Io: “Ma sai, papà, che sto pensando di fare il Cammino di Santiago?”
Lui: “Cos’è, ti è venuta una crisi mistica?”
Io: “No, pensavo di farmi del bene alla salute.”
Lui: “Vabbe’. Buona passeggiata.”
In realtà l’idea non è stata mia. E’ venuta in mente allo Spigoloso Signore Genovese mentre pedalava sopra e sotto tra Logroño e Santo Domingo de la Calzada, qualche settimana fa, ed io ero tutta presa ad accapigliarmi con mia figlia. E poi, di ritorno a Genova, mi fa: “La verità è che non è fatto per la bici, il Cammino. O vai per sentieri sassosi o ti spediscono praticamente in autostrada. E’ una cosa da fare a piedi. Che dici, lo facciamo?”
E io l’ho guardato. E ho sentito quel piccolo formicolio da avventura che non sentivo più da un po’ e che avevo cercato di resuscitare, invano, progettando giri estivi per l’India in treno e cose così. Che, per carità, è una cosa bellissima che ho voglia di fare, ma non è una vera esperienza nuova, a questo punto della mia vita.
Il Cammino, invece.
Perché, guardiamo le cose in faccia: io ho 47 anni, fumo come una carrettiera, ho un bel tocco di chili di troppo e sono completamente fuori forma. E come prestazioni atletiche, nella mia vita, posso elencare solo i traslochi.
E quindi pensavo che, arrivata a questo punto, la cosa più rivoluzionaria e avventurosa che io possa fare è riconsiderare il rapporto con il mio corpo, e farlo nel modo che mi è più affine, ovvero tramite il viaggio.
Facendomi 800 chilometri a piedi. Da Roncisvalle a Finisterre.
Ripercorrendo, da un punto di vista completamente nuovo, strade e paesaggi che fanno parte della mia vita da un quarto di secolo – passerò a trovare mia figlia, lungo il percorso, mica paglia – e finendo con un sacrosanto bagno purificatore nell’Atlantico. Ecco.
Poi mi chiedo se sia realistico pensare che ce la possa fare. Ottocento chilometri a piedi, zaino in spalla. Soprattutto zaino in spalla, che è la cosa che mi preoccupa di più, ché il mio collo ha accumulato un paio di incidenti di macchina ed è delicato e già mi vedo, con la schiena a pezzi e abbandonata da SSG lungo qualche fossato della Navarra.
E le vesciche ai piedi che paiono inevitabili, e il freddo e la pioggia e il sole a picco su quelle terrificanti e deserte vallate castigliane che non ne vedi mai la fine e ti angosciano pure quando le percorri in macchina, figurati a piedi.
E lo zaino, madonna.
E le salite e le discese e il fiato che non ho e il mio ritmo da bradipo mentre SSG è allenatissimo e abbiamo tutti e due un caratteraccio e finirà che io mi accascerò sotto un pilone chiedendogli di lasciarmi morire là, da sola, e ne approfitterò per abbronzarmi, sigaretta in bocca, mentre lui che è tutto nordico e sportivo diventerà nervosissimo pensando che mancano ancora chissà quanti chilometri al rifugio più vicino e che sicuramente farà tardi per colpa mia.
Fanno sempre tutti tardi, per colpa mia, e poi se la prendono con me che vorrei solo essere lasciata in pace.
Io non lo so, se ce la faccio. Porto in dote una certa testardaggine, come virtù adatta alla bisogna, e poco altro.
E poi mi piacciono le cose selvatiche, e pure il vino tinto di Spagna che allieterebbe le mie serate costituendo il giusto premio capace di darmi la voglia di concludere le tappe, giorno dopo giorno. Secondo me ce la posso fare, se vado al mio ritmo e la prendo con calma.
Però voglio arrivare fino al mare, non fino a Santiago. Fino all’Atlantico, per forza. Sennò non ha senso, non ne vale proprio la pena.
Io pensavo che ci vado davvero, quasi quasi.
Ieri mi sono pure provata un cappello da Decathlon, che non potrei andare senza.
Credo che il Tuo Signore Genovese ti abbia presentato il conto delle vacanze pasquali..
:)))
Ti consiglio:
1)Scarponcini con la suola spessa e tipo carroarmato (si chiamano così)in Vibram.
