Incappo, via Biraghi, in un delirante articolo di Gianni Riotta sul Corriere dal quale apprendo che secondo la Bonino, Rutelli, D’Alema, Prodi e Amato (manca qualcuno?) Israele starebbe subendo un attacco premeditato, concentrico e organizzato approfittando dei Mondiali di calcio per distrarre il mondo (ma giuro, è scritto lì!) il cui fine sarebbe quello (indovina?) di “negare il suo diritto all’esistenza”.
Sempre secondo lo stato maggiore della parte politica da me improvvidamente votata, nemmeno Bush (!) si starebbe realmente rendendo conto del pericolo che corre Israele in questo momento, accerchiata come è dai suoi potentissimi e armatissimi nemici, e lo dimostrerebbero i suoi inviti alla cautela che, secondo Amato, sarebbero da rigettare con ferma virilità in nome della sopravvivenza (ma pensa!) di Israele stesso.
Che dire: i fatti sono sotto gli occhi di tutti, per il momento. Tra un po’ si cominceranno a confondere le acque, a rendere le cose il più incomprensibili possibile, a disumanizzare completamente le vittime arabe per spingere l’opinione pubblica a identificarsi solo in quelle israeliane e, insomma, a fare tutto ciò che abbiamo sempre visto fare in queste occasioni.
Ma, per il momento, quello che è successo è ancora evidente, visibile. L’inqualificabile attacco al Libano, dopo quello a Gaza. La distruzione del suo aeroporto, delle strade, dei ponti, delle infrastrutture.
I 150 morti libanesi di 5 giorni di bombardamenti, in maggioranza civili e bambini (fonte: Daily Star via Apriti Sesamo).
La denuncia del comportamento canagliesco e criminale di Israele apparsa sulla stessa stampa israeliana.
E’ ancora sotto gli occhi di tutti, quello che è successo.
E come è possibile, allora, che ancora una volta sia l’Italia a distinguersi nella mistificazione, nel capovolgimento assoluto della realtà, nella spudorata manipolazione dell’opinione pubblica?
Sto seguendo la stampa di mezzo mondo e – chennesò, forse mi sfugge qualcosa – non mi pare di avere letto simili, deliranti affermazioni da nessuna altra parte. Non così, non questa protervia. Con questa audacia messa in campo contro il buon senso. Con questo sprezzo della verità più elementare.
Non lo vedo, altrove. Non così spudoratamente.
L’Italia si distingue.
Come al solito.
Io me lo sono chiesta per anni, che malattia avesse colto i media e i politici italiani in materia di Medio Oriente.
Quando guardavo la stampa italiana dall’Egitto mi capitava di chiedermi se per caso spruzzassero i gas allucinogeni per le strade italiane, ché altrimenti non me lo spiegavo.
Perché proprio l’Italia, mi domandavo?
Cosa ci aveva ridotto ad essere i più proni lacché di ogni politica di aggressione condotta contro il mondo arabo, di ogni possibile atto criminale portato avanti col timbro di Israele?
Perché non riuscivo a vedere tanta assoluta amoralità nella stampa e nelle dichiarazioni dei politici degli altri paesi europei, per quanto a loro volta schierati, coinvolti?
Cosa rende l’Italia diversa, peggiore del peggio?
E ho guardato la foto di Amato, prima, e mi sono detta: “Quest’uomo è ricattato. Non c’è altra spiegazione.”
A me sembra l’unica risposta possibile.
E’ come quando in Egitto ti spiegano che non c’è nulla di buono da aspettarsi dai governanti arabi perché sono tutti ricattabili e ricattati, dal primo all’ultimo. Non solo comprati. Anche, certo. Ma, soprattutto, ricattati. Fotografati a letto con bambini, con prostitute e prostituti. Ripresi nel mezzo di chissà quali bagordi, intercettati nell’indicibile. E resi obbedienti, al massimo un po’ tromboni. Se proprio devono. Ma obbedienti, in fin dei conti.
E mi dicevo: “Che ha di speciale, l’Italia? In cosa è diversa dagli altri?”
Mah: è diversa perché è mediamente più corrotta di altri, mi consta.
Più torbida, più soggetta a scandali, più invischiata in storiacce. Con più mafie, più mazzette, più giri strani.
“E allora sarà questo?”, mi sono detta.
Sarà che circolano foto di Amato in calze nere e tacchi a spillo?
Della Bonino col frustino assieme al suo babwab sedicenne egiziano?
Di Rutelli con la coca, di Prodi tra banconote strane?
Sarà questo?
