L’antefatto:
Pupina e il suo fidanzato Israel decidono di comprare casa. La trovano, nel centro storico della città spagnola in cui vivono, firmano il contratto e danno inizio ai lavori di ristrutturazione. Questo, una settimana fa. Sabato scorso passano – lei, il fidanzato e un’amica comune – sotto ‘sta futura casa e, nella strada accanto, c’è un ragazzino che sta picchiando un gatto.
Il fatto:
Il ragazzino avrà 14 anni, è piccoletto e visibilmente gitano. Hai presente i gitani spagnoli? Stanziali in Spagna da secoli, creatori di ogni folklore e portatori di uno storico brutto carattere e di regole etiche molto specifiche, diciamo così. Gente fatta a modo suo. Gitani, insomma.
Mia figlia, del tutto indifferente alla specificità gitana di cui sopra, parte decisa in difesa del gatto e insulta pesantemente lo zingarello: “Subnormal de mierda“. Lo zingarello si offende e le risponde per le rime. E poi ancora. E poi ancora. E poi ancora. Il gruppetto di mia figlia vorrebbe allontanarsi ma lo zingarello è proprio furioso e non smette di seguirli e di insultare la mia soave creatura. Arriva a chiamarla “Chupapollas!”, insulto greve che non andrebbe mai rivolto a una giovin signorinella e, a questo punto, il fidanzato Israel reagisce, essendo isso spagnolo y muy spagnolo, e stampa lo zingarello contro un muro, attento a non fargli male ma deciso a farlo stare zitto. Allo zingarello viene una crisi di nervi: “Questa è la mia strada! E’ il mio territorio! Tu mi hai toccato e sei morto, adesso chiamo tutti i miei parenti e ti faccio uccidere!!” e comincia a suonare a tutti i citofoni gridando aiuto e convocando l’intera comunità gitana del centro storico.
Scende la nonna dello zingarello. Discutono, lei fa per portarselo via, il fidanzato di Pupina si distrae un attimo e, in quel momento, sbang: lo zingarello prende un bastone e lo fa calare con tutte le sue forze sulla crapa di Israel, il quale cade a terra di spalle sanguinando come l’urna di san Gennaro. E, una volta a terra, si ritrova con lo zingarello che – sempre armato di bastone – conclude l’opera e, nonostante la differenza di età e di forma fisica tra i due, ne fa polpette. In ospedale, dove lo portano in ambulanza, il bilancio sarà di sei punti in testa, una costola incrinata e contusioni varie. Tutto questo lo apprendo in diretta, raggiunta dalla telefonata di mia figlia in piena crisi di nervi quando me ne stavo mollemente adagiata sulla spiaggia di Finale Ligure.
Le conseguenze:
Il ragazzino viene fermato dalla polizia, portato davanti al giudice dei minori e condannato per direttissima a sei mesi di servizio sociale. Mia figlia e Israel decidono che non ci vogliono abitare, nella casa accanto a quella del gitanello che per poco non li ha fatti fuori e che di sicuro non vede l’ora di completare l’opera, magari con l’ausilio della famiglia tutta, e vanno all’agenzia immobiliare per rescindere il contratto e cercare un’altra casa in una zona diversa. Vengono accolti anche con una certa comprensione e si stabilisce che non dovranno pagare la penale e che rimborseranno solo i lavori di ristrutturazione fatti fino a quel giorno.
Siamo tutti molto dispiaciuti, ovviamente, e anche un po’ dubbiosi: mio padre ed io pensiamo che si potrebbe cercare di risolvere la faccenda con qualche metodo di diplomazia gitana in modo da tenersi la casa, ma i ragazzi non ne vogliono sapere. “Io non posso vivere in un posto dove, ogni volta che rincaso, mi devo assicurare che non ci sia il gitano con qualche cugino sotto al mio portone. E’ un miracolo che non gli abbia rotto la testa, a Isra. Quello è pazzo, non voglio averci a che fare.”
