Ci sono cose che non è il caso di fare, quando il tuo paese sta distruggendo impunemente un altro paese e la vita di tutto un popolo.
Credere che tutti – ma proprio tutti – se ne freghino, per esempio.
E’ il caso della coppietta di turisti che, ieri sera, si è presentata al bar Las Sirenas dell’Alameda di Siviglia.
Con gli zaini in spalla.
E, sugli zaini, una bandierina di Israele e un’altra degli USA.
E quindi il proprietario del bar è andato da loro e gli ha chiesto se erano israeliani, per caso. Loro hanno risposto di sì e lui gli ha detto di andarsene da qualche altra parte, allora, ché lì non erano i benvenuti.
Si sono dovuti alzare, incavolatissimi, e sgombrare il campo con i loro zaini e le loro bandierine.
Ma la cosa notevole è che, non appena gli è stato detto: “Andatevene dal mio bar!”, tutti quelli che erano seduti agli altri tavoli sono scoppiati, tutti insieme, in un fragoroso applauso.
Pensa che scena. I due israeliani allontanati tra gli applausi della gente che gli ricordava il Libano, intanto.
Me lo raccontava la collega in chat, dopo avermi detto che era stata a Madrid con i prof evacuati da Beirut.
Io: “E che raccontavano?”
Lei: “Guarda, è lacerante. Sono depressi, increduli. Niente, che è stata bombardata tutta Beirut, e ci nominavano i posti in cui eravamo il mese scorso, le strade. Non rimane più nulla. E che la popolazione sta soffrendo moltissimo. E che un taxi ti chiede mille dollari, por portarti alla frontiera con la Siria, e che un chilo di patate costa cinque dollari. E che loro hanno lasciato lì le loro cose, la casa. La loro vita, cribbio. Ma la cosa peggiore è che questi poveri libanesi che erano usciti da un tunnel infinito e che stavano vivendo una rinascita si sono ritrovati, improvvisamente, senza più orizzonte.”
Io: “Ma come possono non pagare per tutto questo, gli israeliani? Come è possibile tanta impunità?”
E lei: “Bah. La loro condanna sarà che non vivranno mai in pace e che si sono guadagnati il disprezzo di tutti noi. Io non ne voglio più sapere. Ormai, se ne becco uno per strada lo prendo a pietrate, guarda.”
E io: “Oh, se ne fregano.”
E lei: “No, se ne fregano solo quando le pietrate le prendono gli altri. Ma se toccano a loro, e gli dici chiaro e tondo che te ne freghi altamente, dei loro piagnistei e dei loro giochini da vittime, magari ci pensano un po’.”
Ed è allora che mi ha raccontato la scena del bar: deve essere stata quella che applaudiva più forte di tutti, la colleghina.
E poi mi raccontava di manifestazioni e cose così e io le dicevo che mi pare molto più coinvolta di altri paesi europei, la Spagna.
La risposta della collega vale la pena mantenerla in spagnolo, ché in italiano non rende: “Claro, como estais todos cagados con el holocausto!”
Già.
Questo nostro geniale sistema di lasciare che altri paghino per i nostri sensi di colpa.
Comunque a me non pare, dopotutto, che un po’ di boicottaggio sarebbe tanto mal visto, in Italia.
Mi successe, all’Unes di Milano, di scoprire alla cassa che la frutta che avevo preso veniva da Israele. E di dovere quindi fermare la cassiera spiegandole: “No, mi scusi, io non compro frutta israeliana. Aspetti, che devo cambiarla.”
“Ha fatto bene!”, mi sentii dire tornando un minuto dopo con la mia frutta cambiata. E mi beccai pure qualche sorriso da chi era in coda dietro di me.
Con mio stupore, confesso.
La disapprovazione civile verso Israele come strumento di pressione, si cerca di praticare.
Non è che ne rimangano molti altri.
Io tempo fa su ICQ conobbi una ragazza serba che esordì più o meno così: “Italiano, chiedimi scusa per le bombe che avete buttato sul mio paese!”, e io le dissi we, guarda che le bombe mica ce le ho buttate io.