Sarà qualcosa tipo questo?
Altrimenti non me lo spiego, o devo tornare alla vecchia ipotesi dei gas allucinogeni per strada.
Ma a me piacciono le spiegazioni semplici, che ci devo fare.
Quando mi capitò la storiaccia con Sinistra per Israele, ebbi modo di leggere per un po’ il loro newsgroup e di farmi una piccola cultura sul loro modo di prepararsi alle elezioni: era tutto un rovistare nelle posizioni in politica estera dei candidati della sinistra e un dirsi: “Questo è filopalestinese! Bisogna silurarlo, bisogna scrivere a Bertinotti, bisogna fare pressione!”
Sono tipi simpatici, già.
E, certo, se uno vuole fare il candidato a sinistra, di questi tempi e con questi controlli, fa meglio a starsene zitto, se per caso ha delle perplessità su Israele.
Altrimenti lo dicono a Bertinotti, altrimenti “fanno pressione”.
Altrimenti, se solo possono, cercano di farti passare anche qualche guaio, secondo me.
Forse, sì.
O, almeno, io non me ne stupirei più di tanto.
Mi vergogno di averli votati.
Mi sarei vergognato pure di votare a destra.
…
Amen.
Se ti chiedi come mai Amato faccia discorsi di questo genere forse dovresti informarti maggiormente su quello che fa nel suo tempo libero…
Magari durante le sessioni a parte chiuse dell’Aspen Istitute, filiale italiana…Giusto per farti capire guarda chi sono gli organi direttivi di questa ASSOCIAZIONE:
http://www.aspeninstitute.it/Aspenweb/Aspenweb.nsf/OrganiDirettivi?OpenForm&Area=10000
Il comitato esecutivo:
http://www.aspeninstitute.it/AspenWeb/AspenWeb.nsf/esecutivo?OpenForm&Lingua=I&Area=10000
I Soci:
http://www.aspeninstitute.it/AspenWeb/AspenWeb.nsf/sostenitori?OpenForm&Area=10000
Mi vergogno di aver votato per questo centro sinistra
Cara Lia,
poiché mi sono imposta di seguire i fatti locali e di non lasciarmi andare a generalizzazioni (per cui non credo di aver l’autorità) ti propongo una pagina del mio del 7 febbraio scorso.
Vi trascrissi una lettera, copiata da un quotidiano locale, il cui firmatario, di cui non riporto le generalità, si dichiarava DS, vicesindaco di un comune in provincia di Pordenone.
Eccola:
“Ho letto sulla stampa nazionale che ci sono alcuni candidati arabi ovvero mussulmani nelle liste che sostengono Prodi. Non ho nulla da eccepire, si tratta di cittadini italiani, che hanno gli stessi diritti di tutti, qualsiasi sia la fede religiosa professata., l’origine etnica e così via. Però non vedo messo in evidenza se all’interno delle liste che sostengono Prodi ci siano candidati di altra appartenenza. Si fa un gran parlare di amicizia per Israele, di attenzione alle ragioni di Israele, esiste anche l’associazione Sinistra per Israele. Ebbene, chiedo: nelle liste del centro-sinistra ci sono candidati che possiamo considerare esplicitamente “amici” di Israele? Ci sono candidati ebrei?
E naturalmente vorrei girare la stessa domanda al centro-destra che si fregia di essere “amico di Israele”, Gianfranco Fini in testa: quanti ebrei ovvero amici di Israele ci sono nelle liste di An, Forza Italia, Lega Nord e così via?” PCB
Allora commentavo:
Cominciamo da una banalità “candidati arabi ovvero mussulmani”: qualcuno dovrebbe spiegare a quel signore che: non tutti gli arabi sono mussulmani (primo esempio banale fra i tanti possibili: i Palestinesi cristiani) e che non tutti i mussulmani sono arabi (secondo esempio banale fra i tanti possibili: i mussulmani dell’Indonesia). Quindi sarebbe bene omettere quell’ ‘ovvero’, che ne richiama un’identificazione esclusiva, e far mente locale, per esempio, agli italiani convertiti all’islamismo.
