Bene: la sottoscritta selvaggia alimentare ha recuperato la sua vecchia pentola tunisina dal fondo dello scaffale, ci ha soffiato sopra ed eccola qua: staremo molto insieme, io e lei, nei tempi a venire.
No, non mi hanno prescritto una dieta a base di couscous: anche se, pensandoci bene, male non mi farebbe.
E’ che il mio nuovo rapporto con le verdure passa per la cottura al vapore, ed ecco le prove:
Queste foto sono a beneficio di Pupina, sostanzialmente: mi ha fatto un tale cazziatone, ieri sera, che le metto qui per farmi perdonare. Pupina, ti giuro, cambierò! Credimi! Parola d’onore.
Perché, tutto sommato, in ospedale mi hanno semplicemente detto, parola per parola, quello che mia figlia mi veniva dicendo da parecchio. E quindi ieri ha preso praticamente fuoco, al telefono, e mi ha fatto un’analisi della mia cretinaggine di quelle che ti guardi assorta le unghie e taci, mentre la figlia ti fa il culo quadro. Ma tu pensa che roba.
“Sì, ma era evidente che non te ne rendevi conto! E non ti ho MAI visto mangiare frutta, a Valencia! E NON è normale, sappilo! E non ti privi di niente, sei un’esagerata cronica, e non si può fumare, mangiare e bere in totale spensieratezza e senza porsi il problema, non puoi! Mettitelo in testa, non puoi! Ti fa male! Non si fa! Impara a fare qualche rinuncia, una buona volta!”
“Ok, niente più uomini, mi hai convinto!”
“Argh!! Quello no! Taglia le sigarette, piuttosto!”
Poi passava dall’italiano allo spagnolo, la figlia: “Mamá, no es normal. De verdad. Es que no puede ser, te lo digo en serio…”
Compensa il fatto di essere figlia unica facendomi i cazziatoni bilingue, pensavo. Nel caso una lingua sola non bastasse.
Comunque non è esattamente una dieta, la mia. Nel senso che non è una cosa ipocalorica e, soprattutto, non è destinata a finire. E’ una presa di coscienza alimentare, mettiamola così. Un processo di incivilimento. Un percorso di responsabilizzazione. Una terapia anti-demenza, ché mi prenderei a schiaffi da sola.
Non so: ci ho messo un secolo, ad affrontare questa cosa. A volte le cose sembrano lontanissime e poi di colpo le vedi e ti chiedi come diavolo hai fatto a rimuoverle così a lungo. Incredula, te lo chiedi. E non serve che te lo dicano, che ti facciano prediche, che ti fracassino gli zebedei o che tu stessa ti pianga addosso. Nulla, serve. Serve che un giorno guardi la faccenda per quello che è: una roba da risolvere, e basta.
Bene: ho detto che lo faccio e lo faccio. “E comportati da donna, cribbio!”, mi dicevo ieri camminando verso scuola. Non c’è proprio altro da dire, altro da discutere, altro da fare. Si fa quello che si deve fare, e punto.
Io sono fiduciosa, mi accorgo di essere tranquilla e non mi temo particolarmente: secondo me, non ci saranno problemi.
Nel caso dovessi impazzire, però, e cambiare idea, sfiatarmi come un palloncino, scoprirmi mollusca a parassitare me stessa ammazzandomi per carenza di vitamine, facciamo una bella cosa: abbattetemi.
Direttamente, ché non meriterei nemmeno di gravare sulle casse dell’ASL.
Ecco.
AGGIORNAMENTO CULINARIO:
Osservando il broccolo cotto al vapore, sono giunta alla seguente conclusione: nell’acqua sottostante saranno cotti grammi 120 di orecchiette (sì, mi spettano 120 g. di pasta, e allora?).
Nel mentre, i broccoli saranno ridotti in crema con l’apposito schiaccino raffigurato nella foto, regalo di amica cara, magra e bella (nonché neo-fidanzata con storia d’ammore appassionata pur avendo circa venti anni più di me, e una queste cose se le segna, chiede l’autografo all’amica e spera bene per il futuro).
La crema di broccoli ottenuta con lo schiaccino sarà condita con 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva a freddo e un pelicchio di pecorino.
Fiera di me, mi accingo a dimagrire intrattenendo l’universo mondo con nuove, mirabolanti ricette dietetiche per pigre salutiste.
forza, mi ci metto anch’io con te. anche io ho avuto una bella strigliata,PRIMA DELLE FESTE, e quasi quesi me ne ero dimenticata, vabbè, adesso parto anch’io con la rieducazione alimentare, in due si fa meglio….
” mi spettano 120 g. di pasta, e allora”?
E allora diciamo che se vuoi dimagrire devi diminuire quella dose. 120 sono troppi:).
E una spruzzatina di pepe.