‘sta cosa di sussumere tutti gli abitanti di uno stato o di una nazione ai loro rappresentanti più o meno legali, mi sembra un errore. Eppure si parla sempre con un linguaggio del tipo “i libanesi sono…”, “gli israeliani vogliono…”, “i palestinesi chiedono…”, dimenticando, proprio scotomizzando il fatto che la politica che conta (compreso il decidere a chi fare guerra e come) la fanno poche persone, magari arrivate al potere non democraticamente o per vie traverse (e quindi -in pratica- scarsamente rappresentative).
Bruno, ma se una ragazza serba le ragioni del cui paese non trovano nessuno spazio sulla stampa mondiale, meno quella russa, anche trovandosi faccia a faccia con un italiano non deve permettersi di metterlo di fronte alle conseguenze delle azioni dei suoi governi, quando potrà farlo?
Certo che ci rimani di sasso, ma è un bene direi. E’ proprio il non sentire la nostra parte di responsabilità oggettiva che ci rende tollerabili le peggio carneficine. Fino a che, inatteso, il boomerang non ti torna in fronte.
Mah! Ciò che dice Bruno può essere condivisibile, chi di noi, Lia compresa, accetterebbe serenamente di essere cacciato fuori da un locale pubblico, perchè italiano, dal proprietario serbo, per esempio?
C’è da dire comunque che certamente il Libano di Siniora non si è macchiato delle colpe gravi di cui si macchiò la Serbia di Milosevic, nemmeno lontanamente, anche se questo argomento per i pacifisti “senza se e senza ma” non vale (perdipiù a bombardare la Serbia fu un governo di centrosinistra, appoggiato anche da quei comunisti che rimasero fedeli a Prodi e formarono poi il PdCI).
Credo che certe reazioni che possono apparire esagerate, siano dovute al fatto che l’impunità totale di cui gode israele qualsiasi cosa faccia, qualsiasi sia il crimine che commette il suo esercito, a Gaza come in Libano, sia ormai intollerabile, specialmente se si pensa che il “diritto alla difesa” di chi subisce i crimini israeliani generalmente si esaurisce in qualche insulsa risoluzione dell’Onu e basta, ammesso che gli Usa non pongano il veto. La cosa è abbastanza frustrante…
Concordo con la posizione della serba.
Per chi non ha molta praticita’ con gli eventi di quel decennio, io ho voluto spendere un bel po’ di tempo per capire chiaramente cosa si e’ fatto.
Tecnicamente l’Italia non ha borbardato la Serbia, ma ha concesso alla forza multinazionale (bwaahahahah) di operare partendo sopratutto dalle basi italiane (cfr. Aviano in primis).
Perche’ concocordo con la posizione della serba ?
Per il semplice fatto che se a Te Italiano quella guerra non ci volevi partecipare come stato/nazione dovevi fare tutte quelle azioni per manifestare il tuo dissenso assieme a tutti gli altri italiani concordi con Te verso il governo che anche se non lo hai eletto e’ comunque TUO RAPPRESENTATE. Definisco inutili i piagnistei di chi dice “ma era un governo di centro|destra|sinistra|etc che io non ho votato”.
Alla fine e’ il governo dello stato che rappresenta la nazione in cui vi risiede.
Era un governo ITALIANO legittimamente eletto dal popolo e per questo rappresentate nelle scelte di tutti quei 57 milioni e rotti di cittadini.
Quindi la responsabilita’ e’ anche Tua Bruno.
Per l’Iraq stessa storia, per l’Afganistan altrettanto. Se la guerra non la volevato dovevate fare qualsiasi cosa possibile verso il governo in carica per farlo recedere dalle sue posizioni…Peccato che siamo in Italia, e quindi finche’ l’orticello personale non viene minimamente intaccato si e’ sereni anche se il proprio governo partecipa ad operazioni illegali, criminali, etc…
Io da un po’ di tempo ho iniziato a criticare l’istituzione governativa (qualsiasi essa sia) nel momento in cui le sue azioni sono palesemente contro i piu’ basilari principi di rispetto umano.
Ma se tali persone sono li al governo e se il paese si dichiara un paese democratico, libero e civile come fa spesso l’Italia e l’itaGliano medio allora non accetto che una persona si sottragga dalle responsabilita’ che il proprio governo, democraticamente eletto, si assume.