C’è poi un richiamo alla Sinistra per Israele, un’organizzazione di cui nulla voglio dire se non per segnalare un’infelice gaffe in cui è incappata qualche mese fa nei confronti di un sito web molto visitato che fa capo a una simpatica signora che si presenta come Lia, liberissima di usare legittimamente uno pseudonimo. Anche Sinistra per Israele ha un suo sito web e Lia, colpevole di non avere un’esclusiva simpatia per Israele e di non nascondere sue simpatie per i Palestinesi (di cui non si può dire, signor PCB, “ovvero terroristi”), è stata punita con la pubblicazione – in quel sito- del suo nome e cognome, professione, città di residenza, scovati da un’accorta lettrice e resi noti contro la sua volontà, senza che i responsabili del sito si rendessero conto di quello che sinteticamente Lia avrebbe poi sottolineato “Pubblicare nomi e cognomi di privati cittadini è gesto che fa emergere tristissimi ricordi”.
E infine l’argomento per me più importante.
Resto infatti sopraffatta dall’auspicio della“par condicio” di lista e non commento…se non per porre una domanda per me essenziale: se escludiamo (e penso ancora che il partito dei DS lo escluda) il pregiudizio razzista per cui “l’ebreo” sarebbe identificabile (così come “l’arabo, così come “l’ariano” e via delirando) per insopprimibili caratteristiche psicofisiche proprie (vedere la rivista La difesa della razza, pubblicata fra il 1938 e il 1943) restano, a distinguerlo, l’appartenenza ad una cultura e la scelta religiosa. Non credo che per entrare nelle liste dei DS si subiscano interrogatori in merito alle proprie legittime appartenenze culturali (che naturalmente non possono essere opposte alla linea politica che si dichiara di perseguire) né ritengo sia necessario dichiarare e pubblicizzare in quella circostanza la propria eventuale fede religiosa.
Confesso che sono inorridita e mi vergogno di alcune delle parole usate poco sopra, costretta ad adoperarle per rispondere agli argomenti proposti dalla lettera che ho ricopiato.
Se avessi avuto la possibilità di darle un titolo editoriale avrei scelto “Il male è banale”.
A quel tempo inviai il tutto ad un responsabile regionale dei DS, ricevendone una risposta di una tale banalità burocratica che non vale la pena trascrivere. Cercai di informare persone impegnate nella società cd. civile.
Nessuno, quale che ne fosse l’appartenenza, se ne interessò augusta
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Diritto all’esistenza
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Oggi al TG3 ho visto una carellata di immagini di vittime israeliane: palazzi sventrati, bambini in lacrime, disperazione assortita. Poche invece le immagini di Gaza o del Libano, paese a cui fra l’altro Israele ha avuto il coraggio di intimare di non attaccare i bombardieri israeliani in missione d’attacco…
Mi sono chiesto perche’ un TG di sinistra avesse preso le parti di Israele e rifiutato l’equidistanza. Ecco nel tuo post una risposta che in parte spegne il mio entusiasmo di fronte alla proposta italo-inglese di mandare una forza di interposizione in Libano e a Gaza. Se sono cosi’ appiattiti nella difesa di Israele (o nell’autodifesa dagli amici di Israele) non avranno certo la forza di superare i “no” ed i “veti” di fronte a un’iniziativa nuova e che potrebbe anche mettere i bastoni fra le ruote alla politica criminale di Israele e alla spirale di guerra innescata questa estate (e che fa tanto felici le compagne petrolifere, non dimentichiamolo).
Israele si comporta come il classico bruto che ti accoltella se gli fai un gestaccio. Ma questo comportamento non è esattamente una sorpresa, è da quarant’anni che fa così.
Ora, la domanda è perché Hizbullah ha deciso di attaccare una pattuglia di confine israeliana uccidendo otto soldati e rapendone due. Non è necessario essere degli indovini per prevedere che Israele avrebbe risposto con la grazia ed il garbo tipici dell’IDF. E allora, che cosa si prefiggeva di fare Hizbullah?
Condivido tutto (anche i commenti sopra).
L’ipocrisia della sinistra mi ha così nauseata che quest’anno ho voluto essere spietata. Ho votato Cuffaro perchè ho ricordato una scritta su un muro, tanti anni fa: “perso per perso, meglio perverso”. Meglio esser sinceri che ipocriti.
Compimenti per il blog. Finalmente pagine vecchio stile, cose vere, testimonianze dirette.
Spero di aver tempo per leggere tutto.
Accidenti ancora sti dannati ebrei usurai, padroni del mondo e delle multinazionali giudaico-massonico-plutocratiche quinta colonna del semitismo internazionale.
Cosa aspettiamo ad andare a scrivere Juden su qualche vetrina e a ritirare fuori i braccialetti gialli. Stavolta però le cose fatele a modino….
Roberto, sei stupendo: hai detto esattamente ciò che io cerco di fare capire da tempo.