Alternativa: uvetta passa e pinoli (sembra strana ma…)
BRAVA, BRAVA e ancora BRAVA!
E’ così che si comincia un percorso: scegliendosi dei buoni alleati. E la couscoussiera per te lo è, non solo dal punto di vista pratico – cotture al vapore & co – ma sopratutto da quello emotivo, che è fondamentare per fare quello che stai facendo.
Ah, ovviamente ti rubo la ricetta.
Continua pure con ‘sto diario online alimentare, che noi ti si saccheggia di tutte le idee buone.
Bacibaci
Pedrita
E’ che è già difficile con l’età.
Non lo so perchè, ma più passano gli anni, più ti accorgi che il cibo diventa una vera e propria compensazione alla fatica, allo smalcoramento, alle difficoltà quotidiane e non lo sai nemmeno tu, ma ogni oretta ti trovi con le mandibole in movimento.
Non ti dico sul lavoro, dove ho a disposizione ogni schifezza alimentare a portata di mano.
Un roditore.
E’ che anch’io, con il metabolismo rallentato, sto piano piano lievitando come una pagnotta.
Dai forza!
Che poi a te piace pure cucinare, perdinci, solitamente sono le donne che odiano la cucina che si impasticcano di schifezze.
MJ: è che non è una dieta ipocalorica, appunto.
Se ti dico cosa devo mangiare durante la giornata ti spaventi…
Ho un sacco di carboidrati perché non posso farne a meno: ho una bizzarria al metabolismo che si ribellerebbe.
Il loro obiettivo principale, cmq, non è quello di farmi dimagrire. E’ di rimettermi in forma nel senso della salute e di rieducarmi la capoccia nel rapporto col cibo. Di conseguenza, si dimagrisce pure. Ma è un risultato secondario, mi pare.
Soprattutto, è sui tempi lunghi. Cosa che mi va anche benissimo, sia perché non ho fretta e sia perché la mia rigogliosa quarta di reggiseno non lo apprezzerebbe, un dimagrimento veloce. :D
Io gliel’ho chiesto 10 volte, se erano proprio sicuri che si dimagriva, con tutta quella roba. Loro si sono messi a ridere e mi hanno assicurato di sì. “Lei è nel posto giusto”, mi hanno detto.
E là fuori, davanti al padiglione, c’è scritto: Unità operativa Dietetica e Nutrizione Clinica.
Più di questo, a livello strategico, una non può fare: non credo che esista un modo al mondo più serio di affrontare la questione che mettersi nelle mani di un ospedale…
L’idea è farlo per tutta la vita. Cambiare modo di mangiare e tornare a fare quello che facevo da piccola, praticamente, quando mi alimentava la mia salutista mamma: mangiare sano. Tutto qua.
Trasgredendo ogni tanto, anche. Magari non adesso, che sono pure tutta carica e non ho voglia, ma sui tempi lunghi lo dovrò fare. Lo spazio-concessione, specie per quanto riguarda il mio periodico vinello e simili, me lo dovrò ritagliare. Ogni tanto, appunto.
Una deve conoscere se stessa, a un certo punto.
Io ho un lato da adolescente, come dice Pedrita, potentissimo. Se non lo tengo passabilmente soddisfatto, quello si ribella e mi fa fuori per vendetta… :D
Andremo per compromessi, qua.
Vediamo che succede.
Devi dimagrire? E dov’è il problema? Vieni in UK! Dopo la prima settimana di fish’n’chips, hamburger e ‘pizza’ (virgolette obbligatorie), il digiuno diventa una vocazione!!! Vuoi fare pace col cibo? VIENI IN UK! Un mese, massimo due, e quando torni a Genova altro che pace, davanti al cibo (ad esempio una bella grigliata di pesce) ti genufletti e passi la giornata a ringraziare Dio.
Me fanno ride i dottori me fanno.
Io avevo recuperato il mio peso ideale facendomi il kefir, e bevedndone un sacco. E anche bevendo molte limonate. Due cose buone, e acide, che mi fanno passare la voglia di tutti quei dolcetti che ingurgitavo. A Natale ho ripreso peso, a Napoli, in casa di una pasticcera infaticabile. Sarebbe stato scortese non approfittare. Ora già ho riperso due chili, però.
Davvero, spostare il gusto sul cibo più acido, e apprezzarlo, a me fa bene. E così ho pure ricominciato a mangiare la frutta.
Però la pasta la evito, con poca fatica.
Auguri
fzzzzzzz
Lesandro: ma vendono ancora i limoni di plastica con dentro la limonata al posto dei limoni veri, dai fruttivendoli di lì?
Io li ricordo nelle ceste, dal fruttivendolo del paesello in cui vivevo.
Ancora mi vengono gli incubi, se ci penso.:D
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