Ci sarà un motivo se una buona percentuale di chi apprezza questo blog possiede una maggiore o minore esperienza personale del mondo arabo, mentre non mi pare che lo stesso accada tra i blog islamofobi.
Ci sarà un motivo se io continuo a ricevere email di persone – e soprattutto donne – che, dopo aver conosciuto questo pezzo di mondo, vorrebbero venire a lavorare qui.
Ci sarà un motivo se in tanti ci viviamo, qui, europei ed americani.
Ci sarà un motivo se Simona Pari e Simona Torretta e molti altri hanno dedicato la loro ‘meglio gioventù’ a ‘sto mondo arabo e ancora lo rifarebbero e lo rifaranno.
Dovrebbe chiederselo anche un bambino: “Ma perchè?”
Eppure no, la domanda non mi sembra all’ordine del giorno.
Orripilato dal mio resoconto su ciò che la stampa italiana va dicendo dei nostri due ex ostaggi, Jose Antonio stasera diceva: “E’ che questa gente ignorante non arriva neanche a concepire che il mondo arabo abbia in sé le qualità per essere amato.”
Mi pare molto vero.
Ieri sera la mia collega è tornata dalla Spagna (“Avevo una voglia di tornare che non ce la facevo più!”) e oggi eravamo lì che ci aggiornavamo a vicenda sulle novità; e, quando le ho tradotto le previsioni di stupro di Feltri, le è venuta la pelle d’oca per l’orrore. Non è un modo di dire: le ho visto le braccia, aveva la pelle d’oca. “Ma come possono scrivere queste cose?” Già.
Leggo da Panda che Luca Sofri considera “equilibrato” quest’editoriale di Francesco Merlo.
Lo leggo e ne deduco che l’aggettivo “equilibrato” adesso si usa, a quanto pare, per definire non un rapporto cosciente e sereno con la realtà bensì una sorta di pacato stato d’animo perfettamente in linea con un sentire comune che, della realtà, può tranquillamente fare a meno.
Nel mondo equilibrato di Merlo, due donne che operano da anni in zona di guerra – compito che richiede notevoli doti di concretezza, capacità operativa, intelligenza e conoscenza del campo – diventano due ragazzine di buon cuore e pochi lumi.
E complimenti, en passant, al declamatissimo rispetto verso le donne e la loro professionalità di noi occidentali, ché tanto paternalismo tutto assieme io non lo vedevo da parecchio.
Nel mondo di Merlo, “a nessuno, neppure a due ragazze coraggiose, è consentito di proporre il proprio mestiere come visione del mondo”.
Ma chi l’ha detto, chiedo scusa? Dov’è la norma che, Dio sa perchè, lo vieta?
E il motivo? Cos’è, concorrenza sleale nei confronti di chi parla senza sapere?
Gli esseri umani – a meno che non vivano davvero nel mondo di 1984 – non fanno altro che proporre la propria visione del mondo e, come è noto, il lavoro è spesso la principale fonte di esperienza della realtà.
Se una vive e lavora e studia in Iraq per anni, perchè non le dovrebbe essere consentito di proporre e condividire la sua esperienza e le idee che si è formata sul campo?
Chi la deve proporre, la propria visione del mondo? La gente che non lavora, coloro che parlano di argomenti su cui non hanno esperienza?
Qual è la casta autorizzata a parlare, se posso chiedere?
Nel nostro paese di tuttologi, tra l’altro.
Che io sappia, le società democratiche prevedono che, chi vuole, proponga la propria visione del mondo, con l’auspicio che tale visione si basi su una conoscenza.
La società, così arricchita, poi sceglie liberamente in quale visione del mondo identificarsi.
A me sembra un’enormità, la frase di Merlo. Altro che discorso equilibrato.
E le sciocchezze, poi.
Nel mondo di Merlo, due donne dedicano la vita a lavorare nel mondo arabo e – almeno una delle due – a studiarne lingua e cultura per poi, davanti al dono di un Corano, rispondere arrogantemente: “Lo accetto solo se tu ti leggi la Critica della Ragion Pura”.
Perchè “lì ci sono loro e qui ci siamo noi”, come se il conoscersi a vicenda passasse per uno sprezzante sbattersi in faccia i biglietti da visita culturali.
Come se avesse un senso anche minimo, una frase del genere, .
Come se, infine, l’Iraq non avesse librerie e università, bombe permettendo.
Frasi a effetto che non significano niente ma che magari, su due piedi, sembrano persino intelligenti a chi situa l’Iraq sulla Luna o giù di lì.
Non è del tutto vero che a queste due donne si stia rimproverando il fatto di essere tornate vive, di non essere state stuprate o chissà cosa. O, almeno, non è solo questo, il rimprovero.
Ciò che viene loro rimproverato è il fatto di avere fatto qualcosa per quel mondo e di avere dato ma, anche, ricevuto.
E di riconoscerlo.
E’ questa la cosa che non si vuole ascoltare, il tabù, la consegna del silenzio che vorrebbe rinchiudere i cooperanti nella gabbia dei missionari d’altri tempi, di quelli che “lo facevano per Dio” e che, per carità, tacevano su tutto ciò che era terreno.