Solo che tu ci sei riuscito meglio. :)
L’intervento sopra di Augusta ispira un paio di osservazioni collaterali, che non ne alterano il senso sostanzialmente condivisibile.
i) “Ovvero” ha due significati [1], quello di “o, oppure” o quello di “ossia, in altre parole”. Da ragazzina conoscevo il solo significato di “ossia” e sono rimasta a lungo interdetta dal fatto che il mio Prof. di Disegno del liceo sembrasse adoperare “ovvero” nel senso di “o”, fino a quando non mi sono decisa ad andare a controllare sul dizionario. Il significato originario di “ovvero” è proprio quello di “o”. Nei Promessi Sposi, ad esempio, la parola “ovvero” appare 4 volte, e tutte e quattro nel senso di “o, oppure”. Poi, in un processo di abbreviazione della locuzione “ovvero sia” (eventualmente scritta attaccata) si è andato imponendo il significato “ovvero” = “ovvero sia”, un po’ come sta succedendo con “affatto” = “nient’affatto”. Tutto ciò per dire che cosa? Che magari il vicesindaco, come il mio ex prof. di disegno e come Manzoni, intende “ovvero” in questo senso, e la lezione “candidati arabi o mussulmani” non incorre nel vizio protestato da Augusta.
ii) L’equazione “musulmani” = “arabi” è così sbagliata quanto comune. A livello mondiale, meno di un quinto della popolazione musulmana è infatti araba. Prima di emettere una sentenza sull’Islam si dovrebbe pensare come questa possa adattarsi a Sarajevo, Dakar, o Kuala Lumpur…
[1] http://www.demauroparavia.it/77952
Lia, l’ultimo commento te lo potevi risparmiare. Se era ironia andava segnalata e condivisa.
Pfd’ac: quest’uso ossessivo dell’accusa di antisemitismo, messa lì a fare da scudo a qualunque indecenza, è talmente peloso e ripugnante da meritare di essere esposto.
L’intervento di Roberto è, in questo senso, da manuale.
Su Amato e la sinistra
Condivido pienamente il contenuto del tuo articolo. Quello a cui assistiamo è un tentativo grottesco e truce di capovolgere l’evidenza davanti agli occhi di tutti, senza nemmeno impiegare strumenti di censura. Israele attacca il Libano, massacra civili a centinaia, brucia passeggeri sui bus e per la ripugnante sinistra prodiano fassiniana è la vittima. Queste patetiche caricature di uomini di stato si riuniscono persino in una commovente fiaccolata notturna di sostegno all’aggressore.
Non c’è da stupirsi però, facevano lo stesso quando erano filosovietici! Hanno un certo allenamento nel difendere il piú forte e nel fare le ragioni del prepotente.
Quanto ad Amato non credo che sia ricattato. Nessuno si ricorda la svalutazione della lira del suo primo governo? Dopo un accordo in senso contrario con il sindacato, nessuno ricorda la doppiezza di questo personaggio nei confronti di un Craxi al tramonto?
Comunque questo sito è uno strumento utile per spiegare e comprendere, per gettare una piccla luce di comprensione su quanto accade. Grazie per l’ospitalità.
?
genseki
Su OneMoreBlog e’ riportato un articolo di Fernando Liuzzi.
Ho inserito un commento li’ e volevo segnalarlo qui perche’, pur essendo metodologicamente scorretto, da’ una ulteriore chiave di lettura alle azioni di Israele.
Cosi’ come ho criticato l’impostazione dell’articolo, cosi’ dico che anche il governo israeliano potrebbe aver commesso un errore di valutazione, scambiando uno scenario per una realta’ fattuale.
In questi casi non si riesce a decidere cosa sia peggio: dei governi scientemente guerrafondai o dei governi incapaci di fare valutazioni sul lungo periodo.
Tutto questo senza appioppare patenti all’uno piuttosto che all’altro.
Chiedo scusa, riporto il link in formato testo:
http://www.onemoreblog.org/archives/012213.html
Stefano Calzetti
Perdonate l’ignoranza, ma ho visto questo oggi:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/07_Luglio/18/oz.shtml
Non conosco Amos Oz ne’ gli altri scrittori citati da Giuliano Amato nella sua intervista. Voi li conoscete? Avete qualche link nel quale poter leggere il loro pensiero o le loro idee?
Lia ti ho linkata sul mio blog dove ho ripreso l’argomento sul delirio degli esponenti di centrosinistra nei confronti di Israele.