Laforge, il tuo ragionamento implica che tutti gli iracheni sono responsabili per ciò che ha fatto Saddam, tutti gli afghani per le torri gemelle, tutti gli americani per Bush, tutti i russi per il gas nervino in cecenia, e così via.
Non è solo una questione di orticelli, ma anche che ognuno ha la sua vita e le sue esperienze e i suoi limiti ed è più o meno coinvolto nelle vicende politiche del suo paese.
Con ciò non voglio giustificare il disinteresse per la politica, però insomma, credo che anche un po’ di misura e di buon senso nelle parole e nelle azioni non vadano dimenticati.
Complimenti per l’antisemitismo ed il tifo da stadio, che regna in questo sito. Sono ebreo ed onestamente cara Lia noto che la memoria ti manca. Forse allora gli ebrei se vedono un italiano oppure un tedesco dovrebbero cacciarli via dai loro locali visto che ci sono persone che come me non hanno conosciuto i propri nonni..oltre a qualche parente (per l’esattezza 15) e che hanno parenti in Israele, che vivono sotto i razzi dei terroristi armati dalla Siria e dall’Iran..
“Tecnicamente l’Italia non ha borbardato la Serbia, ma ha concesso alla forza multinazionale (bwaahahahah) di operare partendo sopratutto dalle basi italiane”
Ehm, LaForge, ma che dici? I nostri Tornado ECR (insieme a quelli tedeschi) schierati a Piacenza hanno fatto un “figurone” prendendo a calci la difesa aerea serba con ben 115 missili Harm lanciati. I nostri Tornado IDS insieme ai “piccoli” AMX (battesimo del fuoco in Serbia) hanno sganciato tonnellate di bombe, anche “intelligenti” (quelle trasportate dagli AMX erano di fabbricazione israeliana). Abbiamo anche impiegato i jet della Marina, gli Harrier trasportati dalla Garibaldi, che hanno utilizzato missili Maverick e bombe guidate e non.
Se tutto questo per te non è “tecnicamente” bombardare la Serbia…
Nella forma di democrazia diretta dell’Atene di Pericle, peraltro praticabile solo perchè erano 4 gatti, le decisioni dell’assemblea, anche quando non condivise, erano sacre e come tali difese dalla totalità degli ateniesi. Per quanto mi riguarda posso capire Bruno ma la posizione “Io non c’entro” non è difendibile.
Con tutto ciò dissento dall’identificare un israeliano qualsiasi con quello che fa il suo governo.
Ero e sono ancora convinto che l’intervento in Serbia fosse necessario, e tra le tante operazioni dubbie condotte dalle forze “occidentali” prima e dopo mi sembra una delle più riuscite.
L’attuale aggressione di Israele al Libano mi sembra di contro inaccettabile da qualsiasi punto di vista la si voglia prendere.
x Piero: Volevo segnalarti che su questo blog la scusa del “antisemitismo” non e’ piu’ valida. Fai molta attenzione, qui abbiamo un vocabolario molto lineare che non confonde come fai Tu la parola Israele e la parola Ebreo. La critica e’ verso uno stato, non verso una religione.
x Bruno: Tieni presente che nel mio post ho chiaramente detto “un governo eletto democraticamente” cosa che mi pare difficile da associare al regime di Saddam o dagli afghani. Poi scusa un’attimo ma per le torri gemelle non erano afgani ma arabi i dirottatori…
Il problema della misura e delle parole ci deve essere ma dire che non si e’ responsabili del proprio governo non e’ corretto nel caso degli italiani…Oppure, e qui speravo che qualcuno facesse un’accenno, forse il governo italiano da un po’ di anni a questa parte non e’ reale espressione della nazione, in tal caso si potrebbe iniziare a parlare di “regime”…Che parola vogliamo usare ? Regime o Democrazia per l’Italia? Nel primo caso il discorso di responsabilita’ cambia…ma nel secondo la responsabilita’ e’ direttamente collegata alla nazione.