(Che poi è una sciocchezza, visto che persino quei missionari lì qualche volta hanno parlato, hanno denunciato, hanno proposto la loro visione del mondo che, in genere, altro non era che la constatazione di quanta poca coerenza ci fosse nei valori della cultura superiore dell’epoca.
Come dire che a Bartolomé de las Casas non doveva essere consentito di fare quello che fece nel 1542, pensa un po’, e noi che crediamo di essere moderni. Come situarsi più a destra dell’Inquisizione dell’epoca, e per fortuna che Merlo è equilibrato.)
Una viene in Medio Oriente: dà e, soprattutto, riceve.
Conoscenza, esperienza, arricchimento, umanità, cultura. Consapevolezza dell’esistenza dell’altro, riconoscimento del filo che lega gli uomini e le culture.
Sono cose belle: dubito che una verrebbe qui, altrimenti.
E sono cose che è possibile amare molto: personalmente, ritengo che amarle molto, quando le si comincia a conoscere, sia inevitabile, oltre che possibile.
Ma noi stiamo basando una politica e una guerra su tutta l’arroganza che solo l’inconsapevolezza può dare: quelle due, col loro sincero rispetto verso gli iracheni in carne ed ossa, visti e conosciuti attraverso il tempo ed il lavoro, sono la cosa più destabilizzante che ci sia in circolazione al momento.
P.S. Mi fa molta paura quest’idea dei 100 euro: lo Stato è di tutti, che ai governi in carica piaccia o o no.
E chi è felice di vederle libere, queste donne, e intere nella loro esperienza e nelle loro idee, appartiene a questo Stato. Non è un alieno dignitoso che rifiuta la beneficenza.
Non è il momento di rinunciare a sostenere quest’evidenza, credo.
Eviterei di certificare idee allarmanti, sia pure attraverso un gesto che, in questo momento, ha certamente della nobiltà.
Piuttosto dateli a “Un ponte per“, i 100 euro. E’ solidarietà concreta.
Segnalo, infine, un articolo di Padellaro che è una boccata di ossigeno. Grazie ad Alberto Biraghi.
Questo tuo contributo ? davvero bellissimo ed utilissimo, grazie davvero. Anche a me l’articolo in questione non era piaciuto.
Nei commenti dicevo che mi era piaciuta la frase “Io leggo il corano se tu leggi la ragion pura”, perch? comunque mi sembra che chi vuole discutere sul rapporto fra le culture non possa prescindere dal conoscerle bene tutte e due :-) Ma in una prospettiva di arricchimento, di allargamento di prospettive, non di chiusura e di sbattimento in faccia di credenziali culturali.
Io penso che se i carcerieri delle due Simone, oltre che il Corano avessero avuto la possibilit? di leggere Kant (magari l’hanno avuta e noi non lo sappiamo) avrebbero conosciuto meglio come funziona la cultura occidentale e in cosa, nel bene e nel male, diverge da quella orientale ;)
Magari, la riflessione su questi temi, potrebbe portare a conseguenze positive ed a uscire dalla logica delle bombe da ambedue le parti. Ciao e grazie ancora per le tue riflessioni :-) Ciccio
Anch’io oggi ho notato quella frase di Merlo, Lia,
e penso come te che sia molto grave, perch? in fondo si afferma chiaro e tondo che “due ragazze” (ma perch? due 29enni donne sono “ragazze”, mentre due maschi sono “uomini”?) non hanno diritto di esprimersi in quanto esseri pensanti.
Hai proprio detto la parola giusta_ “paternalismo”, grosso come una casa e sempre pronto a spuntar fuori… altro che parit? dei sessi… ne siamo molto lontani, in Italia.
forse ? per questo che molte donne amano la cultura araba,
se la conoscono.
Brava Lia, hai perfettamente ragione sia sull’articolo “equilibrato” che sui 100 euro. Lo stato, per lo meno quello che io concepisco, ha fatto benissimo a pagare il riscatto e trovo la provocazione dei 100 euro fuori luogo, anche se ne capisco le ragioni. L’idea di raccogliere l’equivalente del riscatto e darlo alle associazioni che con coraggio operano in Iraq mi sembra molto migliore (ma ci vuole un “equilibrio” molto diverso).
Grazie, Ciccio.
Per? secondo me si corre il rischio di pensare che ai carcerieri delle cooperanti l’Occidente stesse antipatico non per un decennio di embargo e guerra finale, ma perch? non hanno letto Kant che, per inciso, non ? un bestseller neanche da noi.
Purtroppo, l’idea che forniamo loro di come funziona la cultura occidentale non ?, da molti anni a questa parte, particolarmente accattivante. E, a proporgli Kant mentre sono sotto le bombe, si rischia di farli sentire un po’ presi per il sedere.
Lascerei perdere, insomma, e mi limiterei a mostrargli con l’evidenza – come le Simona hanno fatto con il loro lavoro per anni – che lo ‘scontro di civilt?’ non c’? per tutti, quindi non ? inevitabile.
