C’e’ un mio intervento abbastanza imbufalito, sotto questo post di Mirumir.
Perche’ un articolo che lei ha tradotto, e che sempre lei definisce “provocatorio” e “sarcastico”, e’ finito su diverse mailing list privo dei suddetti due aggettivi e presentato con un “L’arabo vince esclusivamente quando combatte da musulmano, da credente.”
Ora, ecco, c’e’ un problema: ed e’ che a me il Medio Oriente piace, e molto.
Forse si e’ capito, dalla lettura di questo blog: io lo amo proprio, il Medio Oriente.
Con le sue contraddizioni, con la sua tolleranza, col suo mix di gente e religioni, con la sua ironia, con la sua ingenuita’, col suo fervore e le sue ipocrisie, con la sporcizia e la raffinatezza, con i suoi mille volti e le sue mille genti.
Gli voglio bene.
E gli voglio bene perche’ non e’ una cosa sola.
E’ tante cose, spesso in assoluta contraddizione tra loro. E, proprio perche’ e’ cosi’, c’e’ posto anche per me, qui.
Credo sia semplice da capire.
Si appiattisce ogni giorno di piu’, l’Egitto.
La mia finestra sul Medio Oriente.
Capisco che accada.
Ho cercato di farlo capire anche a chi mi leggeva, per un mucchio di tempo, il perche’ questo accadesse.
Solo che non ne sono felice. Non sono affatto sicura che sia questa, la strada che potra’ salvarlo. Tendo a pensare di no.
Per meglio dire: il Libano e’ capitato a puntino per farmelo esplodere per bene, il mio “no”.
Con tutta la mia comprensione e il mio rispetto per tutti coloro che si difendono dall’atroce politica di Israele, rimane il fatto che, no, qui si sta sfasciando tutto. Qui si e’ sempre piu’ carne da cannone. Questo e’ un suicidio.
Detto in poche ma sentite parole: non sta vincendo un cavolo, “l’arabo”.
Il goal della bandiera, al massimo.
Ma non va oltre: al contrario, va indietro. Il semplice fatto che vengano rasi al suolo paesi interi lo mostra in modo lapalissiano, non mi pare che ci sia bisogno di altri discorsi.
Senza infrastrutture, acqua, luce, assistenza, scuole, ospedali, universita’, intellettuali, ma dove cavolo vai?
Ma cosa vinci, me lo spieghi?
Abbiamo delle responsabilita’, in Europa.
Il solo fatto di usufruire di tutte le cose che ho elencato qui sopra e di non doverne temere la mancanza da un momento all’altro dovrebbe rappresentare il sacrosanto obbligo morale di pensare a vie di uscita un po’ migliori del rilancio acritico di grida di battaglia destinate, per giunta, a un pubblico israeliano che si desidera provocare.
Si puo’ fare di meglio, ecco.
Specie di fronte a tanta carneficina.
Pensavo a questo da qualche giorno quando e’ arrivato Tonino, nei miei commenti, e ha detto esattamente cio’ che io volevo dire e non potevo, non trovavo il modo.
Che dire: grazie, Toni’: mi hai salvato dall’ulcera.
Perugia, il tuo esercito superequipaggiato e bombato sta vincendo con un mignolino lo scontro con un paese grosso la metà e privo di difese, con le conseguenze che ben si possono immaginare. A-v-e-t-e stravinto. Con buona pace di tutti noi che invochiamo il fato come supremo esattore dei torti e delle ragioni, degli editorialisti progressisti che si baloccano con l’idea di una potenza militare incapace di sostenere il confronto asimmetrico e quindi vittima della sagace trappola in cui sarebbe stata attirata da Hezbollah e Iran…
Sarà ma alla fin della fiera chi ha potuto condurre una guerra di consolidamento, utile a svezzare nuove leve di politici e di soldati, facendosi qualche graffio e lasciando l’avversario steso orizzontale è solo uno. E chi rimane per terra, anche è solo uno. E nonostante quello che ci siamo continuamente ripetuti in questi giorni: che difficilmente Hezbollah scomparirà e che l’attacco ha fatto schizzare l’appoggio dei libanesi ai massimi storici. E allora? E’ veramente l’obbiettivo ultimo israeliano l’annientamento delle milizie? Davvero le bombette sganciate sulle case erano frutto di irresponsabile disattenzione? Davvero quello a cui stiamo assistendo è il prodotto di uno stato ‘pasticcione’ che per colpevole imperizia scivola in un errore dietro l’altro?
