Quasi nascosto tra le pieghe di un resoconto di Robert Fisk sugli eventi egiziani, c’è un paragrafo che sta richiamando l’attenzione della rete e non solo:
Ma il momento critico arrivò la sera del 30 gennaio quando, ora è chiaro, Mubarak ordinò alla Terza Armata Egiziana di attaccare i dimostranti di piazza Tahrir con i carri armati, dopo che i caccia F-16 avevano sorvolato la piazza a bassissima quota.
Molti degli ufficiali al comando dei tank furono visti togliersi le cuffie – attraverso cui avevano ricevuto il terribile ordine – e attaccarsi ai telefoni cellulari. Chiamavano, come ora emerge, i loro superiori e i militari delle loro famiglie per consultarsi sul da farsi. Padri che avevano speso le loro intere vite servendo l’esercito egiziano dissero ai loro figli di disobbedire e di non uccidere la loro gente.
Fisk non è l’ultimo arrivato; è un veterano del Medio Oriente con contatti che quasi nessun altro ha. La notizia, intanto, è riportata anche da qualcun altro e, immagino, se ne parlerà ancora nei prossimi giorni.
Di schifezze, comunque, ne emergono sempre di più. La più clamorosa, di cui vorrei parlare in un prossimo post, è questa.
(Link di oggi: I cinque miti sulla rivoluzione egiziana (in inglese) e la rivoluzione vista da un’italiana – molto felice – a Dahab.)