Poi, guarda: l’Iraq ha avuto per molti anni le migliori universit? dell’area e, come non mi stanco di ripetere, il mondo arabo ha vissuto per decenni un’attrazione culturale e politica verso l’Occidente elaborata in mille modi. Lo stesso nazionalismo arabo (di cui il partito Baath ? prodotto) nasce sotto una chiarissima influenza culturale europea.
Lo hanno gi? letto, Kant, da quelle parti. Decenni fa. Non ? quello, il problema.
Il problema ? che leggere Kant non gli ? servito a proteggersi da noi.
Rita: mi sono dimenticata di aggiungere che, come se non bastasse, chi pu? si sceglie il proprio mestiere proprio in base alla visione del mondo che ha.
In questo caso, Merlo teorizza una specie di clandestinit? delle proprie scelte etiche.
Davvero insensato.
la “clandestinit? delle scelte etiche” (splendida espressione) ? tutta qui, nel canto degli Ignavi, in sei righe vecchie di settecento anni.
“Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita ? tanto bassa,
che ‘nvid?osi son d’ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.”
Pi? telepatia che parafrasi, Panduzza: con la mia consueta irruenza, mi sono lanciata sulla tastiera prima di leggere i commenti da te. :)
D’altronde, qui si tratta di constatare la realt?, pi? che di elaborare teorie.
Ti segnalo questa critica alla Manji letta su
http://www.muslimwakeup.com/mainarchive/000457.php
Muslim Wake Up ? il gruppo che, tempo fa lanci? la campagna “Abbraccia un ebreo”.
http://www.ilcircolo.net/lia/000014.php
Fammi sapere cosa ne pensi, se hai voglia.
Grazie, bel post di cui avevo bisogno.
Una sola cosa : quando tu poni in luce che ricevono dal mondo arabo “Conoscenza, esperienza, arricchimento, umanit?, cultura. Consapevolezza dell’esistenza dell’altro, riconoscimento del filo che lega gli uomini e le culture.”, rischi, con questo taglio, che esclude anche tutte le storture e le cose brutte, di far sembrare questa analisi troppo di parte. Cio?, non son solo rose e fiori, e so bene che lo sai, dico solamente che qualcuno reagir? quasi certamente elencandoti sgozzamenti e violenze. Un ‘anche’ ti avrebbe cautelata da questi ultimi. Tutto qui.
Grazie ancora, i tuoi post sono davvero preziosi.
Io parlavo di ci? che Jose ha definito “le qualit? per essere amato” di questo pezzo di mondo, e di ci? che ispira a noi stranieri un senso di gratitudine verso di esso.
Che poi l’Iraq sia un paese in guerra ? noto e specificarlo mi pare pleonastico.
Non vorrei che questo finisse per essere considerato una sua caratteristica tipica o un suo difetto ‘strutturale’, aggiungendo al danno la beffa.
Ne approfitto per chiedere lumi sull’espressione “di parte”, che ? da tempo che non capisco proprio: non ? che esista un partito politico che preveda la passione per il Medio Oriente. Io sono, oggettivamente, una persona a cui il mondo arabo piace molto e che, per questo, capisce le altre persone che condividono questa passione.
Cerco di spiegare perch? mi piace.
Curiosamente, se a uno piace moltissimo l’Oceania o la cultura dei paesi caraibici non ? “di parte”. Con il mondo arabo, stiamo arrivando al linciaggio degli arabisti delle universit?. Mi pare folle.
E’ ovvio che mi disturbi profondamente l’aggressione a un pezzo di mondo che amo e che la consideri ingiusta.
Il sentirmi pi? o meno “di parte”, in questo, mi fa sorridere. Non mi pare il problema principale e, in ogni caso, se di parte si deve parlare, credo di stare in quella che ? eticamente doverosa.
beh, lia, mi hai parafrasato talmente bene che perfino il mio coblogger cicciosax -che ieri pomeriggio non capiva cosa intendevo io per dialogo- ha cambiato idea ;)
comunque sui 100 euro avete perfettamente ragione, per carita’.
ma io dico che, al di la’ di cosa e’ giusto e cos’e’ sbagliato, di chi sono quei soldi e blablabla, se fosse stato necessario ne avrei messi altri 100 di euri per salvare le ragazze (le chiamo ragazze perche’ sono mie coetanee e io mi sento ragazza ;)
credo che la solidarieta’ vada oltre il senso di “giustizia”.
e poi: li darei pure a unponteper, sti soldi, ma sono 4 giorni che il loro sito e’ giu’ ^_-
infine, se bastassero 100 euri per far tacere ferrara, feltri e compagnia brutta, ne pagherei 500 per far cifra tonda ed essere piu’ sicura ;)
sul mondo arabo/islamico:
anch’io ne sono affascinata, e conta che il mio contatto e’ stato solo un corso di arabo fatto per caso a torino con un’insegnante marocchina rubata al cabaret, un viaggio onzerod in turchia col succitato cicciosax, e un altro viaggetto onzerod nell’islamica sarajevo.