x JCM: Se noti c’e’ un chiaro senso ironico nella frase del tecnicamente (cfr. bwaahahahah). Perche i caccia italiani quando hanno operato erano parte del contingente NATO intervenuto sulla questione. Non c’e’ una sola missione che sia stata organizzata, definita e approvata dal governo italiano visto che hanno usato la scusa del “daremo appoggio al contingente nato semplicemente con le basi”. Che poi i caccia erano inglesi, americani, tedeschi e ITALIANI questa e’ la distinzione TECNICA a cui facevo riferimento…cmq se capisci il senso del post io do ragione alla reazione Serba. Con questo non voglio giustificare quanto successo nella penisola balcanica…Io a quei tempi ero favorevole ad un’intervento perche’ quello era un chiaro esempio di guerra che non fregava a nessuno, visto che petrolio e gas da quelle parti non ci sono…Era un massacro tra uomini, per i piu’ svariati motivi tra cui quelli nazionalistici-religiosi-vendicativi…e sarebbe finito, se non fossimo intervenuti, con un totale sterminio della fazione piu’ debole. Cosa che in altre guerre “dimenticate” sta avvenendo.
Il problema è che se rifiuto l’identificazione di un un iracheno, un serbo, un bosniaco, un croato, uno svedese o un italiano con le scelte criminali del proprio governo, o della maggioranza dei suoi concittadini, che mi piaccia o no, devo farlo anche con un israeliano. La Jugoslavia l’ho frequentata in lungo e largo come volontario per un ONG, durante la guerra, e se la serba in questione mi avesse ingiunto di chiederle scusa *forse* l’avrei fatto, ma *sicuramente* dopo l’avrei mandata a cagare, non per aver fatto la domanda a me, ma dicendole che quel mattatoio che sono stati e sono ancora i Balcani è diventato tale anche per l’incapacità di tutti, indistantamente, di distinguere tra i Serbi e Milosevic o tra i Croati e Tudjman. Come poi si sia arrivati a questo livello di incapacità è un discorso troppo vasto per affrontarlo qui.
Ma il racconto dell’amica di Lia è diverso per un particolare, che però è molto rivelatore: le bandierine. Insomma: il *tuo* paese ne sta bombardando un altro, polverizzandolo, facendo a pezzi le infrastrutture che i libanesi avevano faticosamente ricostruito e tu te ne entri bello bello con la tua bandierina, Un semplice pezzo di stoffa colorato fa in questo caso la differenza fra l’essere il qualsiasi cittadino di un qualsiasi paese e il portare in giro in modo arrogante la propria “superiorità morale” di chi rivendica il diritto all’autodifesa e intanto distrugge e fa a pezzi tutto quello che gli capita a tiro.
Io non la penso del tutto come il barista del racconto; se vogliono entrare nel mio ipotetico bar i tizi sono benvenuti, così ci facciamo una bella chiacchierata. Unica condizione: le vostre bandierine, in questo momento, restano fuori della porta.
A parte che io andavo con la bandierina italiana sullo zaino pure durante il governo Berlusconi senza essere berlusconiano, non mi sembra una grande alzata di genio buttar fuori due persone da un locale pubblico (a parte che in Italia non è permesso, ma credo e spero non lo sia neppure in Spagna, che è tra l’altro l’unico Paese UE dove esporre la croce uncinata non è reato) solo per la loro nazionalità. Molto terra-terra, al di là delle implicazioni legali, significa prendersela con qualcuno che non si sa neppure come la pensi (ammesso che sia lecito prendersela con qualcuno per come la pensi) e abbassarsi al livello di ciò che si combatte. Si dimostra la stessa inciviltà.
Sergio: mi affascina l’idea che tu possa non sapere come la pensa uno che ha la bandiera di Israele accanto a quella degli USA sullo zaino.
Ma davvero esiste gente così teneramente candida?
Comunque non credo sia il caso di fare i legalisti: se due vengono cacciati da un locale per quelle bandiere, in questi giorni tremendi, e il locale intero applaude, vuol dire che nel sentire di molta gente sta succedendo qualcosa.
E a me interessava raccontare questo.
E’ vero, mr, la differenza sta proprio in quelle bandierine. Se non le avessero avute, probabilmente a quest’ora non staremmo a parlarne, perche’ non sarebbe successo niente. E con tutta probabilita’ sono state proprio quelle bandierine a far scattare la reazione del gestore del bar.
E sottoscrivo pure il commento indignato (se non era indignato, mi indigno io per entrambi :P) di LaForge a Piero, sulla questione “antisemitismo”: questo continuo *voler* confondere Israele con gli ebrei e’ un insulto all’intelligenza. Ormai abbiamo capito il giochino, non attacca piu’.