Non ne sono più tanto sicuro, forse quelli caduti in trappola sono gli altri (quelli che non hanno niente da perdere se non lottare fino alla morte) e i veri fessi siamo noi (quelli che pensano di avere capito tutto).
Secondo me state vincendo a mani basse. Perfino sul piano politico. Perfino sullo spinosissimo piano mediatico.
Ma non vi basta. Dovete pure avere ragione. E via con i blog libanesi letteralmente invasi da israeliani che a sti poveracci vogliono pure togliere il diritto di imprecare, gli fanno la morale in diretta e gli spiegano in cosa hanno drammaticamente sbagliato.
Sù rinfoderi la spada. Avete vinto.
turo
volevo segnalare questo editoriale di El Pais, ma soprattutto stavo pensando quando sarà possibile in Italia leggere o scrivere qualcosa del genere su un quotidiano di tale tiratura.
veramente ci sono paesi e paesi e la Spagna pare proprio un bel paese
http://www.elpais.es/articulo/elpporopi/20060804elpepiopi_5/Tes/fuerza/raz%F3n/raz%F3n/fuerza
Carlo
Leggo proprio ora su Repubblica che Israele ha colpito un importante centrale elettrica libanese,vogliono proprio riportarli all eta’ della pietra !
E’ uno schifo ,l’esercito israeliano che sembra combinare poco contro gli Hezbollah si sfoga contro la popolazione e cio’ che è indispensabile per la vita del Libano
http://www.repubblica.it/2006/08/dirette/sezioni/esteri/mediorient/4agosto/index.html
L’aviazione israeliana ha bombardato questa mattina una centrale elettrica che serve la parte meridionale della valle della Bekaa, nell’Est del Libano, e gran parte del sud del Paese. Lo ha reso noto la polizia. I caccia-bombardieri hanno colpito la centrale elettrica “Ibrahim Abdel Aal”, situata a Sohmor, a 4 km a Sud del lago artificiale di Karaun, sulla diga del fiume Litani. La corrente elettrica è stata interrotta nella regione, ha aggiunto la polizia, senza essere in grado di fornire un bilancio dei danni o di eventuali vittime.
Carlo Fusco
Cara Lia, forse a questo proposito io vedo le cose in maniera non troppo diversa da te. In Libano la guerriglia sta in effetti avendo una chiara, cristallina vittoria militare e politica sul campo (in termini di guerra asimmetrica ovviamente), ma questo nell’inquietante contesto della totale distruzione dello stato libanese e quello che è più importante per me nell’evidente dimostrazione della nuova chiara debolezza dello stato di israele e dei suoi soci a delinquere anglo-americani.
Ora questa debolezza che molti avevano predetto ma che adesso è sotto gli occhi di tutti nel mondo arabo è l’ingrediente principale per un disastro di proporzioni epocali, ché la potenza militare dei suddetti criminali è assolutamente immensa.
Perché questa gente è molto più probabile che ricorra alla guerra totoale con l’iran e la siria dopo una sonora quanto ormai inevitabile sconfitta nella campagna del sud del libano. Tanto più che l’opinione pubblica è cotta a puntino non solo in israele ma, di fronte all’evidente debolezza politica di israele dopo la loro sconfitta militare, lo sarà anche negli usa, ché questo è proprio quello che serve per infondere nella gente la paura necessaria a far funzionale la macchina militare come vogliono i neocon, ovvero supporto totale verso cosette come la coscrizione e l’uso sul campo di armi nucleari tattiche.
Ora siamo molto più vicini a questi scenari di anche solo un anno fa.