un mondo di contraddizioni, vicino e lontano.
cercare di capire e’ dura da fuori, figuriamoci da “dentro”. sto leggendo “Quando abbiamo smesso di pensare?” di Irshad Manji, la scrittrice ugandese, canadese, islamica e pure lesbica ;) che e’ una “refusenik” dell’islam.
un’autocritica talmente brillante e profonda della religione islamica che non stento a credere che abbia messo i vetri antiproiettile ;)
qualcuno l’ha letto?
la cosa che io trovo paradossale ? che si pretende di parlare in nome del “mondo libero”, quello occidentale
quando poi si trattta di dimostrare di essere davvero liberi ? tutto un distinguo, un mettere le mani avanti,con corollario di eccezioni e sofismi come quello di Merlo
che non ? nuovo a questi giochi equilibristici
insomma, per NON rompere il compatto blocco occidentale che combatte contro il mondo musulmano le due ragazze avrebbero dovute tacere di essere state trattate bene ( NON si pu? dirlo, no, neanche se ? vero),avrebbero dovuto testimoniare il falso
dovevano quindi tacere
rafforzando una certa idea del mondo islamico come barbaro
questa s?, una bugia
ma che importa? bisogna imparare cosa dire e fare, altrimenti si diventa “conviventi col nemico”
io non contesto il diritto di giudicare stupide le ragazze, se si vuole
ma mi sgomanta la facilit? con cui ci si sente autorizzati a fare passare queste bislacche idee.
e sempre sentendosi superiori.mah…
ho letto tutto il commento su muslimwakeup, mentre il libro e’ ancora a meta’.
io non sono una storica, ne’ tantomeno una storica dell’islam, quindi non saprei francamente dire se la manji ha storpiato alcune verita’/falsita’ storiche, tesi sostenuta da tarek fatah. pure il sito muslimwakeup mi e’ nuovo -ora ci faro’ un giro approfondito- quindi parteggiare a ragion veduta nella diatriba mi e’ difficile. Infine, non conosco le posizioni del signor fatah.
fatto questo disclaimer ti dico cosa penso sul serio ;)
mi spiace non aver letto nel commento di fatah nulla che fosse autocritico e/o analitico (sicuramente in tutti i suoi altri scritti lui lo sara’ stato, colmero’ la mia lacuna al piu’ presto). le religioni, anche le frange piu’ progressiste (quelle che abbracciano gli ebrei per intenderci), mancano spesso e volentieri di (vera) autocritica, per questo io non sono simpatizzante del mondo religioso (ne’, islamico, ne’ cattolico, ne’ ebraico, ne’ buddista ;)
la manji e’ una finissima pensatrice, e’ una ragazza che si fa domande, che fa ricerche, che ha dubbi, che tenta di darsi risposte non preconfezionate ma non si sottrae comunque alla “passione”. lei crede in dio (beata lei ;), e’ islamica e fa autocritica. ecco, questo mi affascina, forse perche’ il primo esempio di vera autocritica islamica (e non solo, perch? ce n?? anche per il ?mondo occidentale?) in cui sono incocciata, io personalmente.
tu, lia, l’hai letto?
No, non l’ho letto. Per questo ti ho chiesto un’opinione.
alla faccia, non pensavo nemmeno di suscitare una risposta.. Evidentemente mi spiego male io, perch? altrimenti non capisco, dunque provo a spiegarmi con calma.
Io apprezzo molto – anche questo ? pleonastico, ma ci tengo a ricordarlo ;-) – i tuoi post. Anche il loro taglio. Mi piacciono proprio perch?, quando uno ama qualcosa, ti fa capire le cose belle che ha, quel mondo, quel qualcosa. E non v’? nulla di pi? bello di una persona innamorata.
Ora, con “di parte” intendo che una persona innamorata, a volte, non vede i difetti -nemmeno a cercarli – del proprio amato. Per amore, non per cecit?. E vale anche per una persona innamorata dell’ Oceania, cos? come del mondo arabo.
Ora, non ? il tuo caso, mi pare. Infatti ho scritto che “pu? sembrare”, di parte.
E la nota ? forse per la considerazione che ho, di questo luogo. Vorrei cio? sperare che molti, che fossero ostili – a parte gli estremisti, quelli non considerarli – al mondo arabo, leggendoti, capissero l’altro punto di vista, le cose belle che ha, etc. In questo, vorrei che non fossero allontanati dal timore di un giudizio di parte, ovvero non su basi razionali come spesso invece lo poni, con argomenti e fatti. E dunque vorrei sperare che anche questo piccolo luogo fosse un mezzo di comunicazione che incontrasse soprattutto chi non lo conosce, quel mondo. Io avevo ben capito quel che intendevi, te lo assicuro. E’ che, per assurdo, avrei voluto vi fossero scritte anche le pleonastiche critiche in modo che incontrasse anche altri.. Lo so, non sei la salvatrice del mondo, quindi al solito ho detto la mia cavolata..
