plaid

Essendo entrambi sprovvisti di manuale di accompagnamento, tocca arrangiarsi: “Ma tu come sei?” “Non ne ho la più pallida idea!” “Allora vediamo: cosa dice di te tua figlia?” “Dice che sono egocentrica. E tua moglie cosa ti rimprovera?” “Ah, di averle rovinato la vita.” E rimaniamo un po’ in silenzio, cercando con la memoria qualche sponsor capace di apportare testimonianze più invoglianti sulle nostre caratteristiche, possibilmente senza ridurci a citare la mamma.

Mi guarda sospettoso: “Non vedrai mica in me una figura paterna, vero?? No, ma non credo: un padre ce l’hai, è presente, lo senti ogni giorno. Non è quello che cerchi, ne sono certo.” E una si fissa le unghie cercando disperatamente di farsi venire in mente cosa diamine ci sia mai da cercare, in un uomo, se non la figura paterna. L’alternativa è dirgli qualcosa del tipo: “Credo che esporsi periodicamente ai feromoni maschili abbia un effetto benefico sull’equilibrio chimico dell’animale femmina, e quindi miro ad annusarti con una certa regolarità“, ma è che sono concetti che vanno espressi con garbo e attraverso qualche metafora: “Hai degli occhi molto belli“, tipo. E ci si addentra un po’ a tentoni in queste confidenze serali, quindi, annaffiate dal vino che lui prende in Sottoripa prima di salire da me e che ha la duplice funzione di abbassare gli spigoli di entrambi e di deporre, la mattina dopo, una pietosa cappa di oblio sulle cazzate dette la sera. E pensi che le abilità richieste ad un uomo cambiano, nei diversi momenti della vita: arriva un momento in cui non te ne frega più molto, della massa muscolare di chi ti gira per casa, ma sai che lo butteresti giù dalle scale se arrivasse col vino sbagliato. Non per altro, ma perché lavorare col mal di testa, la mattina dopo, te lo farebbe odiare.

Se c’è una categoria di uomini domestici e propensi a fare tana ovunque si poggino, quelli sono i separandi. Perché ancora non hanno scoperto le virtù della scapolaggine e ne affrontano, invece, solo l’improvvisa scomodità, unita a quella puntina di freddo notturno a cui non sono abituati ma che presto impareranno a tenere a bada con una coperta in più, che è tanto meno ingombrante di una intera femmina a cui badare anche da svegli. Prima che imparino, però, tendono a tirare fuori il plaid che è in te: operazione non difficile, nel mio caso, ché noi donne pigre ci identifichiamo benissimo nel ruolo di termocoperta e specie d’inverno, anzi, non vorremmo fare proprio niente altro. Questo mi fa pensare che l’inverno sia la migliore stagione per separarsi e cercare riparo altrove, da un punto di vista maschile: il gelo fuori dall’uscio di casa rende paciosa e accogliente qualsiasi donna sensata, ché a far casino ci penseremo col disgelo.

(Dicono che Genova cominci ad essere soleggiata già a Gennaio)