Karim
Cosa hanno vinto Lia? Vuoi dire che sono stati capaci di distruggere il Libano fino in fondo e farlo tornare anni indietro? Avresti pure ragione se questo fosse il tuo messaggio. Ho letto attentamento l’articolo pubblicato sul blog di Mirmur e direi che l’analisi della psicologia del soldato arabo che proposta da Jihad Abu Az Zamman e` proprio azzeccata e, nel contempo, non e` per niente in contrasto con la tua prospettiva. Nessuno oserebbe parlare di una vittoria degli Hezbollah sul campo militare, e` vero. Si sta parlando piuttosto di una dura e sorprendente resistenza dei miliziani alla gigantesca e atroce macchina di guerra israeliana, se non mi sbaglio. E che il fervore col quale gli arabi combattono sotto la bandiera dell’Islam li rende compatti, solidali e felicemente pronti ad immolarsi, il che non accade quando si combatte per patriottismo o in difesa di qualche ideologia nazionalistica.
Dunque, la vittoria dello stato d’Israele, con un esercito dei piu’ equipaggiati al mondo e l’avallo incondizionato dell’unica superpotenza, sugli uomini di Nasrallah e` indubbia. Ma si faccia pure riferimento alla stampa israeliana per capire meglio dove ha fallito l’offensiva sionista.
Saluti dal Cairo.
lia
Io e Carlo Fusco stiamo vedendo uno scenario assai simile, mi sa.
Karim: intanto l’articolo non e’ di tale Jihad Abu Az Zamman ma di Gilad Atzmon, semplicemente.
Il quale, credo, piu’ che esaltare l’efficacia della guerra santa vuole provocare l’opinione pubblica israeliana e richiamarla a qualche sua contraddizione.
Il fatto che tanti musulmani siano corsi a specchiarsi nella provocazione di Atzmon verso i suoi correligionari mi fa pensare, come al solito, che un pizzico in piu’ di distacco critico non guasterebbe, di tanto in tanto.
Io non discuto il valore in battaglia dei musulmani.
Mi interrogo su due cose, pero’:
1. Per arrivare a diventare “felicemente pronti a immolarsi”, come dici tu, c’e’ bisogno di un lavoro previo sulla coscienza collettiva che ha dei costi enormi, principalmente interni: per arrivare a societa’ e coscienze monolitiche bisogna spazzare via la diversita’.
Non so: l’arabo vince quando e’ musulmano? E degli arabi cristiani che si fa? Ditemelo.
Nel mio ex campus hanno accoltellato due ragazze che non erano abbastanza coperte. All’uscita del Cervantes del Cairo, una studentessa in maniche corte si e’ vista arrivare addosso una secchiata di candeggina da un tizio che passava in bici. Non e’ questo il mondo che io ho conosciuto e amato per anni.
Tu, in Egitto, quanto Egitto vuoi sacrificare, vedere scomparire, per arrivare a una societa’ felice di immolarsi? Quale capitale culturale – fatto di tolleranza, capacita’ di convivere tra religioni, solidarieta’ – deve morire perche’ esiste Israele e non c’e’ altro modo di difendersene?
Vogliamo farla, un’analisi previa dei costi?
Possibile che non ci sia alternativa al suicidio, per resistere?
2. Qua si sta parlando di immolarsi davvero, non e’ un modo di dire.
Il Medio Oriente (mica il Golfo: i paesi piu’ culturalmente ricchi e complessi, dall’Egitto al Libano, dall’Iraq alla Siria e, anche, l’Iran) sembra impegnato con tutte le sue forze a diventare, ogni giorno di piu’, LA COPIA SPUTATA DELLO STEREOTIPO CHE, DI ESSO, HA DISEGNATO L’OCCIDENTE.
E prima non lo era, e ci divento matta.
Hezbollah combatte bene quanto vuoi, ma Israele li ha usati per fare la guerra al Libano, non a loro. A me pare che siano caduti in una trappoletta fatta ad uso e consumo dei media che dovevano poter scrivere che Israele si era dovuta difendere. Combattano pure, ma non c’e’ piu’ un Libano.
A me pare ovvio che un mondo di fervidi aspiranti martiri e’ piu’ facilmente spazzabile via con gli strumenti di cui parlava Carlo Fusco di quanto non lo siano societa’ con le quali e’ possibile un’identificazione.