Scusa, in fondo, per un commento che potevo risparmiare. – tra l’altro, avevo appena segnalato il tuo post in un luogo di discussione come bell’ esempio di ci? che intendessi dire io, pi? o meno -.
…maria jos? arriva da l?, ad esempio.. [ciao maria!] ;-)
peraltro anche nel mondo cristiano/ebraico una critica cosi’ profonda dei fondamenti della religione stessa sarebbe vista come eresia.
la religione, proprio perche’ e’ fede, non puo’ accettare al suo interno posizioni COSI’ critiche. per questo aborro la religione ;)
la manji analizza il corano cercando di spiegarsi come mai, nella sua esperienza personale e nella lettura quotidiana delle notizie dal mondo, i musulmani spesso “c’entrano” con le peggiori nefandezze: lapidazioni, terrorismo, razzismo, antifemminismo etc. dice: caspita, almeno fra noi, cerchiamo di essere sinceri. sara’ casuale questo rapporto fra islam e “nefandezza”? oppure e’ insito nel nostro modo di vivere la religione? lei dice: una religione che vive di “imitazione” e che ha relegato la ijtihad (jihad interiore, intepretazione dei testi e del modo di vivere) a una pratica sconsigliata, che impone la recitazione mnemonica del corano (perche’ la stragrande maggioranza degli islamici non sa l’arabo e non ha mai letto sul serio il corano), e’ una religione che SCORAGGIA il libero pensiero, con tutto quello che ne consegue. lei dice: perche’ nella scuola battista canadese le mie domande erano incoraggiate, e nella madrasa no?
insomma, sono questioni interessanti, che fatah ignora totalmente per fissarsi su un (presunto) falso storico sul ruolo islamico nell’olocausto. ok, brutto errore storico ma tutte le altre questioni? troppo scomode?
Ogges?, ma io mica mi sono seccata, Blu! Ho solo spiegato il mio punto di vista!
Credo che, ogni tanto, il mio tono appaia pi? duro di quanto non sia. In realt?, sono solo concentrata nel cercare di spiegarmi.
Giuro.
Mann?, Panduzza, perch? scomode?
Non dice niente su cui non si dibatta a iosa, la sintesi che mi hai fatto.
Mo’ devo correre dal parrucchiere – ehm ;) – ma poi ti dico cosa se ne pensa secondo le mie notizie.
Ommaria ! ;-) Mi fa piacere, Lia. Nel dubbio, comunque, – s?, in effetti avevo capito male.. – ho preferito chiarire. Non hai bisogno di giurare, ci credo ! Un bacione, ciao ! ;-)
-ecco, alla fine, in ogni caso, io faccio sempre dei gran casini ! :)) –
[perche’ spunto sempre lopzione di ricordarsi i miei dati, e lui non se li ricorda mai??? argggg ;)]
immagino che siano questioni dibattute a iosa, ma le risposte, quali sono? dimmi qual e’ il sentire cairota sulla questione… magari piu’ tardi vado e interrogo il mio kebabbaro egiziano (che mi guardera’ come un’aliena probabilmente ;)
Ciao
Ho l’impressione che la colpa delle due Simone sia quella di essere vive, sorridenti e parlanti.
Da’ fastidio alla destra e ad una parte della sinistra, quasi alla stessa maniera, perche’, povere loro, sono la personificazione di un modo diverso di relazionarsi con il mondo arabo, da essere umano ad essere umano.
Questa impressione e’ aumentata dopo aver letto l’editoriale di F. Merlo. Praticamente devono scusarsi di essere vive.
A volte mi vergogno un po’ di essere italiano, specie dopo aver letto articoli come questi http://www.italieni.it/page.php?id=5097
Roberto
Mi sembra tutto molto condivisibile. Ognuno propone la sua visione del mondo e non deve certo farlo in clandestinit?. E poi forse nessuna visione del mondo riesce a comunicarsi bene agli altri, per cui la visione “collettiva” non ? una sintesi ma solo un miscuglio. Al di l? di questo, credo che non dovremmo sottovalutare i nostri imprinting, quelli che ci fanno istintivamente diffidare o confidare nelle cose fin dal primo approccio. Lo dico come autocritica: quando un’amica mi ha dato il link e sono venuto per la prima volta su questo sito, il nome “Haramlik” e la relativa definizione mi hanno fatto scattare diffidenza. Come, una parte di casa riservata alle donne? Un monte Athos alla rovescia? Io innamorato della promiscuit? e di una mia idea di libert? basata soprattutto sul “nulla sar? mai nascosto”, ho un’immediata reazione di diffidenza davanti alla semplice idea di spazi riservati a soli maschi o sole femmine. Detesto gli scrigni, i luoghi riservati, i sancta sanctorum, gli esoterismi, le iniziazioni, le considero tutte “separazioni”, cio? guerre potenziali. Ovviamente mi d? diffidenza anche il velo, sia che lo porti una suora (sono contro tutte le religioni, che secondo me servono solo a opprimere) sia che lo porti una donna islamica. A volte detesto anche le porte delle case. Perch? racconto tutto questo? Per spiegare come spesso ? difficile la comprensione. Bisogna sapere che esistono questi istinti di diffidenza (e ho citato i miei personali, cos? non chiamo in causa altri), per provare a capirli e superarli, no? Ciao!