Io, tra me e me, penso che non tutto il male viene per nuocere: mia figlia è terribilmente linguacciuta, quando vuole, e mi sono chiesta spesso come mai nessuno le abbia mai dato due sberle fino ad ora. Il fatto che si sia messa a litigare con un gitano mi pare un errore strategico di portata notevole e sono persino stupita che non sia saltato fuori qualche coltello. Poteva andare molto, molto peggio. “Le servirà di lezione e imparerà“, penso, ché questo lato del carattere della mia bimba mi ha sempre dato delle preoccupazioni. E rifletto – non per la prima volta – sulla mancanza dell’istinto di segnalazione-pericolo che sembra caratterizzare mia figlia e, con lei, un po’ tutta questa generazione di ragazze cresciute in città come Milano e convinte che al mondo ci sia un modo giusto di comportarsi che si contrappone a un modo sbagliato, e che il solo fatto di avere ragione le protegga da ogni pericolo. La donna del Sud che è in me la rimprovera assai, la Pupi, e per una serie di motivi che – me ne rendo conto – sono difficili da teorizzare a una ragazza della sua generazione.
Che non si litiga con gli sconosciuti SOPRATTUTTO se sei con un uomo, per esempio. Che, se proprio devi, litighi da sola e non metti nessuno in condizione di doverti difendere. Perché, non ci sono santi, se sei una donna e ti ritrovi davanti un tizio aggressivo, è difficile che le cose trascendano oltre il paio di sberle, rigorosamente da prendere e portare a casa. Se sei con un maschio si trascende, invece. E se gli rompono la testa, al tuo fidanzato, è colpa tua che lo hai messo in condizione di doverti difendere, appunto.
Io non lo so: queste cose me le diceva da bambina quel concentrato di maschilismo che era mia nonna. Avevo sette anni quando mi raccontò di una signora per cui due tizi avevano litigato e uno era morto e l’altro era finito in galera e ancora ricordo il tono di disprezzo con cui mia nonna mi spiegava che era tutta colpa di lei, della signora, e che una donna non mette degli uomini in condizione di finire così. Sono passati 40 anni e ancora me lo ricordo. Ed era una strano maschilismo, il suo: un maschilismo che riconosceva alle donne un notevole potere ed imponeva loro di gestirlo con estrema prudenza, di responsabilizzarsene al massimo. Codici di comportamento del sud Italia di 40 anni fa, ma ancora utili assai. E mi stupisce sempre che mia figlia manco ci pensi a ‘ste cose, e quindi ho pensato, tra me e me, che magari stavolta imparava e che da una vicenda spiacevole poteva venirne fuori una lezione positiva, buona da investire per il futuro.
Conclusione:
Appreso che il conto per i lavori ammontava a 4400 euro che doveva risarcire in totale perdita, mia figlia ha preso i piedi ed è andata, senza fidanzato, nella strada dei gitani alla ricerca del patriarca (sì, c’è un patriarca) per parlamentare e proporre un armistizio.
Arriva, trova due gitani, chiede del patriarca e spiega chi è. I gitani si incazzano da morire: “Tu?? Tu sei quella per cui quel povero bambino nostro ha passato tanti guai??? Ma se l’avessimo visto, il tuo fidanzato che lo spingeva contro un muro, saremmo scesi con i coltelli e lo avremmo ucciso, è ovvio!!!”
E come reagisce la soave bambina in visita diplomatica in territorio zingaro due giorni dopo avere visto il sangue? Si mette a strillare come un’aquila. Già. Che lei ha ragione, che loro hanno torto, che il suo fidanzato non ha fatto niente, che il loro bimbo è un pazzo furioso e che “Anche se siete zingari dovete ragionare non poteeeeete essere irrazionaaaaaaaaali!!!!!!”
Io non lo so.
Quando me lo ha detto mi sono dovuta stendere.
Per farla breve: alla fine di molte discussioni, urla e pianti e drammi vari, i gitani si sono placati e le hanno detto di non preoccuparsi di niente, che la proteggono loro. Si sono persino salutati con due baci.
Tutto è bene ciò che finisce bene? Col cavolo.
“Mamma, io non la voglio la loro protezione. Non concepisco che mi si debba proteggere, non voglio vivere accanto alla camorra. Che roba è?? Pago i 4400 euro pure se non ce li ho. Ce ne andiamo in un’altra zona. Quelli ragionano solo con l’istinto, io ho bisogno di vicini razionali. Non ci voglio avere a che fare, con ‘sti codici. Ma ti rendi conto che erano indignati perché io avevo sgridato un ragazzino per difendere un animale, cosa per loro inconcepibile? Sono matti, io non ci sto.”
E io: “Va bene, ma tu non puoi pensare che il mondo funzioni in base a categorie di giusto o sbagliato uguali per tutti. Io mi sentirei tranquilla dopo una promessa di protezione, tu invece ti indigni perché volevi che ti dessero ragione. Non funziona così.”