Temo che vi lasceranno giocare ai guerriglieri fin quando gli serviranno scuse per indebolirvi a suon di bombardamenti e che, quando penseranno che e’ arrivato il momento, vi spazzeranno via a milioni.
Dicevo l’altro giorno a un’amica che qui ci si trasforma sempre di piu’ in partner della partita di ping-pong decisa da USA e Israele, prendendo posto dalla parte opposta del tavolo come da loro precisa indicazione: vogliono combattere contro barbuti fanatici? Pronti! Ecco il Medio Oriente tutto che corre a diventare barbuto e fanatico.
C’e’ qualcosa che non va.
Questo, penso io.
Non mi torna, non ci vedo nulla di buono.
Tutto qua.
me
“…Abbiamo delle responsabilita’, in Europa…”
forse e’ ora che tu decida da che parte stare… non puoi continuare a identificarti (o nasconderti?) nel vissuto mediorientale e poi rivendicare diritti da un corpo, istituzionale e politico, ma ancor piu’ culturale e identitario, per il quale sembra tu non voglia avere a che fare…
jishu1972
la cosa piu’ avvilente e’ la risposta nulla del mondo. Come quando Hitler ha iniziato a farsi i porci comodi suoi la societa’ delle nazioni ha solo borbottato qualche parola di condanna.
E lo stesso dicasi di tutte le guerre che si combattono, ora, in giro per il mondo ovvero 22 guerre e varie zone di tensione
http://www.warnews.it/index.php/content/view/196/28/#wars
SI dica chiaramente che l’onu non rappresenta niente e nessuno se non gli interessi di qualche paese (quelli con potere di veto).
Andrebbe riformata abolendo il potere di veto, ogni nazione deve avere lo stesso potere negoziale .
Altrimenti e’ come avere un parlamento in cui basta un parlamentare per bloccare il lavoro degli altri, va da se che nessuno accetterebbe un parlamento del genere e allora perche’ si accetta
che l’onu funzioni cosi ?
nikink
stavo per commentare i conati che mi procura la citazione di Magdi Allam, quando ho incocciato nel successivo commento di Perugia
gli dedico un conato, va
lia
Me: forse sarebbe il caso che tu ti firmassi, coglioncello/a.
Non credo tu possa darmi lezioni, dall’alto di palle piu’ leggere di una piantina di menta.
(Ma tu pensa che gente…)
Carlo
Avete letto il brillante articolo del solito Magdi Allam ?
Ecco la parte saliente”Ecco perché tutti noi dovremmo essere onestamente e decisamente al fianco di Israele. Perché Israele ha il diritto di esistere. Perché solo la sconfitta del terrorismo dell’Hezbollah e di Hamas permetterà ai libanesi di vivere in pace e ai palestinesi di avere il loro Stato indipendente. Perché se la sicurezza di Israele dovesse essere messa seriamente a repentaglio e se gli israeliani si dovessero sentire abbandonati e criminalizzati, a quel punto sarebbe veramente la fine della vita e della speranza per il Medio Oriente. Oggi più che mai sostenere Israele significa prevenire la catastrofe generale e schierarsi dalla parte della pace per tutti.”
notevole,eh ?
la versione integrale,per chi ha ancora voglia di leggersela è su :
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/08_Agosto/02/allam.shtml
Piero Perugia
Finalmente un Magdi Allam che scrive cose giuste e sensate.si è rinsavito. Meno male.Speriamo che continui così.
Tonino
Il post di coldesert che ho citato da me si conclude con questa preghiera:
I pray God not to let the hatred contaminate my soul. Amen.
angryarab invece la mette così:
On Hate. I was thinking about us Arabs who are watching a savage Israeli war on Lebanon on live TV. I have been thinking about hate. Just yesterday, I read a column by the confidante of Rafiq Hariri (that corrupt politician who put the foundations of the construction not of Lebanon but of the Israeli/American/Saudi conspiracy in Lebanon), Faysal Salman, writing in As-Safir. And the column was a very vicious anti-Jewish babble. I really think that we should avoid the pressures to succumb to hate. I always cite Richard Nixon when he gave that rambling address at the White House before leaving after his resignation. He said, I am paraphrasing: Your enemies don’t win, until you hate them. And when you do, you destroy yourself. Hate is not a constructive energy, not politically and certainly not personally. I am not here preaching a message of Christian or hippie “love.” Political anger is justified but that has to be articulated in a rational and humane manner. We can’t, or shouldn’t, allow Israel and its crimes to make us worse as human beings, especially when we criticize the Zionist project on humanitarian grounds. Go back to sleep.