Per Pensieri Oziosi: la popolarità degli Hezbollah in Libano era in declino. Ora che il Libano è stato attaccato da Israele, in risposta alla cattura dei 2 soldati dell’IDF, e che ha solo gli Hezbollah a difenderlo, quanto credi che saliranno le quotazioni degli Hezbollah presso il popolo libanese?
E quanto credi che saliranno le quotazioni di Olmert, da sempre uomo giudicato debole perchè non ha un passato da miliatare come Ariel “il falco” Sharon e che ora ha dimostrato di avere gli attributi (secondo chi giudica importanti interventi simili, non certo secondo me)?
La cosa ancora più triste è che in Medio Oriente si sta giocando – sempre più a carte scoperte – una partita di potere che coinvolge molto di più quelli che non vediamo agire, che quelli, Israele e Libano, che si stanno sparando e bombardando a vicenda.
Un bacione Lia
Pedro, se la popolarità di Hizbullah era in declino non vedo come andare a scatenare la ipervendicativa rappresaglia israeliana possa migliorare la loro immagine. Certo, ora sono gli unici a resistere in una guerra scatenata da loro stessi, ma dubito che in Libano chi pensasse male di loro adesso abbia cambiato idea.
Per quanto riguarda Olmert, non saprei, non mi sono mai interessata troppo di politica interna israeliana, ma la dottrina sulla politica dei confini sembra trascendere le differenze ideologiche o personali. Voglio dire, dubito che se al posto di Olmert ci fossero stati Peretz, Peres o Netanyahu, la reazione sarebbe stata molto diversa. Forse sì, ma anche da quello che si legge delle reazioni alla guerra sulla stampa israeliana in lingua inglese direi proprio di no.
Comunque, Pedro, tu concludi dicendo che, e cito, “in Medio Oriente si sta giocando – sempre più a carte scoperte – una partita di potere che coinvolge molto di più quelli che non vediamo agire”. E questa, curiosamente è proprio la teoria ufficiale israeliana, cioè che le milizie sciite di Hizbullah agiscano sotto la spinta dell’Iran, che fornisce loro anche armi e finanziamenti. Oppure ti riferisci a qualcun altro?
P.S. Marco Bizzarri chiede di Amos Oz, Wikipedia risponde: http://en.wikipedia.org/wiki/Amos_Oz
per Marco Bizzarri
Telegraficamente:
A proposito di Amos Oz, ecco il sito in cui potrai trovare una scheda bibliografica.
http://www.feltrinelli.it/SchedaAutore?id_autore=186099
Io suggerirei in particolare il suo “contro il fanatismo”
Ora non ho tempo di fare una ricerca per gli altri autori che citi, ma con un motore di ricerca non è difficile.
Per ciò che riguarda Yehoshua sono certa della sua partecipazione agli accordi di Ginevra (non ricordo se parteciparono anche Oz e Grossman).
Ne troverai notizie anche nei siti:
http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=349832&contrassID=2&subContrassID=1&sbSubContrassID=0&listSrc=Y
http://lists.peacelink.it/pace/msg06583.html
Certamente gli accordi, informali e ignorati, non hanno avuto successo ma hanno dimostrato che palestinesi e israeliani possono dialogare e progettare la convivenza.
Quando lo fanno però sono scomodi e vengono occultati.
Bisognerebbe che chi vuole la pace facesse attenzione anche a queste persone e a questi eventi e non si limitasse a deprecare il sangue (il che è necessario ma non basta)
augusta
PO: Sulla popolarità di Olmert garantisco io. Gente che conosce molto bene il territorio e la politica interna israeliana ha accolto la notizia dell’invansione del Libano con “eh, Olmert non aspettava altro e Nazrallah gli ha pure dato l’occasione, senza costringerlo a trovarsene una da solo”.
Non credo che con Peres o peggio Sharon la reazione sarebbe stata tanto diversa, ma Olmert aveva anche la necessità di rafforzare la sua personale posizione in patria.
Quanto alla partita: no non mi riferivo alla teoria di Israele sul Libano. Anzi mi sembra una fola l’idea che il Libano sia armato dall’Iran contro Israele.
Una cosa sono le dichiarazioni di Ahmadinejad un’altra e pensare che stia armando gli Hezbollah.
C’è qualcosa che non mi convince tra Stati Uniti e Siria invece, e questa sensazione, che non riesco ancora ad avvalorare con dati concreti, non mi abbandona da quando ha avuto inizio questa vicenda.
