1183736304_5abde2c107_m1

Trovo miope l’atteggiamento di chi, a proposito della nuova piega presa dalle cronache italiane, parla di “fatti privati che dovrebbero rimanere tali”, della signora Berlusconi che dovrebbe usare i post-it e non i giornali e via storcendo il naso.

Lo trovo miope perché la faccenda Lario-Berlusconi non investe il privato di un semplice amministratore della cosa pubblica: traduce in parole, piuttosto, il modello etico che viene propinato a questo paese da quando esiste il berlusconismo. Prende le infinite immagini della mercificazione dei corpi e dei sentimenti di questo paese – immagini a cui siamo assuefatti, il panorama che vediamo ogni mattina – e le trasforma in discorso.

E non è la stessa cosa – non in questo televisivo paese – vedere un premier truccato e liftato accompagnato da bellezze e lustrini, e sentirci raccontare l’immagine, leggere la didascalia: “”Ultrasettantenne con minorenne”, “Attricetta retribuita con pubbliche istituzioni”. Forse può esserlo per noi, scafati adulti avvezzi al cinismo e consapevoli delle cose del mondo, ma non lo è per i destinatari del modello etico di cui parliamo, ovvero i ragazzi che ci crescono, con i modelli del berlusconismo, e che si stanno potentemente chiarendo le idee, in questi giorni, dando un nome a un sacco di cose viste e non dette per anni.

Guardateli in faccia, i ragazzini, mentre gli mostrate un presidente del Milan circondato da bellezze. E poi tornate a guardarli di fronte alla descrizione: “Vecchio che mette le mani addosso alle ragazzine perché le paga”. Si passa dalla TV alla loro pelle, con la semplice aggiunta di una definizione in parole. E si nota, dalla smorfia che fanno.

Sono dell’idea che la politica fatta a colpi di interventi sull’immaginario pubblico, sui sistemi di valori della gente, su proposte di modelli di vita e di comportamento, debba passare a tutti i costi per la messa a nudo di chi se ne fa esempio vivente e portavoce. Se io ti vedo in tutto lo squallore del modello che proponi, sarà dura che il tuo modello continui a convincermi. E’ più probabile che cominci a sembrarmi squallido anch’esso. E, francamente, mi interessano poco i sondaggi in generale sulla tenuta della popolarità di Berlusconi in questa vicenda. Io vorrei vedere quelli riferiti ai soli ragazzi, quelli tra le fasce di età più giovani. Ai ragazzi fanno orrore, ‘ste porcate. Pure a quelli meno critici, pure ai più tonti. Nemmeno il più convinto tra i giovani berlusconiani la regge, l’immagine del settantenne ricco con la ragazzina. E quindi andava fatto, ‘sto discorso. Bisogna sempre dare un nome alle cose.

E la messa a nudo, ahimé, poteva venire solo dalla moglie. Un capo carismatico lo mette a nudo chi gli è vicino, mica gli avversari politici. E non credo che si stia divertendo molto, a farlo, quindi potremmo almeno farle il favore, tutti quanti, di non complicarle le cose indebolendone la già precarissima credibilità di donna, qualunque sia il motivo per cui si è addossata ‘st’incombenza. Intaschiamoci il regalo e grazie, direi. Il resto (le dinamiche della coppia, i perché adesso e perché così) è, quello sì, un mare di fatti loro. A noi interessa l’analisi ravvicinata di un modello che ci viene somministrato da venti anni, non altro.

lario

Trovo infine miope, pur comprendendolo, chi fa notare che i problemi e i crimini di questo paese sono altri, rispetto alle storie di mutande del premier. Vero, ma l’opinione pubblica è il prodotto dell’ideologia della mutanda. Metterne in discussione i modelli attaccandoli frontalmente, forse, è più utile di quanto non sia sognarla miracolosamente adulta, capace di affrontare i problemi nell’ordine che piacerebbe a noi.

Non saremmo mica a questo punto, se fosse così.

E, a proposito di opinione pubblica, segnalo questo interessante scherzo del Pais che, volendo attirare i lettori su un articolo sulla tragedia ignorata del Darfur, ha messo in homepage un titolo su Berlusconi e George Clooney che non c’entrava niente ma che ha spinto molti, me compresa, a cliccarci sopra.

crop