“Sì, mamma, ok. La teoria la conosco, lo so cosa vuoi dire. Ma non sono capace. Ero andata lì decisa a mordermi la lingua e ho finito con l’urlare, invece. Non riesco a metterla in pratica, la teoria. Divento matta. Io sono cresciuta a Milano, sarà questo. Me ne vado in un’altra zona e amen.”
E io, ok, capisco. Ma mi sembra così strano, così contro la genetica, così profondamente bizzarro avere una figlia per tanti versi così diversa da me… Cos’è? La diversa provenienza geografica, la diversa generazione, un temperamento semplicemente diverso, che roba è? A me avrebbe fatto piacere scoprire un margine di pace con gli zingari. Mi avrebbe intrigato, la cosa. Mi avrebbe deliziato l’offerta di protezione. Lei rabbrividisce, invece.
Non lo so cos’è. Non credo nemmeno che una di noi abbia torto e l’altra ragione. Io forse sono meglio equipaggiata per certi aspetti della vita di quanto non sia lei, e lo sono fin da bambina. In compenso, se tutti ragionassero come mia figlia la camorra si estinguerebbe per mancanza di adepti e di carisma.
Non lo so. So che la guardo, certe volte, e penso: “Boh.”
genseki
no Lia, il lei non era distanza, davvero, piuttosto di educazione. A volte mi sento piú a mio agio con il lei, anzi molte volte. Ma non voleva avere nessunissimo carattere di preaa di distanza. Figurati. Grazie per le risposte. Insomma è che sono cerimonioso e rituale perfino alivello neuronale, non so che dire sono troppo invecchiato per riuscire a cambiare e il mio nick è ancora piú cerimonioso di me. Anche se è piú giovane. tr genseki e me ci sono quasi 50 anni!!
Con una elaborata reverenza
Don Genseki
genseki
A proposito, lia che cosa vuol dire OT dice che sei OT? Io di me posso dire che mi sento piuttosto ET.
Contravvengo a qualche forma di privacy se ti domando se lavori sempre la in fondo?
genseki
Per Maria
ma figuriamoci un po’ se perdo il mio tempo a leggerlo bene quello che scriv,e lei. Mi costa giá tanto leggerlo per “las arcadas”, sa che mi colgono “di quando in tanto”.
ggggggenseki O Beddduino nu poco zingarielle
Irene
Vivere a Genova mi ha insegnato che per vivere bene, essere rispettati e andarsene in giro per i vicoli bisogna farsi una barcata di cazzi propri, è vero. Ma nel senso di rispettare il fatto che chi hai davanti a te ha le sue cose da pensare e da fare, e dato che tu non sei né un gesuita né un nazista dell’Illinois non hai alcun motivo in particolare per rompergli le palle.
Ma mi ha insegnato anche che questo vale per me come per l’altro. Che se l’altro vuole questa forma di rispetto da parte mia, deve trattarmi nello stesso modo, ossia farmi camminare per la mia strada senza rompermi il cazzo. Non è una questione di vivere-la-strada-yo, è una cosa proprio di senso comune che come Lia ha imparato appartiene a tutti i genovesi, e non ha bisogno di tante speculazioni di politica, relativismo culturale e cose altre.
Io non sono “solidale”, non sono “tollerante” e non sono di certo “simpatizzante”, dato che a me la gente in genere, di qualsiasi colore o provenienza, dà fastidio; non solo “tollerante” perché non vedo cosa ci sia da tollerare finché tizio fa le sue cose rispettando me che faccio le mie cose e viceversa.
Quindi il comportamento di Pupina – visto in astratto, come se fosse un exemplum, senza alcuna intenzione di giudicarla – lo condivido nelle azioni ma non nelle intenzioni; lei ha agito così per un senso di giustizia, io avrei agito ugualmente per un senso di rispetto, da pretendere ed eventualmente da riconoscere (dato che il rispetto nasce per forza dal riconoscere l’altro come una persona pari a me, da affrontare su un uguale livello).
E tantissimi auguri a Pupina per la casa nuova…
mazzetta
dice Maria:”l’Italia non sarebbe per l’appunto quella che è, se ci fosse il polso un po’ più fermo come hanno da quelle parti!”