Cioè mentre la reazione spropositata che ha portato alla ri-invasione di Gaza (a proposito, qualcuno sa niente? Perché con tutti gli occhi puntati verso il Libano sud-Israele nord io non so cosa cacchio stia succedendo in Palestina e ho paura che come al solito i palestinesi non se li fili nessuno) era tristemente vista e rivista, questo fuoco incrociato con il Libano mi sembra di portata ben più grossa di quanto appaia.
Non so dirti altro.
Vuoi la mazzata finale? Leggiti Fassino sulla stampa di oggi.
Non ho parole…. e da qui non riesco nemmeno a leggere una informazione che sia chiara su quanto sta succedendo. Meno male che ci sei.
La sicurezza, chi la garantisce ai palestinesi ed agl’altri popoli arabi?
Credo, e ne sono sempre più convinto, che Israele sarà la causa del 3° conflitto mondiale.
PerAllah sister… secondo me l’Egitto ti fa davvero bene….
wow
Dacia
Piango per il Libano, per i miei amici libanesi (musulmani, cattolici, ortodossi, drusi, aloiti… Per chi pensa siano solo musulmani… in Libano ci sono 19 religioni ufficialmente riconosciute dallo Stato), per i bambini che “ora anche loro sanno cos’è la guerra” come ha detto disperato il padre di uno di loro. Piango anche per i bambini di Israele.
E’ tutto così ingiusto, ma non è colpa dei libanesi.
Mi permetto di citare Maurizio Blondet. Per sapere, per pensare.
“«Tutto è cominciato il 12 luglio, quando truppe israeliane sono cadute in un agguato sul versante libanese della frontiera con Israele. Hezbollah, che controlla il Libano meridionale, immediatamente ha colpito quelli che attraversavano. Ha arrestato due soldati israeliani, ne ha uccisi otto e feriti oltre venti nel contrattacco dentro al territorio israeliano». (2)
Dunque, secondo questa versione, è stato un corpo armato sionista a sconfinare in territorio libanese.
Ci si può non credere.
Ma chi conosce da anni la situazione, sa che questo è «normale».
Israele pretende rispetto per i suoi confini, ma non riconosce la sovranità degli altri Stati.
Sconfina, cattura, colpisce, e ciò in modo sistematico.”
Vedo che diverse persone, anche non ostili ai libanesi, si chiedono, “ma perché Hezbollah ha lanciato un attacco gratuito”?
E’ la dimostrazione di come sia passato un quadro nei media che falsifica la base stessa della discussione.
Ho scritto qualche testo sul tema sul mio blog:
http://kelebek.splinder.com
sotto il titolo “Il Volto di Qana”.
Quello che da più fastidio di questa solidarietà unilaterale portata dai nostri politici allo stato di Israele è che Israele è lo stato più armato del mondo dopo gli Usa. Non ho letto nessuna dichiarazione di solidarietà o di preoccupazione per i milioni di palestinesi che vivono nei campi profughi del Libano invece, per non parlare dei nostri mass-media, che al destino ed alle sofferenze del popolo palestinese in generale sembrano totalmente disinteressati. Non ho mai letto su nessun quotidiano, non ho mai visto al Tg e non ho mai sentito ricordare da qualche politico che il 67% della popolazione palestinese vive sotto la soglia della povertà, il 78% degli abitanti di Gaza vive con meno di 2 dollari al giorno, il 10% dei bambini palestinesi con meno di 5 anni di età soffre la malnutrizione ed il 37% dei bimbi palestinesi tra i 6 mesi ed i 5 anni è anemico e ….
E nemmeno ho letto di qualcuno che si sia indignato quando Israele pretende il rispetto della risoluzione ONU che impone ad Hizbullah di disarmarsi, quando Israele non ne ha mai rispettata una di risoluzioni ONU!!!Dopo aver ignorato da 35 anni le risoluzioni delle Nazioni Unite che gli impongono il ritiro entro i confini del ’67, Israele si appella alle risoluzioni ONU?
Gli attacchi israeliani erano pianificati da tempo e nascono dalla volontà miope di farla finita con il governo di Hamas e con qualsiasi tentativo di auto-governo palestinese, e dal desiderio di egemonia israeliana-Usa nella regione, magari impiantando un regime fantoccio nel Libano.
Queste e tante altre sono le ipocrisie che mi disgustano e che i frequentatori di fiaccolate pro-Israele sembrano dimenticare o tentano di nascondere.
riporto questo dal sito da http://www.forumpalestina.org
FERMIAMO ISRAELE!