Scherza con Kant ma lascia stare i sant.
in guerra bisogna disumanizzare l’avversario; vedi i “gialli” giapponesi o vietnamiti. perci? non ? consentito mostrare l’umanit? di chi ? bombardato, bisogna rappresentarlo come un essere 100% cattivo, la personificazione del male e soprattutto non umano come “noi”. questa ? la vera colpa delle “simone” che comunque sono due donne con le contro-ovaie :-))
secondo merlo dovremmo farci indottrinare da magdi allam o dal suo fratello fuad allam
“Kant che, per inciso, non ? un bestseller neanche da noi” non poteva che essere di lia questo inciso…grazie ancora, di tutto questo bloggare.
Panduzza: scusami per il ritardo ed eccomi qua.
Intanto, credo che entrambe abbiamo dato uno sguardo al curriculum di Tarek Fatah: mi pare un musulmano – canadese – pi? che illuminato e molto ascoltato dai media del Canada.
Qui i principi ispiratori della sua attivit? politica:
http://www.muslimcanadiancongress.org/
Ora: io non ho letto il libro di cui parli, per? un’opera imperniata su “i musulmani spesso “c’entrano” con le peggiori nefandezze”, non pu? fare analisi storiche grossolane su un tema tanto importante (e, in questo periodo, tanto propagandato per colpire i musulmani) come l’Olocausto.
Considera che in Nord America la questione ? particolarmente sentita. Non mi stupisce, quindi, che T. Fatah abbia voluto rispondere concentrandosi su quest’aspetto.
Del resto, nel mio piccolo io ho letto ‘La forza della ragione’ e, da ispanista, ho risposto concentrandomi sulle sciocchezze dette dalla Fallaci sulla storia della Spagna. Non perch? le altre questioni fossero ‘scomode’, ma perch? uno risponde a ci? che lo colpisce di pi? o che trova pi? immediatamente abnorme. L’alternativa sarebbe rispondere a un libro con un altro libro, non so se mi spiego.
Come nel caso della Fallaci, rispondere a libri che ti attaccano non su questioni chiare e circoscritte ma direttamente su ci? che tu sei, ? praticamente impossibile.
Non a caso, la Fallaci riceve risposte che si riferiscono a parti concrete del suo libro pi? che all’insieme della sua propaganda antislamica.
Se io accuso Panduzza di colpe specifiche, Panduzze mi pu? rispondere.
Se io, invece, analizzo la sua esistenza e la storia della sua famiglia per dire che Panduzza ? strutturalmente sbagliata, Panduzza non avr? alternative: o tace da persona seria; o puntualizza gli errori pi? chiari e madornali per segnalare il mio modo disinvolto di procedere; oppure si ritrova costretta a scrivere un’enciclopedia su se stessa. E magari non ne vale nemmeno la pena, ch? uno ha ben altri problemi.
L’islam va visto all’interno della sua storia, oltre che dell’immensa diversit? culturale che esiste tra i vari paesi che compongono l’ummah.
Qualsiasi discorso che non tenga conto delle differenze che corrono tra l’islam di oggi e quello degli anni ’60 o dell’800, o di quelle tra la Malesia e l’Egitto, tra i paesi in pace e quelli in guerra, tra i poveri ed i ricchi, tra il prima e il dopo Israele e cos? via, sar? un discorso superficiale e propagandistico, per quanto pi? o meno brillante.
La questione, se non ho capito male, sarebbe dunque: “C’? qualcosa di sbagliato nei musulmani dovuta al fatto che sono musulmani?”
Bah.
Gli egiziani – io parlo di loro, e di chi senn?? – tendono un po’ alla lagna e all’autofustigazione masochistica. Qualcuno che grider?: “Certo che s?!!” lo si trova sempre, quindi.
Qui c’? persino un equivalente locale della Lega Nord che rivendica le origini faraoniche come Bossi fa con i Celti e ripudia la “cultura beduina” del mondo arabo.
Direi che non ? un fenomeno serio, per?.
La realt? suggerisce che, di nefandezze, gli arabi ne hanno commesse molte meno dei “cristiani”, nella loro storia.
Se volessimo leggere le nostre guerre mondiali, il nostro Olocausto, i Pogrom, i Desaparecidos e le bombe atomiche – e mi fermo per brevit? – in chiave biblica, risulteremmo stranini.
La stragrande maggioranza degli arabi non ha, di se stessa, la percezione di una particolare nefandezza. Si sentono abbastanza presi a bastonate dal mondo, piuttosto.
Di recente, dal mondo arabo si sono levate voci denunciando che il terrorismo di oggi era tutto musulmano. Non ? vero (pensa all’ETA), ma non ho visto smentite tra i giornali di qui.
Ed ? vero che da pi? parti si chiedono riforme, e ci mancherebbe altro: questo non ? comunque un mondo statico, politicamente. Gli ultimi 50 anni hanno visto ogni tipo di esperimento politico, oltre che di repressione pi? o meno eterodiretta.