Infatti sarebbe una dittatura o una monarchia assoluta, meglio sopportare qualche zingaro che un solo sceicco, già con il wannabee-sultano è dura…
(parte di messaggio criptata ad uso esclusivo dei complottardi)
Comunque il piano funziona, sta effettivamente uscendo pazzo
Broccoli
Occheccentra Milano?
Maria
Divagando alla grande.
In questi giorni ho avuto la sventura di frequentare l’Ospedale S. Paolo di Milano (n.b.: MILANO, non REGGIO CALABRIA!).
A parte il Pronto Soccorso, solito girone infernale di gente in inumana, dolente attesa, nel reparto c’era un bagno, ovviamente senza carta igienica, sapone, salviette, che quando entri col palo della flebo, per starci devi fare i tuoi bisogni con la porta aperta! I farmaci di cui hai bisogno te li ricettano, perchè l’ospedale non ce li ha e devi andartene nel cuore della notte in cerca della farmacia di turno.
Nell’Emirato con monarchia (peraltro parlamentare), hai nuovi ospedali, pulitissimi, con personale preparato, che ti accoglie in tempo reale anche se hai solo 38° di febbre! Non paghi nulla e alla dimissione passi dalla farmacia interna che ti fornisce di tutto ciò che ti è stato prescritto.
Sai che me ne frega a me della democrazia, se non riesce a tutelare il comune cittadino? Evviva l’Emiro!!!
mazzetta
quelli che abiano dall’emiro sono 4 gatti seduti su un pozzo di petrolio, con quello che si pappa l’emiro sono capaci tutti di offrire ospedali di lusso a 4 gatti, prova a curarne 60 milioni senza avere petrolio da strafogarti e poi mi dici
comunque quei 4 gatti si pappano meno della metà della ricchezza del paesse, il resto se la pappa l’emiro e tutti sono contenti e lo amano perché non hanno pensieri, in pratica sono contenti di cedere gran parte della loro ricchezza a chi ha deciso che gestisce le loro vite, purché conceda loro il lusso di vivere senza preoccupazioni, tanto che possono importare anche servi e schiavi con i soldi del petrolio e le leggi dell’emiro
prova a fare la serva, invece della turista, nel paradiso dell’emiro e poi potrai emettere giudizi che non siano quelli del turista o dell’espatriata per i canali preferenziali
robe da matti… nel 2000 c’è ancora gente che applaude le autocrazie e questo genere di rapine ai danni dei popoli… vuoi vedere come un principino di Dubai tortura un fornitore di cui è scontento?
c’è su YouTube, come in giro per la rete è pieno di gesta degli emiri, l’ultima la condanna a 5 anni si un saudita perché ha parlato delle sue gesta a sfondo sessuale a una TV libanese, 5 anni e 1000 frustate. digli bravo allo sceicco che non ci sono gli zingari….ah che bravo…
Maria
Eh già, perchè in Italia non si sfruttano tanti immigrati a livello di schiavitù, nooooo!
Chi è al potere in Italia, solo per il fatto di essere al potere, non ruba e si costruisce il proprio tesoretto personale, magari da far fruttare all’estero, nooo!
Quello che mi disgusta di certa gente che scrive qui, è che non sono in grado di discutere, seppur animatamente le idee degli altri, ma attaccano personalmente, pure offendendo, in modo del tutto gratuito e casual, come i bambini delle elementari: non mi sembra per nulla intelligente.
Maria
Ah, Mazzetta, giusto che tu sappia, non sono nè una turista, nè un’espatriata “per canali preferenziali”, ma semplicemente una persona che per motivi personali ha deciso di cambiare il corso della propria vita.
Certa gente invece fa finta di cambiare, facendo le rivoluzioni a parole.
Maria
E volendo, le risorse la abbiamo tutti: in Italia abbiamo un patrimonio turistico-culturale tra i più ricchi, se non il più ricco al mondo, ma che non si riesce a far fruttare, per inettitudine, sciatteria, mafia, ecc. ecc.
mazzetta
non mi pare di aver offeso nessuno, be quiet…
poi, quando hai trovato la maniera di rendere la domanda di beni culturali imperativa, massiccia e costante come quella di combustibili fossili, ne riparliamo
la corruzione diffusa ovunque non legittima l’autocrazia e i metodi dell’emiro non sono per niente paragonabili a quelli occidentali, nemmeno a quelli di Maroni, te lo dice uno che per i migranti è attivo non da ieri
per il resto mi sa che il problema sia una tua confusione di fondo, come quando confondi il cambiare la tua vita con il fare la rivoluzione, non è proprio la stessa cosa, a parte il fatto che non ci vedo niente di rivoluzionario nell’applaudire l’emiro….
