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La sento nel pomeriggio e mi dice che è arrivata a Valencia per fare l’esame di domani, che il fidanzato è rimasto a Logroño, che stasera dorme in un ostello e che passerà la serata ripassando in un baretto tranquillo e cose così.

Alle due e rotti di notte, mentre sto per spegnere la luce sul comodino, mi casca l’occhio sul portatile aperto su Facebook e vedo che mia figlia, 38 minuti prima, ha scritto quanto segue:

A Valenzia, giostrandomela in modo tale da tornare all’ostello accompagnata da due poliziotti in borghese che mi parlano di menage a trois (ma in generale eh!). E tutto per scappar via da un gruppo di italiani che ho accusato di “prodotto berlusconiano” dopo che avevano preso in giro un povero venditore ambulante. Nella norma, insomma.

Poliziotti? Ménage à trois? Scappare da un gruppo di italiani? Ma cosa combina mia figlia invece di studiare?? E siccome sono pur sempre un mammifero di razza Madre, afferro il telefono e, incurante di SSG che geme: “Ma sono le 2 e 40, come puoi chiamarla a quest’ora…?” la convoco a rapporto nella cornetta per sapere se è arrivata sana e salva a destinazione e se sta bene, ché dopo tanto messaggio mi pare il minimo.

Mamm-zzzzz… ma come mai mi chiami a quest’ora…? Ah, sì, sono arrivata, sto bene-zzzzz, mi ero appena addormentata, no, tutto bene, ti spiego, zzzzz….

E, insomma, lei era lì che studiava e a un certo punto c’era questa tavolata di italiani che schiamazzava contro un venditore ambulante marocchino e non la finivano più, e il venditore si difendeva ma gli italiani non lo capivano e lui non capiva loro e a un certo punto gli italiani stavano esagerando ed erano assai aggressivi e allora la Pupina ha riposto il libro, si è alzata ed è intervenuta per fare da interprete in soccorso del marocchino.
Solo che questi italiani avevano preso a spintonarlo, il marocchino, e allora la Pupina ha strillato: “Ma insomma, ma che modi sono, che roba è questa?? E’ un prodotto berlusconiano, comportarsi così???

Insomma, mamma, quando ho detto questa frase apriti cielo!! Hanno cominciato a dire che cosa c’entrava Berlusconi, indignatissimi, e contemporaneamente urlavano che bisognava bombardarli tutti, questi immigrati, e mandare l’esercito a sbatterli a casa loro e che però Berlusconi non c’entrava niente e come avevo osato metterlo in mezzo e, insomma, a questo punto il povero marocchino era terrorizzato, ché eravamo io e lui contro ‘sti pazzi, e ha chiamato la polizia. E allora due tizi in borghese che stavano seguendo la scena si sono avvicinati, hanno tirato fuori i documenti da poliziotti e hanno fatto una ramanzina agli italiani facendoli finalmente calmare e sono stati bravissimi, ché alla fine gli hanno detto: “Y a ver si aprendéis a tratar con la gente que trabaja para ganarse el pan!!!” e io mi sono sentita così orgogliosa di loro…

Traduzione della frase dei poliziotti: “E vediamo se imparate come ci si comporta con la gente che lavora per guadagnarsi il pane!

E insomma, alla fine ero un po’ preoccupata all’idea di allontanarmi da sola, con questi che mi avevano riempito di insulti perché avevo nominato Berlusconi, e ho pensato che magari mi avrebbero picchiato dietro un angolo e allora ho chiesto ai poliziotti se gli andava di camminare con me fino all’ostello e loro, simpatici, mi hanno accompagnato. E per strada mi dicevano che pure io, chiamarli “prodotto berlusconiano”… Che, certo, sicuramente avevo ragione e che lo erano, ma che sarebbe stato più prudente non dirglielo. E poi, niente, si sono messi a parlare di Berlusconi e di Noemi, e da lì ai ménage à trois, ma in generale, e così mi hanno scortato fino a destinazione e adesso dormivo, buonanotte, ci sentiamo domani e ti dico dell’esame.

Mia figlia ha entrambe le nazionalità, quella spagnola e quella italiana. E’ cresciuta in Italia e poi, a 19 anni, è andata a vivere nel paese natio. E lì ha scoperto che la politica, che in Italia la disgustava, in realtà le piace un mucchio. Ed è una cittadina spagnola coscienziosissima che crede fermamente nel dovere di votare; solo che, per quanto io l’abbia implorata, il suo diritto di voto in Italia lei non lo esercita. Vota solo in Spagna e, dell’Italia, non ha più uno straccio di documento. Per scelta, perché non lo vuole avere. Mi si è fatta spagnola e, della patria materna, salva l’amore per la pizza e poco più. La nostra vita pubblica la mette a disagio. “Mamma, non ce la faccio proprio. Io, quando sento parlare sui media spagnoli della politica italiana, mi vergogno troppo. Tu non te lo puoi davvero immaginare, che figuraccia è.

E tuttavia è coinvolta, pure lei. Sennò non si sarebbe alzata per cercare di fare ragionare un branco di connazionali a Valencia.

Ed è che è piena di contraddizioni, la vita degli espatriati e di chi nasce tra frontiere eccetera. Hai voglia, a prendere le distanze. Impossibile riuscirci fino in fondo. Prima o poi ti alzi, e cerchi di mettere una pezza alle figuracce.
Il tuo sassolino contro l’oceano, una cosa così.