(http://angryarab.blogspot.com/2006/08/on-hate.html)
C’è una consapevolezza della trappola tesa, posto che la consapevolezza serva a qualcosa. E dove non c’è in ogni caso non è che l’unica risorsa che riescono a spremere fuori dalle difficoltà sia una stolida capacità di resistere, testa bassa e all’arembaggio. C’è un’ostinata determinazione a non farsi disumanizzare. E molto altro per quanto riguarda i combattenti: disciplina, concretezza, coerenza, un po’ tutto il contrario di quello che gli viene attribuito.
Dire che non hanno niente da perdere se non lottare fino alla morte (gli sciiti libanesi o la resistenza palestinese) non voleva quindi essere un modo patetico di dipingere la questione. Anche se sentire un deputato Hezbollah alla televisione intervistato su sentisse ad avere una condanna a morte pendente sulla testa, ti fa pensare che non sia esattamente una semplificazione retorica.
bluedanube
Scrive Tonino: “ E via con i blog libanesi letteralmente invasi da israeliani che a sti poveracci vogliono pure togliere il diritto di imprecare, gli fanno la morale in diretta e gli spiegano in cosa hanno drammaticamente sbagliato.”
Se v’interessa anche sui blog, forum dei paesi dell’Est Europa c’è una vera invasione di post provenienti da Israele (si può leggere persino l’IP …) che oltre a proporre più o meno le stesse “teorie” in circolazione anche da noi sono oggetto di uno sbeffeggiamento mai visto, si sono scatenati (dovete sapere che molti di questi paesi hanno delle leggi molto restrittive contro l’antisemitismo, peggio della Francia o la Germania, d’altronde c’è stato li il più grande numero di ebrei deportati e poi morti nella seconda guerra mondiale) tutti e non c’è censura che tenga (c’è pure il forum e blog “moderato” … non passerebbe niente che possa essere individuato come insulto) perché le battute sono molto semplici ma micidiali per l’orgoglio di un israeliano. Malgrado i Media latitanti con l’informazione Israele la guerra mediatica l’ha persa decisamente.
Tonino
bluedanube: direi che è importante saperlo. Quella sull’esito mediatico dello scontro rimane una domanda aperta. Dal punto di vista israeliano la prima preoccupazione non è contenere lo sdegno, ma far passare dei concetti di ordine generale. Cannoneggiando a pioggia con slogan come quello sulla responsabilità dello scoppio delle ostilità, quello sul pericolo iraniano e siriano, sugli Hezbollah che si nascondono tra i civili e così via sanno di potersi conquistare sempre una certa percentuale di consensi e di instillare il dubbio in tutti gli altri, inclusi gli oppositori. Chi contesta lo fa in modo civile ed elaborato e spesso non si accorge di prendere per buone le premesse della propaganda, e a volte lo fa per un malinteso senso di sfida intellettuale: ti spiego perché sei in contraddizione anche secondo il tuo sistema logico.
Peccato che dell’essere in contraddizione se ne strasbattano e che il sistema non necessariamente si regga su criteri logici.
Comunque sentite un po’ che dice Yehoshua in coda a questo spezzone video (è corto). In effetti se la funzione degli intellettuali è esplicitare le ragioni profonde di una collettività, non potrebbe essere più chiaro (e sembra una risposta chiamata ad angryarab qui sopra):
http://multimedia.repubblica.it/home/364823
lana caprina
tanto di noi si può fare senza
Chissà, avrà forse ragione Pablo quando, ispirandosi ad un mio dolente commento in fondo a questo post, loda il caro vecchio movimento per l’autoestinzione, la cui esistenza già tanto ci consolò mesi addietro ed i cui emuli – radicali liberi, com’