PRESIDIO DI PROTESTA CONTRO LA VISITA DI OLMERT
GIOVEDI’ 27 LUGLIO DALLE ORE 9.30
A PIAZZA COLONNA – ROMA
Ringrazio Pedro, e Debora per le informazioni in più. Però il mio dubbio rimane: sia che Hizbullah volesse reagire allo sconfinamento della pattuglia (come segnalato da Debora), sia che volesse effettuare uno scambio di prigionieri (come segnalato da Miguel), come potevano pensare che Israele non avrebbe reagito?
Oltrettutto Israele ha chiaramente manifestato (sulla pelle dei Palestinesi) una politica di rifiuto allo scambio di prigionieri, anche se in passato ha avuto un altro atteggiamento.
Riformulo perciò la domanda sintetizzata da Miguel:
“ma perché Hizbullah ha lanciato un attacco (gratuito o giustificato) che avrebbe causato il finimondo in Libano?”
Io vedo due possibilità:
1. La violenza della reazione israeliana ha effettivamente colto di sorpresa anche Hizbullah che magari si aspettavano qualche scaramuccia localizzata e non un attacco su vasta scala.
2. La violenza della reazione israeliana era stata messa in conto, come prezzo da pagare per giungere allo scopo (reagire allo sconfinamento? scambio prigioneri? altro?).
Voi che ne pensate, buona la uno o la due, o magari vedete altre possibilità?
Pensieri, la domanda mi pare strana.
Hezbollah è una milizia e fa il suo mestiere, in un preciso contesto e nell’ambito di dinamiche localizzate. Dovevano aspettarsi che Israele si mettesse a radere al suolo un’intera nazione per due soldati? Purtroppo quel paese non ha limiti, nello spingere sempre pù in là il limite della barbarie.
Comunque ti giro quest’analisi di Uri Avnery che centra un po’ meglio la situazione:
The Real Aim
Uri Avnery
15-7-2006
THE REAL aim is to change the regime in Lebanon and to install a puppet government.
That was the aim of Ariel Sharon’s invasion of Lebanon in 1982. It failed. But Sharon and his pupils in the military and political leadership have never really given up on it.
As in 1982, the present operation, too, was planned and is being carried out in full coordination with the US.
As then, there is no doubt that it is coordinated with a part of the Lebanese elite.
That’s the main thing. Everything else is noise and propaganda.
ON THE eve of the 1982 invasion, Secretary of State Alexander Haig told Ariel Sharon that, before starting it, it was necessary to have a “clear provocation”, which would be accepted by the world.
The provocation indeed took place – exactly at the appropriate time – when Abu-Nidal’s terror gang tried to assassinate the Israeli ambassador in London. This had no connection with Lebanon, and even less with the PLO (the enemy of Abu-Nidal), but it served its purpose.
This time, the necessary provocation has been provided by the capture of the two Israeli soldiers by Hizbullah. Everyone knows that they cannot be freed except through an exchange of prisoners. But the huge military campaign that has been ready to go for months was sold to the Israeli and international public as a rescue operation.
(Strangely enough, the very same thing happened two weeks earlier in the Gaza Strip. Hamas and its partners captured a soldier, which provided the excuse for a massive operation that had been prepared for a long time and whose aim is to destroy the Palestinian government.)
THE DECLARED aim of the Lebanon operation is to push Hizbullah away from the border, so as to make it impossible for them to capture more soldiers and to launch rockets at Israeli towns. The invasion of the Gaza strip is also officially aimed at getting Ashkelon and Sderot out of the range of the Qassams.
That resembles the 1982 “Operation Peace for Gallilee”. Then, the public and the Knesset were told that the aim of the war was to “push the Katyushas 40 km away from the border”.
That was a deliberate lie. For 11 months before the war, not a single Katyusha rocket (nor a single shot) had been fired over the border. From the beginning, the aim of the operation was to reach Beirut and install a Quisling dictator. As I have recounted more than once, Sharon himself told me so nine months before the war, and I duly published it at the time, with his consent (but unattributed).
Of course, the present operation also has several secondary aims, which do not include the freeing of the prisoners. Everybody understands that that cannot be achieved by military means. But it is probably possible to destroy some of the thousands of missiles that Hizbullah has accumulated over the years. For this end, the army chiefs are ready to endanger the inhabitants of the Israeli towns that are exposed to the rockets. They believe that that is worthwhile, like an exchange of chess figures.
Another secondary aim is to rehabilitate the “deterrent power” of the army. That is a codeword for the restoration of the army’s injured pride that has suffered a severe blow from the daring military actions of Hamas in the south and Hizbullah in the north.
OFFICIALLY, THE Israeli government demands that the Government of Lebanon disarm Hizbullah and remove it from the border region.