Ma soprattutto mi piacerebbe davvero che ci fosse un vasto movimento di boicottaggio dei prodotti israeliani. Io i pompelmi non li mangio, le arachidi si e, dannazione, anche alla coop si trovano quasi soltanto arachidi israeliane. Quali altri prodotti esportano?
Sapete secondo Me dove sta realmente il problema ?
Che alla fine al barista rimaneva solo quell’azione da fare per agire concretamente contro le azioni criminali dello stato d’Israele. Questo sfortunatamente e’ anche la nostra unica via. Oltre a dimostrare con boicottaggi, cortei e simili il nostro dissenso verso un vero e proprio IMMOBILISMO europeo, nel nostro caso tutto italiano, non ci rimane altro. Oggi come nel passato, il senso democratico diviene chiaramente inesistente quando un governo agisce o non agisce senza tenere conto della volonta’ popolare.
Voi mi direte che oggi non c’e’ uno strumento che permetta di avere in tempi rapidi una chiara posizione popolare di cui il governo se ne puo’ fare portavoce.
Diciamo che il problema iniziale e’ che gia’ la maggior parte della popolazione non interessa essere disturbata da incombenze di questo genere…fornendo cosi’ anche la scusa di evitare
di prendere responsabilita’ sugli errori commessi.
Ovviamente oggi non interessa neanche ai politicanti poter avere un rapido responso popolare, avendo cosi’ mano libera nelle proprie azioni, che alla fine si traducono in scelte personali e non nazionali.
Oggi la maggior parte degli stati europei, nordamericani e quelli tecnologicamente avanzati nell’oriente e nell’africa avrebbero tranquillamente la possibilita’ di introdurre metodi tecnologicamente semplici per dare la possibilita’ alla popolazione di “confermare” le scelte del governo. Termini come voto elettronico e simili possono dare questa possibilita’ ma oggi si sperimentano in modo tale da poterne dichiarare ancora l’impraticabilita’ perche’ PREMATURI.
Il concetto di democrazia che abbiamo oggi in questi primi anni del nuovo millennio e’ vecchio, stantio. Deve evolvere come deve evolvere il pensiero popolare capendo che non puo’ sottrarsi alle responsabilita’ delle scelte del governo che oggi lo rappresenta.
Se domani il governo italiano fa un danno allucinante o un’azione criminale, Tu cittadino che leggi le mie parole cosa fai ? Lo disconosci dicendo “Io non ho votato questo governo…” ?
Peccato che appena metti fuori piede dai confini del tuo stato TU SEI ITALIANO. Il televisore che compri e’ fatto all’estero, la benzina che metti nella macchina la prendi all’estero, l’energia che usi a casa o a lavoro la prendi all’estero…
L’italia dipende cosi’ tanto dall’estero che la sua politica estera non e’ espressione popolare ma risultato di continui ricatti/accordi economici fatti da chi le cose le ha e le fa e ci guadagna sopra.
Tu cittadino in Italia non conti nulla se non per farti menare il naso quando vai a votare “democraticamente”.
Se mi rimane solo il fatto di poter mettere alla porta due israeliani filo americani, fidati non ci penso due volte. “Gentili signori, vista la vostra posizione favorevole verso una nazione che oggi commette crimini verso stati sovrani senza un limite alla violenza vi invito gentilmente ad uscire dal mio locale. Non siete i benvenuti.”
Le guerre balcaniche sono state una fiera della rimozione delle proprie responsabilità collettive da parte di tutti, sia quelli coinvolti direttamente, che quelli che hanno permesso che succedesse. E proprio di rimozioni stavamo parlando, o no?
Poi è chiaro che il caso libanese e israeliano è tutto diverso. Però si inserisce in un quadro più generale in cui lo sminuire ed essere a malapena consapevoli degli effetti delle nostre politiche estere sembra essere all’ordine del giorno.
