Non so che gusto ci provi la stampa italiana a dipingere gli stranieri in Egitto come un branco di pusillanimi scompostamente in fuga. O, meglio: capisco benissimo che i turisti stranieri non desiderino, in maggioranza, vivere una rivoluzione non prevista, ma virgolettare un presunto coro di tutti gli stranieri, residenti compresi, con la frase “Abbiamo tanta paura“, mi pare eccessivo. (Era il titolo de La Stampa online questa mattina. Ora, per fortuna, lo hanno corretto con un più sobrio “Abbiamo paura“.)
Intendiamoci: non è che uno non abbia paura. La notte dell’altro ieri, quando si seppe che circolavano le bande di saccheggiatori, è stata durissima. Julia registrava il suono degli spari da casa sua, non deve essersi divertita. O avere i caccia che ti volano sulla testa, mentre sei in piazza, che è stato raggelante per me che ero a Genova, figurati per loro. (E dopo un po’ arriva un twit di un giornalista di AlJazeera che fa: “Un signore accanto a me mi ha tirato dalla giacca esclamando: “Ma è pazzo, Hosni? Ma ci vuole bombardare?“) Poi oggi Julia mi ha raccontato che fonti governative hanno dichiarato che era il saluto del nuovo ministro dell’aviazione, fare passare i caccia sulla piazza. “Eh?? Hanno detto che era un saluto??” “Esatto. Così l’hanno spiegato.” Pensa te.
Ma tornando a questa mania giornalistica di sottolineare la paura (mania italiana: la stampa spagnola mi pare più sobria, sull’argomento), è successo che, infastidita dal titolo che Repubblica ci aveva messo, ho ascoltato in ritardo l’intervista a Gianluca Solera, che è ad Alessandria, ed ho fatto male. E’ un’intervista interessante, non banale. Non a caso, cercando su Google, si scopre che il signore che l’ha rilasciata deve essere in gamba.
Questa mattina, comunque, tutti i prof spagnoli di cui ho notizia erano a piazza Tahrir. Hanno portato cibo, documentato la protesta, espresso solidarietà. E non hanno nessuna intenzione di andarsene, nessuno di loro. Né gli spagnoli erano gli unici stranieri, oggi a Tahrir: ce ne sono di tutte le nazionalità e sono accolti benissimo dalla gente, che li ringrazia per la loro presenza e gli chiede di documentare tutto e: “Ditelo, nel vostro paese, quello che succede, quello che stiamo facendo!“. Ecco, speriamo che la stampa faccia due domande pure a loro, e non solo a quelli che si precipitano all’aeroporto.
Io, intanto, ho detto a Julia che si cominciano a sentir dire cose strane, in giro per il web italiano, e le ho fatto l’esempio di quelli che scrivono che “non ci sono donne, tra i manifestanti“. “Una mierda!!!”, ha urlato lei: si tratta di un’espressione tipicamente spagnola che potremmo tradurre con: “Posso assicurarti che si tratta di un’inaudita falsità e desidero smentirla con forza.” E quindi abbiamo parlato un po’ della propaganda che verrà e dell’importanza della comunicazione, e lei: “Oh, aspetta che ci rimettano internet: verrà invaso da milioni di foto e video, qui non c’è nessuno che non stia documentando tutto!”
Dice che i manifesti che si erano diffusi all’indomani dell’attentato contro i cristiani ad Alessandria, quelli con la croce e la mezzaluna intrecciate, sono ovunque nella piazza. Che musulmani e cristiani sono insieme, che ci si sente prima di tutto egiziani. Che ha visto un Pope, con tanto di barbona e crocefisso, tra i gruppi di cittadini che pulivano le strade. Racconta a raffica ed è un mare di scene, immagini, piccoli aneddoti in cui io ritrovo tutto l’Egitto che conosco e mi pare di vederlo, mentre lei parla, e quando riattacchiamo me la sento tutta addosso, la sua emozione e la voce che le trema un po’, e per un po’ sento il bisogno di stare sola, tutte le volte, e lasciare che le emozioni si stemperino e si trasformino in pensieri sensati, che le immagini si spostino dalla pancia al cervello, che Genova riprenda forma e mi ricordi che non sono lì.
“Gessù, gli egiziani. Ce ne hanno messo, di tempo, ma alla fine si sono trasformati in leoni!” Ride: “Uff, non ti dico! E’ venuto fuori il faraone che era in ognuno di loro!” E scherziamo, ma siamo consapevoli che, da oggi in poi, l’autostima di questo popolo respirerà forte, e ce ne era bisogno. Gli egiziani, di una cosa così, ne avevano bisogno, e non solo dal punto di vista materiale o politico. Ne avevano bisogno anche, soprattutto, dal punto di vista psicologico. Sapersi insieme, sapersi uniti, scoprirsi fortissimi. Eroi davanti al mondo. E’ una cosa enorme, e ne trarranno un’energia che non li lascerà per anni.
Dice: “Non smettono, andranno avanti, questa cosa non si ferma più.” Le domando: “Hai sentito Israele, che considera la democrazia contraria ai suoi interessi?” Mi pare di vederla che alza le spalle, mentre sorride: “Si arrangi, Israele. Loro, qua, non smetteranno. E vedrai domani. La manifestazione sarà enorme, domani.”
(Pulizie in piazza, via T. Kaldas)
(Qui la diretta di AlJazeera che, insisto, è da non perdere.)
ho condiviso su facebook.mg.
Capire il mondo cambia… « Briciole caotiche
[…] dossier; ma anche blog meno famosi, come quello di Lia, che racconta quotidianamente (questo il post di ieri) l‘evoluzione della situazione con molte testimonianze dirette e link. Sulla Tunisia il blog di […]
Lia, servirebbe proprio qualche foto dei manifesti, o dei cristiani e musulmani insieme.
Sui forum americani è un delirio, si è sparsa la voce che i “rivoltosi islamici” stiano massacrando i cristiani, ne stanno dicendo di tutte. Un disastro…
Io manco la leggo la cronaca sui giornali. Quando voglio sapere qualcosa vengo direttamente qui!
(e dovevano fare la rivoluzione gli egiziani perché tu ti rimettessi a scrivere…)
Passante: fino a quando non riapre internet, si fa quel che si può. Notavo che se ne vedono un paio, nel video che Repubblica ha pubblicato oggi a proposito dell’iniziativa di Google. http://tv.repubblica.it/dossier/egitto-caos/egitto-google-si-allea-con-twitter-contro-la-censura/61082?video
Pensa: parlano di tutt’altro, e intanto inquadrano, senza averli cercati, due di quei cartelli. (Verso il dodicesimo secondo).
ciao grazie del tuo racconto, faccio girare :-)
lia, ti posso linkare??
:-)
L.
Ciao….anch’io sono venuto e (tornato) a leggere le notizie sull’Egitto.
Old
Ciao, Old. :)
Laura, certo!
Gilda, grazie. :)
Faggio girare tutto quello che scrivi, Lia..
Magari anche olmo e acero.. scusat , era Faccio..