Immagina questo: ti svegli alle 5 del mattino, sconfitta dalle zanzare e anche perché sei un po’ stressata da tutta questa tua roba che deve uscire da ‘sta casa entro lunedì prossimo, e tu con lei.
Ti rimiri gli scatoloni che hai cominciato a riempire giusto oggi (o era ieri?), mangi una carota nella pre-alba milanese e ti dici: “Cia’ che scrivo un post”. Sugli scatoloni.
Sbadigliando, te ne vai su Google Image a cercarti una foto di scatoloni che ti illustri il post e cosa ti appare?
Casa tua. Con i tuoi scatoloni.
La stessa scena che hai sotto gli occhi adesso, già nell’archivio di Google, pronta per l’uso. L’unica differenza è che allora li stavi svuotando, i cosi, e adesso li riempi. Ma sono loro, uguale.
Be’: ti viene il dubbio di avere un blog un po’ ripetitivo, quando ti succede una cosa così.
Si gira un po’ su se stessi, ecco.
Il pensiero successivo è che forse la dovrei reprimere, quest’ennesima ondata di post da trasloco: sarebbe la quarta, da quando ho il blog, e davvero non è possibile starsi a raccontare sempre le stesse cose.
Avere sempre gli stessi stress.
Affaticarsi sempre nello stesso modo, e sempre come se fosse la prima volta.
In genere succede dall’analista: tu parli, parli, parli e poi, un bel giorno, ti accorgi di stare dicendo cose che hai già detto. Cento, mille, un milione di volte.
E’ un momento importante dell’analisi, quello. E’ quando prendi coscienza delle trappole in cui sei infognata, delle gabbie che ti tengono stretta. Me lo ricordo perfettamente. Ti vieni a noia, tu e le tue sempiterne dinamiche, e la noia di sé fa benissimo, è meglio del fertilizzante. Ti obbliga a coltivare cose nuove da dirti.
Ritrovarsi i propri scatoloni già pronti su Google Image fa lo stesso effetto, ed è pure gratis.
Notevole.
Io non lo scrivo, il millesimo post da trasloco.
Traslocherò pensando ad altro e mi farà benissimo.
Ché contemplarsi l’ombelico va pure bene, non dico di no, ma – davvero – non riesco a pensare a nulla di più terrificante di un ombelico ripetitivo.
Dai, giuro.

Quindi ora saremo costretti a ricercari i post da trasloco precedenti! Dura la vita del lettore di blog…
Gentile Signora Lia,
questo commento si riferisce all’articolo: “Se avessero dei blogs”, ovvero al comunicato dell’UCOI di cui si è tanto parlato in questi giorni. IO non so se tutto si può e si deve ridurre a un problema di comunicazione. Ne dubito. Sono sicuro però che i mezzi di comunicazione di massa operino una costante svalorizzazione delle violenze e delle sofferenze subite da chi non appartiene all’occidente. Così i civili morti a Baghad o a Gaza o in Libano risultano agli occhi del cittadini medio un po’ meno che umani. Un attentato in Israele con 5 morti comporta un servizio di due pagine, le prime due. Mille morti in Libano meritano a stento un titolo. E’il razzismo che diventa evidenza, che non si preoccupa di spiegarsi, che da per scontata la subumanità del “nemico”. Questo accadeva anche per le vittime del terrorismo in Algeria, o per quelle dell’ultimo attentato in India, che non ha suscitato la stessa attenzione mediatica del molto presunto attentato londinese agli aerei.
Tutto questo per dire che in qualche modo è necessario paragonare e confrontare per ridare un volto umano alle vittime cui esso è negato. Ed è negato con coscienza, Le ho inviato tempo fa una dichiarazione dell’ambasciatore Bolton secondo la quale le vittime libanese non sono moralmente equivalenti a quelle del terrorismo. Questo non è un errore di comunicazione?
A volte si finisce per impigliarsi nelle strategie. A volte l’ingenuità può essere chiarezza. Non lo so. Tutto il mondo mediatico, con poche eccezioni è impegnato nel disegnare il volto del nemico assoluto. Come penetrare in questo muro?
Grazie per l’ospitalità.
genseki
Signor Genseki, sposto il suo commento sotto il post a cui si riferisce, se non le dispiace.