Tra l’altro bisognerebbe distinguere tra il primo intervento americano che di fatto ha messo fine alla guerra in Bosnia, ed il secondo della NATO, che con l’intenzione di evitare una normalizzazione etnica in Kossovo ne ha permessa un’altra di segno opposto. Quell’intervento militare è stato un po’ capostipite della linea che si sarebbe adottata d’ora in poi per gli interventi di “ingerenza umanitaria”, di cui vediamo oggi il pieno svolgimento. Fù allora che la Albright agitò per la prima volta lo spauracchio di Monaco e dei nazismi da arrestare preventivamente. Fù allora che si fece fare alla NATO la svolta netta ad alleanza offensiva e a cornice in cui operare al di là dei mandati e dall’approvazione ONU. Fù allora che si perfezionò la tattica di ritorsione contro gli obiettivi civili come strumento legittimo di pressione e deterrenza. Ecc. ecc. ecc.
Insomma l’argomento non mi pare del tutto estraneo a quello di cui si stava parlando. Ha ragione mr a dire che a una simile richiesta si può anche replicare a tono alla signorina. Ma comunque il punto rimane: qual’è il modo migliore di mettere le persone di fronte alle proprie responsabilità oggettive? Il boicottaggio e la pubblica condanna o un atteggiamento dialogante? Non è proprio la prima volta che se ne parla.
Per quanto mi riguarda faccio solo alcune osservazioni:
– questo episodio testimonia che in Spagna ora c’è un clima molto diverso che da noi
– gli italiani di fronte alle scelte nette cavillano, il che nei momenti di alta diventa capacità di problematizzare e mediare e nei momenti di bassa opportunismo, traccheggiamento, conformismo (se solo gli europei sapessero fare sinergia tra le reciproche qualità…)
– le due opzioni non si escludono (c’è il tempo degli slogan e c’è il tempo per riflettere, non si vede perché li si debba fare coincidere)
– i gruppi filo-israeliani negli ultimi anni hanno messo in atto con molta efficacia la prima opzione, cioè sono riusciti a spostare il baricentro dell’opinione pubblica martellando senza troppe sfumature sulle proprie ragioni
Ah! Io mi ostino a mettere degli < href=”…”> per i link e vengono sistematicamente segati: dove dico che se ne era già parlato puntavo a questo http://www.ilcircolo.net/lia/000830.php
Dimenticavo tra le osservazioni:
– tra le due opzioni quella che alla prova dei fatti dimostra di essere la più gettonata è la terza: cioè l’apatia e l’indifferenza; teniamone conto mentre riflettiamo sul miglior modo di procedere;
– proprio pensando ai balcani (e all’Irak), la storia recente non sembra deporre molto in favore del Libano. La tendenza dominante è quella di favorire l’omogeinizzazione etnica, con tanti saluti a quei paesi che non possono contare su uno stato forte e consolidato; e da questo punto di vista Israele è decisamente più in linea con questa “modernità” dei suoi vicini.
LaForge, sono anch’io confortato di non essere l’unico a pensarla così :) Tra l’altro di vista ci conosciamo anche (linux meeting dei tempi che furono)
Bravo :)
Quando leggo post come quello di balubino mi viene ancora da sperare…
Cito e sottoscrivo infinitamente questa frase che secondo me fa da perno per l’inconsistenza della UE in toto:
“…se solo gli europei sapessero fare sinergia tra le reciproche qualità…”
E Tu pensa che se una cosa succedesse anche in Medioriente la cosa equivarrebbe in valore del risultato.
Ma dai! Linux Meeting di Bologna??
Bene, fa sempre piacere avere conferme di quanto sia piccolo questo immenso mondo virtuale.
Addirittura il boicotaggio…
Scusa Lia, ma mi sembra troppo.
Anch’io non riesco a capire come Israele possa fare quello che fa in Palestina e in Libano senza che nessuno si opponga.
Io penso che Israele abbia tutto il diritto ad esistere, ma che si sia spinto decisamente troppo in là: occupare una terra che non è la propria, umiliare un popolo e poi considerarsi delle vittime se questo porta a consequenze estreme è assurdo.
Difendersi è un diritto e vivere sotto ai razzi non si può, ma semi-distruggere un altro paese è
inaccettabile.
Se non ci fosse di mezzo Israele, nessuno avrebbe tanto pudore a dichiararlo un atto criminale.
Ma è altrettanto assurdo pensare che gli israeliani non siano degni di stare al mondo.
