano, tengono in mano un cartello scritto in inglese, del quale loro presumibilmente non capiscono il senso, visto che sorridono, che dice che il caporale tizio, e lo chiamo cos? che non ricordo il nome, ma c’?, ha prima ammazzato i suoi genitori e poi “si ? fatto la sorella”… no comment.)… perch? le foto? Ma perch? noi occidentali siamo fissati con l’immagine, siamo dei maniaci, dei malati dell’immagine, viviamo di immagini, andiamo in astinenza se non ce ne mostrano. Il mondo arabo no. Gi? i musulmani sono iconoclasti da sempre, se si eccettua gli sciiti, ma neanche eccettuandoli si arriva apoterli annoverare fra i patiti delle foto, poi per di pi? hanno un senso della dignit? che travalica i sessi, e vi dico che quei torturati hanno indossato con un certo sollievo quei loro cappucci, perch? morirebbero di vergogna a comparire cos? dileggiati. Forse ? un atteggiamento sbagliato, e che li penalizza nel giusto racconto dei fatti, ma in realt? io penso che forse dovremmo essere noi ad “accontentarci” del semplice racconto senza dover a tutti costi pretendere l’esibizione di una qualunque immagine, probante o non probante. Cos?, anche solo per autoterapia disontossicante da “iperimmaginofagia”. Non so… magari sbaglio ma ? una mia idea…
saluti da qarmida
E chi ha detto, Augusta cara, che noi dovremmo essere indulgenti con i torturatori? Parlavo piuttosto della nostra mania per le prove fotografiche, che poi nell’era della tecnologia possono spesso essere invalidate dal dubbio che possa trattarsi di falsi costruiti al computer per scoop milionari, come gi?, se hai notato, ? stato tentato di fare in Inghilterra, ora che anche i loro soldati sono stati coinvolti, anche se per fortuna sembra che nessuno ci stia cascando. D’altra parte ? verissimo che se, per esempio, non avessimo filmati e prove fotografiche delle violenze sui manifestanti pacifici a Genova non avremmo forse potuto dimostrare un gran che, anche perch? la parola e l’onore di un testimone oculare spesso valgono quanto il due di coppe quando a briscola regna il bastone (in senso lato e reale). E per? d’altra parte ? anche vero che mostrare i volti di gente umiliata ? stato spesso criticato dall’una come dall’altra parte come lesivo della dignit? umana. Ma… non so… la questione rimane in dubbio anche per me, ma volevo solo precisare che non avallo per questo un bel niente, ne per “una2 parte ne per “l’altra”.
Con simpatia. Qarmida.