Ed ? pure vero, infine, che il sistema educativo privilegia lo studio mnemonico rispetto a quello critico: ne ho parlato qualche volta sul blog ed ho scritto che andrebbe visto in modo equilibrato, questo loro sistema didattico. Pi? da correggere qui e l? che da abbattere, mi sembra, per il semplice fatto che i miei studenti egiziani ottengono risultati, in certe materie (le mie, per esempio) di gran lunga superiori a quelli dei miei ex studenti italiani.
Insomma: qui ci sono un mucchio di problemi e un mucchio di questioni aperte.
Da qui a stabilire un rapporto tra Islam e nefandezza, per?, mi pare che ci passi un mare.
Anche perch?, scusami tanto, ma se qualcuno ? ‘strutturalmente sbagliato’, l’unica soluzione ? rieducarlo forzatamente o sterminarlo. Abbiamo da poco smesso di applicarle agli ebrei, queste teorie. Io ci starei attenta.
Il terrorismo, fino a pochi anni fa, era tutto cristiano: dall’America latina all’Europa, da Sendero alle BR, dall’IRA all’ETA.
Considerarlo legato alla stessa identit? musulmana mi pare una mistificazione autentica: persino per indicare i kamikaze, siamo costretti ad usare una parola giapponese, mica araba!
Io sono una tipa semplice: secondo me, la soluzione alla questione palestinese e a quella irachena (che dura da oltre un decennio di embargo feroce) servirebbe a sconfiggere il terrorismo mille volte di pi? che mille riforme del Corano o di qualsiasi segno dell’identit? islamica che ci si proponga di riformare.
E, su questo, io direi che da queste parti l’accordo ? unanime.
Ovviamente non esiste una volont? di risolvere queste questioni, specie quella palestinese.
E allora il mondo arabo ? costellato di dittature finanziate dagli USA che hanno usato, e continuano ad usare, le autorit? religiose per giustificare se stesse agli occhi dei loro popoli.
Gioco pericoloso che scappa spesso di mano, ma tant’?: l’Arabia Saudita non l’hanno ‘inventata’ gli arabi. Il mio Egitto, non mi fare parlare.
Eppure, la parte migliore di questo mondo pieno di guai ? proprio la sua gente: quelli che sarebbero ‘sbagliati’, secondo certe analisi.
Be’, no.
Nel ’69, Leila Khaled sequestr? un aereo in nome della lotta dei palestinesi. Se vedi le sue foto, ha un anello con un proiettile al posto della pietra. Niente di pi? lontano dall’integralismo islamico, la Khaled.
35 anni dopo, quella lotta ? cambiata e si ? impregnata – anche – di religione.
Ma ci ha messo 35 anni, ed ? la stessa lotta.
Nel ’65, il settimanale egiziano Akher Saa pubblic? uno speciale di varie pagine intitolato: “Pap?, ma mi spieghi qual ? la forma di Allah?” dedicato a mettere in discussione l’esistenza di Dio.
Oggi, una simile iniziativa la vedo molto, molto improbabile.
Allora, dico io: se davvero crediamo che le ‘colpe’ degli arabi, la lotta armata, il ripiegamento sulla fede, il risveglio religioso etc. siano questioni connaturate all’essenza stessa del loro essere, abbiamo poca memoria.
Pochissima, quasi zero.
E senza memoria, con ricostruzioni storiche disinvolte, con visioni sociologiche strabiche e scorrette, per quanto brillanti, non ? che si arrivi a capire molto.
Detto questo: se una giovane musulmana brillante vuol fare parlare di s? tutto il mondo, scrivere ci? che in tanti vogliono sentirsi dire ? un ottimo sistema per riuscirci.
Fatah le ha scritto: “Se riuscisse ad ottenere una fatwa e, quindi, a pubblicare una seconda edizione…”
Ecco: io non l’ho letta, dicevo: per? queste operazioni mi irritano un po’.
[questo coso continua non ricordarmi da un accesso all’altro. arggg ;)]
lia, guarda non devi convincere me che non e’ vero che gli arabi e/o musulmani sono ‘strutturalmente sbagliati’. io non credo che nessuno sia strutturalmente sbagliato, forse nemmeno i neoconi ;)
e nemmeno che il mondo cristiano e’ stato/e’ peggio di quello islamico. sono d’accordo e sono molto marxiana in questo: la religione e’ l’oppio e la rovina dei popoli (e vedere le due simone in estasi mistica dal papa mi ha turbato assai ;)
quello che mi piace della manji, oltre alla passione che mette nello scrivere e al suo porsi tantissime domande, e’ un desiderio di AUTOcritica.
auto, anzi (maiuscolo) AUTO, critica. cioe’ lei non vuole far passare il messaggio “loro (i musulmani e/o arabi) sono sbagliati ma il messaggio “NOI abbiamo dei difetti. non limitiamoCI a piangerCI addosso. ragioniamo, cerchiamo di affrontare il problema, siamo attivi nel correggere le ingiustizie che il mondo ci infligge. c’e’ qualcosa che possiamo fare? ebbene facciamola”. cioe’, lei non si chiama fuori, non giudica gli altri, ragiona su se’ stessa e il mondo a cui appartiene.
