I quotidiani in Guatemala grondano ancora più sangue che in Messico, per quanto sia duro da credere. Ti raccontano di una criminalità talmente diffusa, violenta, capillare, delirante, spiazzante, che non sai se correre verso la frontiera, una volta posato Prensa libre, o rimanere lì basita con la tua birra per dimenticare. Il tizio decapitato, la famiglia sterminata, la pubblicità progresso contro i linciaggi, la bimba affogata nel secchio per convincere la nonna a rivelare il nascondiglio dei soldi, e poi i neonati. Neonati che spariscono a decine, con mamme narcotizzate nelle cliniche o direttamente soppresse a colpi di machete per portarsi via il bebè. E il procuratore dello stato che dichiara che è per il traffico di organi, oltre che per le adozioni illegali, e comunque sia le guide turistiche ti consigliano di non fargli foto, ai bambini, e magari nemmeno ghirighiri e complimenti vari, ché qua c’è la paranoia delle signore straniere che se li rubano e, come dicevo, c’è pure l’usanza dei linciaggi, quindi una per sicurezza li ignora, i bambini guatemaltechi, fosse mai. Mi manca solo di farmi linciare con l’accusa di sottrazione di organi di piccoli maya.
Una volta chiuso il giornale, però, quello che vedi sono montagne meravigliose, verde a perdita d’occhio, laghi circondati da vulcani e la città di Antigua, santo cielo, che la giri e capisci esattamente cosa sia la sindrome di Stendhal, hai i capogiri e tutto e ti viene pure un po’ da piangere. Troppa bellezza tutta assieme, è un terremoto emotivo.
E la gente – gli stessi guatemaltechi di cui hai appena letto in decine di pagine di cronaca nera in un solo quotidiano – gentilissima, così formale, dai modi così antichi: il saluto per strada, il sorriso, le onnipresenti formule di cortesia, la discrezione. E tutto più austero che in Messico, dalla gente al cibo, e Antigua è un trionfo di antichissima nobiltà spagnola – e ben ricca, doveva essere – cristallizzata tra i suoi vulcani immensi che ti appaiono in fondo a ogni strada. Col cuore a pezzetti, ti lascia. E col pensiero che gli puoi dire tutto, agli spagnoli, certo, ma hanno riempito il mondo di bellezza.
(Continua)