Io non riesco ad avere un’antipatia così grande per loro anche se non condivido assolutamente quello che ha fatto e sta facendo il loro governo.
Perchè cacciarli da un caffè?Perchè non mangiare più pompelmi?
Non capisco.
Ciao,
Clara
Lia. io ti leggo spesso. ed è una bella lettura. te lo assicuro. anche se la pensiamo in modo molto diverso su tantissime cose, sentire quello che scrivi è sempre piacevole. utile. perché è meglio (imperativo gentile) cambiare spesso punto di vista per capire come va il mondo. o almeno questo è quanto io credo.
Quindi scusami se mi intrometto, probabilmente sono anche sgarbato, ma non riesco a capirti sul discorso degli israeliani del bar. Non ti dirò certo cosa mi fa pensare, ma se in un bar di qualunque parte del mondo un libanese, un siriano, un iraniano venisse cacciato – davanti ai miei occhi – io starei male. Non certo riderei.
E c’è una differenza abbissale (seppur non troppo marcata) fra lo scegliere arance e il trattar male, deridere, malmenare persone.
Continuerò a leggerti. Come sempre. Ma questo dovevo dirtelo.
X Clara e x Psiko:
Io penso che la lettura del gesto del barista non vada presa come la intendete voi. Provate a vederla cosi’, e non dico che sia il modo giusto ma solo un modo, il mio, per interpretarla.
Sapete che Israele sta bombardando a destra e manca la palestina, successivamente inizia a fare altrettanto in libano. Ad oggi il computo dei morti per le azioni di guerra e’ a favore di Israele ovviamente. Voi siete cittadini di uno stato che fa poco e nulla per far fermare questo massacro che avviene in medioriente. Vedete un chiaro immobilismo europeo-mondiale-onu visto che di mezzo c’e’ sempre sto stato che vanta il diritto ancestrale per difendersi anche senza misurare le azioni prese in tal senso. Si presentano due persone israeliane che mostrano indifferentemente la bandiera israeliana (comprensibile) e quella americana (incomprensibile)…
In quell’istante vi scatta qualcosa dentro, una reazione che nel mondo latita, la reazione che si traduce nel mostrare le pesanti responsabilita’ d’Israele. Andate dai due Israeliani e li mettete alla porta perche’ non sono persone gradite.
E’ il vostro piccolo, probabilmente inutile, gesto di reazione verso l’orrore in scena in questi giorni.Piccolo gesto, ma almeno avete fatto qualcosa.
Le questioni sono due e non bisogna confonderle.
La prima è: in una situazione militarmente attiva, se tu ti proponi con fare militante – quale è il mostrare una bandierina – non puoi non aspettarti militanza uguale e contraria dall’altra parte.
La seconda questione è: fare un post su un episodio del genere. Farne un post, ovvero comunicare, significa estendere il valore dell’episodio, significa farne un messaggio, significa rendere personaggi le persone protagoniste della vicenda. Cioè lo si carica di ancora più valore e del sentimento di chi lo riferisce. Insomma è uno di quei casi in cui ambasciator porta pena.
E qui si può essere d’accordo oppure no.
gentile lia
non condivido l’atteggiamento del barista spagnolo.
se mi consente, avrei preferito che lo stesso avesse servito i due ragazzi spiegando loro che era contro la politica del governo di israele. io l’ho fatto numerose volte con degli statunitensi e sarebbe sorpresa di quante volte mi hanno dato ragione.
ho amici israeliani che sono contro determinati atteggiamenti ed amici arabi che sono contro altri atteggiamenti.
non mi dia dell’antiislamico,intendendo ciò sia in senso religioso che culturale, in quanto sul sito di cui le allego il link troverà alcuni interventi che, penso, dimostrino la mia maniera di pensare.(http://freeforumzone.leonardo.it/viewdiscussioni.aspx?f=80327&idc=7).
la maniera migliore di esporre le idee, spesso è di discuterle, anche se magari dall’altra parte non si vuole sentirle.
ila al-liqah
guido
ulivo velletri
Non…
Non mi era mai successo Se mi volessi cimentare nell’impresa di ripercorrere la storia di questo blog con l’accusa di antisemitismo, penso che ci passerei la nottata. Abbiamo avuto di tutto, qua: da una Deborah Fait regolarmente cestinata, nonostan