That is clearly impossible under the present Lebanese regime, a delicate fabric of ethno-religious communities. The slightest shock can bring the whole structure crashing down and throw the state into total anarchy – especially after the Americans succeeded in driving out the Syrian army, the only element that has for years provided some stability.
The idea of installing a Quisling in Lebanon is nothing new. In 1955, David Ben-Gurion proposed taking a “Christian officer” and installing him as dictator. Moshe Sharet showed that this idea was based on complete ignorance of Lebanese affairs and torpedoed it. But 27 years later, Ariel Sharon tried to put it into effect nevertheless. Bashir Gemayel was indeed installed as president, only to be murdered soon afterwards. His brother, Amin, succeeded him and signed a peace agreement with Israel, but was driven out of office. (The same brother is now publicly supporting the Israeli operation.)
The calculation now is that if the Israeli Air Force rains heavy enough blows on the Lebanese population – paralysing the sea- and airports, destroying the infrastructure, bombarding residential neighborhoods, cutting the Beirut-Damascus highroad etc. – the public will get furious with Hizbullah and pressure the Lebanese government into fulfilling Israel’s demands. Since the present government cannot even dream of doing so, a dictatorship will be set up with Israel’s support.
That is the military logic. I have my doubts. It can be assumed that most Lebanese will react as any other people on earth would: with fury and hatred towards the invader. That happened in 1982, when the Shiites in the south of Lebanon, until then as docile as a doormat, stood up against the Israeli occupiers and created the Hizbullah, which has become the strongest force in the country. If the Lebanese elite now becomes tainted as collaborators with Israel, it will be swept off the map. (By the way, have the Qassams and Katyushas caused the Israeli population to exert pressure on our government to give up? Quite the contrary.)
The American policy is full of contradictions. President Bush wants “regime change” in the Middle East, but the present Lebanese regime has only recently been set up by under American pressure. In the meantime, Bush has succeeded only in breaking up Iraq and causing a civil war (as foretold here). He may get the same in Lebanon, if he does not stop the Israeli army in time. Moreover, a devastating blow against Hizbullah may arouse fury not only in Iran, but also among the Shiites in Iraq, on whose support all of Bush’s plans for a pro-American regime are built.
So what’s the answer? Not by accident, Hizbullah has carried out its soldier-snatching raid at a time when the Palestinians are crying out for succor. The Palestinian cause is popular all over the Arab word. By showing that they are a friend in need, when all other Arabs are failing dismally, Hizbullah hopes to increase its popularity. If an Israeli-Palestinian agreement had been achieved by now, Hizbullah would be no more than a local Lebanese phenomenon, irrelevant to our situation.
LESS THAN three months after its formation, the Olmert-Peretz government has succeeded in plunging Israel into a two-front war, whose aims are unrealistic and whose results cannot be foreseen.
If Olmert hopes to be seen as Mister Macho-Macho, a Sharon # 2, he will be disappointed. The same goes for the desperate attempts of Peretz to be taken seriously as an imposing Mister Security. Everybody understands that this campaign – both in Gaza and in Lebanon – has been planned by the army and dictated by the army. The man who makes the decisions in Israel now is Dan Halutz. It is no accident that the job in Lebanon has been turned over to the Air Force.
The public is not enthusiastic about the war. It is resigned to it, in stoic fatalism, because it is being told that there is no alternative. And indeed, who can be against it? Who does not want to liberate the “kidnapped soldiers”? Who does not want to remove the Katyushas and rehabilitate deterrence? No politician dares to criticize the operation (except the Arab MKs, who are ignored by the Jewish public). In the media, the generals reign supreme, and not only those in uniform. There is almost no former general who is not being invited by the media to comment, explain and justify, all speaking in one voice.
(As an illustration: Israel’s most popular TV channel invited me to an interview about the war, after hearing that I had taken part in an anti-war demonstration. I was quite surprised. But not for long – an hour before the broadcast, an apologetic talk-show host called and said that there had been a terrible mistake – they really meant to invite Professor Shlomo Avineri, a former Director General of the Foreign Office who can be counted on to justify any act of the government, whatever it may be, in lofty academic language.)
“Inter arma silent Musae” – when the weapons speak, the muses fall silent. Or, rather: when the guns roar, the brain ceases to function.
AND JUST a small thought: when the State of Israel was founded in the middle of a cruel war, a poster was plastered on the walls: “All the country – a front! All the people – an army!”
58 Years have passed, and the same slogan is still as valid as it was then. What does that say about generations of statesmen and generals?