Un altro post bellissimo, l’ho riletto tre volte… Ciao Lia!
Storie di me
Cose trovate al rientro
Un altro trasloco di Lia. In bocca al lupo ! Il post è bellissimo. I suoi lo sono sempre, ma questo un po\’ di più ancora.
I 50 siti più cool secondo Time magazine [Via Motoricerca]
Un …
Gentile Signora Lia,
naturalmente può cambiarlo di posto il mio messaggio. Il fatto è che sono ancora un po’ goffo con la “politesse en ligne”. E me ne scuso.
Il fatto è che le sue riflessione hanno coinciso con un mio cruccio, e ho cercato di interloquire senza riflettere molto.
La memoria è fatta di confronti e di paragoni, la memoria storica, intendo dire. E vi è un uso euristico e un uso politico di esse. Credo che valga la pena discuterne.
Sarò goffo ma non prepotente sig. Charlie e non volevo obbligare nessuno a fare niente!
Un’ultima annotazione personale per Lei, Signora Lia, anch’io sono stato per alcuni anni proessore a Genova e le posso assicurare che nella scuola genevose si possono incontrare persone ricche coraggiose e stimolanti.
Ora vivo in Spagna.
Grazie per l’ospitalitá
Mah io ricordo solo i tuoi post dell’anno scorso sul trasloco a Milano, quindi per me potresti pure riscrivere tutto.
Va bene anche se ci aggiorni da Genova direttamente. Ma se lunedì prossimo devi essere fuori casa, vuol dire che hai trovato a Genova? Io ho una casa nelle vicinanze. Prima o poi riuscirò a incontrarti?
Un bacio
Pedrita
cavolo che cosa interessante che hai detto!
in effetti anche io mi annoio delle mie dinamiche che sono sempre le stesse.
forse e’ per questo che lavoro 15 ore al giorno.
Sono tornato dalle meritate ferie, e … rifaccio le valige x il fine-settimana.
Questa settimana di lavoro è stata faticosissima. Riprendere il ritmo dopo un periodo di relax è stato tragico.
Domani, carico la macchina di tutto e… vai!
Auguri Lia!
Non ti crediamo Lia, i post del trasloco arriveranno e noi siamo qui ad aspettarli. ECCHECCAVOLO. Mi hai fatto pensare al mio amico Maurizio, ai suoi racconti di quando era in analisi lacaniana. Lo sai che ha fatto un giorno la terapeuta lacaniana stufa di sentire le sue ripetizioni? lo ha cacciato subito via, tre minuti dopo l’inizio della seduta, se ne vada non sta lavorando lei oggi, e gli ha presentato tariffa doppia. Pare che sia funzionato…:-)
…ti capisco in qualche modo…anche io subirò il terzo trasloco in tre anni!
il primo causa matrimonio, un trasloco “felice” se ne esistono…il secondo causa separazione, più felice ancora visto che non ci sopportavamo più ed ogni istante era diventato un peso, ogni sera la tentazione di dormire in macchina era più forte, il pensiero “cosa torno a fare? tanto li non mi aspetta nessuno…” sempre più una consuetudine, si perchè si torna sempre a qualcosa, se si ha una compagna si torna da Lei, se si sta soli si torna da se stessi ma comunque da “qualcuno” che ti aspetta, tornare e sapera di essere un peso è brutto…brutto davvero.
ed ora arriva il terzo trasloco, causa sfratto, si sfratto, appena finito di ambientarmi, appena sono riuscito a sentire quell’immobile strapieno di oggetti libri cose varie come “casa” me ne devo andare; questo non è “felice” questo è solo una gran rottura di scatoloni ma mi consolo pensando alla tristezza che mi verrebbe se fossi nato vissuto e magari sul letto di morte senza aver mai cambiato posto, senza aver vissuto nessun’altr luogo.
tu sei fortunata in qualche modo, hai vissuto in città diverse, in paesi diversi ed ora stai per vivere Genova, che non è Milano, è diversa, lo vedrai e spero che la amerai e magari, al prossimo trasloco ( ci sarà, ci sarà, sei un’anima troppo inquieta per fermarti ) la rimpiangerai un pochino, solo un pochino…
ciao Lia.