2) Amche se è estate indossa doppie calze di cotone (ti salvi i piedi dalle vesciche).
3) Bicarbonato per i pediluvi.
4) Nello zaino del Signore Genovese, mettici TUTTO,proprio TUTTO anche quello che non servirà mai. In qiello tuo TANTA PAGLIA!
hahahaahah sto rileggendo -immedesimandomi naturalmente- il consiglio numero 4 :-))))
primo consiglio: fallo. mi spiace per quello che soffrirai, ma ho troppa voglia di leggere le tue impressioni.
secondo consiglio questo.
non perché sia migliore, solo per la mia passione per gli antipodi.
Da giovane, sui diciott’anni, dopo la visione di “La Via Lattea” di L. Bunuel, ho avuto anch’io l’idea di fare il Cammino, quando non era ancora trendy.
Mi ero pure comprata un libro delle Paoline sull’argomento, ma non ho mai avuto il coraggio.
Mi riprometto di visitare Compostela… in aereo!
Che dire, la vedo dura trascorrere un mese a camminare.
Non sia meglio spostarsi con gli autobus locali da tappa a tappa e magari fare brevi tratti significativi a piedi?
Sai che il Signore Genovese mi incomincia a stare proprio simpatico?
Lo percepisco “sano” fisicamente e mentalmente, con un certo aplomb e saggezza da gentiluomo di mezza età, ma gajjardo allo stesso tempo.
Lia, sono cresciuto con 3 sorelle, ho una moglie e 2 figlie ed un cane Lilli (femmina).
Mi ritengo un fortunato sopravvissuto, e immagino per esperienza, cosa vuol dire Maria quando dice: Sai che il Signore Genovese mi incomincia a stare proprio simpatico?
Lo percepisco “sano” fisicamente e mentalmente, con un certo aplomb e saggezza da gentiluomo di mezza età, ma gajjardo allo stesso tempo.
Totò, grande comico del passato avrebbe commentato: “..Le donne.. sono come le femmine!”
:) :)
Il mio povero SSG, in effetti, si sta cacciando nei guai: mi sorprendo a pensare “Io mi ti tengo, quasi quasi…”, quando lo osservo. :D ;D
potrebbe essere l’occasione buona per smettere di fumare…mg.
Impermeabile di quelli che sembrano un sacchetto di plastica col cappuccio e che piegati sono grandi quanto un borsellino. Se non ti scoccia bagnarti i piedi prova i “sandali tecnici”.
L’unica cosa di cui non puoi fare a meno è la macchina fotografica e la voglia di andare. Il silenzio, certi paesaggi, gli altri pellegrini, il caldo atroce e i diluvi che sembravano non finire mai, salvo poi ricompensarti con colori bellissimi.. per me è stata un’esperienza strana ma bellissima.
L’ho fatto anch’io! Neanche una vescica sui piedi. Non servono affatto scarpe da trekking con suola vibram, le aveva mia sorella, ed ogni mattina si compiva il rito di bucarle le vesciche. Io avevo delle morbidissime Lotto, molto leggere. E’ fondamentale avere bagaglio leggero. Ancora si ricordano i miei amici di quando ho fatto i bagagli con la bilancia, pesando e confrontando anche spazzolino da denti, mutande, e tagliato un pezzettino di tre cm di matita per occhi. Risultato 3,3 kg. Se vuoi scrivimi, ti do altri consigli. Era vent’anni fa’, però. Io ho fatto “solo” 330 km, saltando i pezzi di carrettera. I più duri sono stati i primi due giorni.
Lo rifarei, certamente.
Altri consigli opposti a quelli di Giulioromano. Io avevo gambaletti di nylon (un paio azzurro e uno rosa), che lavavo ogni sera e si asciugavano immediatamente, e leggerissimi. Bicarbonato per pediluvi? utile solo per scarpe carrarmato. Ovviamente niente blu jeans (prova a pesarli), ma pantaloni di cotonino, e se vuoi una gonnina di seta per la sera (peso quasi zero)
E da brava pellegrina medievale vintage al cappello ci cuci le conchiglie, vero?
Vaghe introspezioni da sotto l’ombrellone » Haramlik
[…] blog lo rimanda a data da destinarsi, il Cammino di Santiago con SSG, e ci ha già il biglietto delle Emirates per andare a trovare a luglio quest’altra blog in […]