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Forse bisognerebbe mettersi tutti d’accordo e ignorarli, i non-titoli sulle non-notizie da cui scaturiscono polemiche totalmente inutili su cose mai successe e che non si suppone che debbano succedere in futuro.

Perché, ovviamente, è impensabile che in presenza di un feto di oltre cinque mesi che sopravvive a un aborto (e già un aborto oltre il quinto mese è una motivatissima quanto assoluta rarità) un medico si metta a chiedere alla madre il permesso di rianimarlo. Anche perché si suppone che sia sotto anestesia, la madre in questione. Che fanno, la svegliano? Aspettano che si risvegli e intanto mettono il prematuro in un congelatore?

Una suppone – e vuole sperare – che tutti i medici d’Italia abbiano sempre provveduto a rianimare d’ufficio, in un simile, inaudito caso. Cosa c’entra più, la madre, a livello legale, una volta che l’aborto è fallito e c’è un essere vivo al mondo? Solo che stiamo parlando di cose che non succedono, appunto.

Stiamo parlando dell’ennesima, oziosissima rappresentazione del nulla sulle prime pagine dei nostri cialtronissimi giornali. Dell’ennesimo gioco di società – ché altro non sono, ‘ste cose – stavolta in versione splatter.

Io credo che andrebbero lasciati soli, questi perditempo.

Credo che un dignitoso rifiuto di prestarsi alle buffonesche agende di dibattito imposte a un’opinione pubblica che si vorrebbe privare del senso della realtà, prima ancora che della 194, sia l’unica reazione civile e sana possibile.

Non si discute con i pazzi.

(Il titolo di questo post è suo. Per un commento alla non-notizia più discorsivo del mio, invece, c’è Carotenuto.)