dopodiche’ da’ delle risposte che cercano di contrastare quello che per lei e’ il grande satana, ossia “l’islam del deserto”, l’islam saudita e retrogrado. guarda con ammirazione alle democrazie occidentali dicendo: anche noi meritiamo una democrazia, ma non all’occidentale, una democrazia all’islamica, ma che sia democrazia, che non contempli il linciaggio della donna e del “diverso” (sunnita vs sciita etc).
presa dal dicorso beatifica l’occidente e israele, parlando di cose che, sinceramente, conosce molto meglio di me, quindi posso limitarmi a non essere d’accordo con la beatificazione ma le concedo il beneficio del dubbio.
infine: la manji si pone delle questioni dottrinali molto interessanti. questioni a cui io non so rispondere e che fatah ha bellamente ignorato.
secondo me il chiudersi sulla difensiva del mondo islamico su queste questioni e’ controproducente: anzi, quasi sempre e’ controproducente chiudersi sulla difensiva, anche se l’atteggiamento piu’ spontaneo e immediato per chiunque.
non so se mi sono capita;)
lo scritto della manji, non l’ho percepito come ostile, l’ho percepito come provocatorio, ma dal di dentro del mondo islamico, senza chiamarsene fuori. per questo mi e’ piaciuto, senza entrare nel merito delle sue opinioni.
e non ho nemmeno percepito un suo dire: “siamo strutturalmente sbagliati”, tant’e’ vero che, pur interrogandosi sulla sua fede da quando era piccola, era e continua ad essere islamica.
e’ come se dicesse: sviluppiamo un dibattito interno all’islam (c’e’ gia’? forse si’, lei non lo percepisce come tale).
vuole la fatwa per diventare famosa? puo’ essere, io non lo so :)
lia, ti prego, leggilo, e poi rispondi alle domande che pone (tu sei in grado, come prof. non puoi deludermi ;)
Ma non c’entra se una ? prof o no: l’Islam saudita ? un Islam tutto formalista perfettamente smontabile dall’interno. Cosa che i media arabi seri (da Al Jazeera in gi?) non smettono di fare. Poi, certo, i soldi e gli alleati (cuc??) permettono ai sauditi di comprarsi canali TV per la propaganda, di poter esercitare influenza sui governi, di poter intervenire finanziariamente in un mucchio di questioni… ma ? molto pi? articolata di come mi pare di intuirla nella scrittrice di cui parli, la questione, e certo non se ne esce scrivendo lettere d’amore agli USA e a Israele (???).
Qui nessuno lincia le donne. Nel mondo arabo normale, dico: Egitto, Siria, Giordania, Palestina: ma quali linciatori? Niente ? pi? lontano dai pensieri di un arabo normale del linciaggio di una donna. O del diverso: qui hanno convissuto con cristiani ed ebrei per secoli, di che linciaggio parliamo? Poi, certo, in stati disegnati da burocrati europei ? normale che delle componenti messe insieme con lo sputo abbiano problemi: in Europa conosciamo l’argomento, mi pare.
Il punto ? che Arabia Saudita e Kuwait – i nostri protetti – vivono grazie a un Occidente che li ha inventati e che li tiene in piedi e, per colmo di sfiga, passano pure per rappresentanti di un Islam la cui storia ha pochissimo a che vedere con l’idea di religione che loro propugnano.
E’ un’allucinazione collettiva. Che tocca anche la gente di qui, certo. Ma non per questo smette di essere un’allucinazione.
Per combatterli bisogna amare coloro che li hanno inventati? A me pare un’altra allucinazione.
Comunque non ? possibile parlare di un libro che non si ? letto, e non so cosa faccio ancora qui a scriverne.
Vabbe’: se lo incontro lo leggo.
Giuro.
Per?. Per? e per?.
diciamo che nel complesso le sue premesse sono ottime, ma finisce con delle conclusioni che non condivido (lo sto per finire).
lei non dice che tutti gli arabi linciano le donne. dice che i musulmani moderati non gridano allo scandalo quando avvengono dei linciaggi alle donne (per farla breve) o -almeno- non urlano allo scandalo quanto per altre cose che NON riguardano il mondo islamico.
ripeto: e’ il suo modo di ragionare che mi piace, non le conclusioni.
comunque e’ vero, devi leggerlo, ora te lo spedisco: indirizzo? :-)
Panduzza: io te lo do anche, il mio indirizzo. Ma metti che poi non arriva (sto aspettando della posta da un mese e si deve essere persa)???
Penseresti che, vilmente, accampo scuse per non leggere questa tua scrittrice che, cough, se ti dicessi che a pelle mi ? simpaticissima, mentirei. :))
VEVGOGNA VEVGOGNA VEVGOGNA! (da pronunciarsi con voce nasale alla scalfaro ;)