Peppe Liberti ha messo insieme un po’ di blogger che nella vita si occupano di scuola e ne ha raccolto alcuni post.

Ne è venuto fuori un piacevolissimo ebook in cui, per dirla con Scorfano:

“Troverete i post di tanti, illustri autori di blog che insegnano in una qualsiasi scuola (più un imprevedibile “Pierino” che fa l’alunno e la cui identità resta segreta, per ora). Il libro elettronico si intitola «Voci di corridoio»: non vi dico chi partecipa perché sarebbe un lungo elenco e forse mi dimenticherei anche qualcuno e quindi sarebbe pure inelegante. Vi dico solo che merita quel po’ di attenzione, secondo me;[…]

Perché merita attenzione? Perché c’è molta più scuola reale lì, in quelle pagine virtuali, che negli articoli e le polemiche che normalmente inondano i nostri quotidiani; perché è una sorta di presa diretta, ma plurale, con tante «voci» (come da titolo) e tanti differenti sguardi; perché è un modo possibile, per chi a scuola non ci mette più piede da tanti anni, per capire che nel frattempo le cose sono molto cambiate e che chi parla di scuola oggi sta spesso parlando della scuola di trenta o di quindici anni fa: quella che conobbe lui, appunto, e che ora non è più. E ogni anno che passa, io mi persuado con sempre maggiore convinzione che sta proprio in questo vizio il peccato originale di chi parla di scuola: parlare del passato (del proprio passato), invece che del presente; parlare di ricordi, magari in buonafede, ma pur sempre soltanto di ricordi.

«Voci di corridoio» quindi, senza essere né un capolavoro né un’imperdibile inchiesta, è un’interessante apertura di porte e di finestre. Non riuscirà certo a cambiare l’aria, neppure lo pretende: però forse ci renderà più capaci di guardare meglio a chi sta fuori, e renderà più acuto lo sguardo di chi sta fuori e guarda verso di noi; e non sarà stato comunque poco. E se invece non riusciremo a fare nemmeno questo, e vabbè, pazienza: sarà stato in ogni caso bello stare per qualche giorno tutti insieme su una pagina virtuale a raccontarci le nostre storie mattutine; e a raccontarle a tutti quelli che avranno voglia di sopportarci e di leggerci.

Lo si può scaricare gratuitamente in versione pdf (qui), come epub per leggerlo sull’IPhone (qui) e come mobi per il Kindle (qui).
C’è anche qualche post dell’Haramlik, e ringrazio Peppe di cuore per avermi invitato a partecipare. Ne sono molto orgogliosa.