GiuliadaOz
volevo ringraziare Pupi per avermi risposto sul gatto. E dirle che mi piacerebbe conoscerla di persona. A parte il” subnormal de mierda” che si poteva formulare in altro modo credo che avrei fatto la stessa cosa e che mi sento a casa nel mondo nel pensare che ci sono persone cosi`. Accettare la prevaricazione significa confermarne il diritto ad esistere e, considerazioni antropologiche a parte, la violenza su animali indifesi (e di conseguenza su esseri umani) si ferma solo un episodio alla volta, e se lo facessimo tutti diventerebbe meno “norma”, meno status quo.
Ti auguro, Pupi, che il tuo fidanzato stia bene presto e che troviate un bel nido. E soprattutto che tu non perda mai il tuo coraggio e la tua coerenza. Il linguaggio seguira` con l`eta` ma e` importante che non ci si focalizzi su due poli: lingua lunga vs quieto vivere, perche` questo e` un falso problema a mio vedere. Poi la convivenza tra etnie si basa sul rispetto, non sulla “protezione” che, hai ragione, e` una filosofia mafiosa quando basata sul” gruppo” e sul piu` forte. Ci proteggiamo l`un l`altro, tra cittadini, facendo quel che hai fatto tu. E credo che il ragazzino abbia avuto modo di sperimentare qualcosa che, tra tanti anni, potrebbe fiorire in un po` di consapevolezza, chi lo sa. Ho postato quel commento breve e centrato sul gatto non per sminuire quel che e` successo a voi ma perche` sentivo il bisogno di stimolare la questione dal punto di vista di chi, se non ci fossi stata tu, sarebbe polpette. E la tua risposta inaspettata mi ha fatto tanto piacere. Grazie.
Broccoli
Sia i gatti che gli uomini sono esseri quasi umani, quindi una donna deve difendere sia gli uni che gli altri. Ma quando si crea un conflitto di interessi tra incolumità del gatto e incolumità dell’uomo, bisogna, tra i due, difendere quello che potrà farci fare dei bambini.
a a a a
milioni di persone 75 anni fa finirono nei campi di sterminio perchè la gente si faceva una “strabarcata di cazzi propri”…
e al giorno d’oggi se abbiamo a disposizione tanta eroina e altre droghe pesanti, prostitute minorenni ed altri presunti “fenomeni culturali” a disposizione, è per lo stesso motivo.
chiara
Leggerti è sempre una consolazione Liuzza.. certe volte mi domando da dove viene mia figlia e se è normale che ci assomigliamo così poco; poi leggo te e non mi domando più niente.
Io ho trentasei anni, sono a metà tra te e tua figlia e credo di poter rappresentare bene il trait-union tra le vostre diverse strutture mentali.
So che sarei intervenuta come tua figlia alla vista dei maltrattamenti, ma subito dopo avrei spento i fuochi per non creare l’incendio.
Però ammetto che l’essere a metà mi crea dentro un certo imbarazzo, mi vien da pensare che gli estremi son sempre più puri.
Poi ci ripenso e mi accontento di quello che sono.
FRANC
Per me una che si fa chiamare “Pupi” sa tanto di figlia di mammà, vizziatella che non sà tenere a bada la linguetta.
Questa esperienza per quanto traumatica (e grazie a Dio finita fondamentalmente bene a parte i punti di sutura del povero disgraziato)è sicuramente un ottimo insegnamento.
Comunque, chiamatemi pure razzista, gli zingari vanno allontanati, non hanno nemmeno lontanamente l’intenzione di migliorare.
saluti a tutti soprattutto al gatto.
Riciard
Bellissimo ;)
Grazie di averlo condiviso. Io sono un po’ simile a tua figlia. E a occhio dovrei esserne più o meno coetaneo.
Direi davvero che continuando a far valere i propri dirittti chiunque sia il nostro interlocutore, si potrebbe prospettare un mondo differente.
Sicuramente un mondo con più confronti e senza grandi bisogni di muri.
http://riciardengo.blogspot.com/2009/10/ideogrammi-sul-selciato-o-la-grande.html
Giulioromano
X la Broccoli
Non sono d’accordo.
Il micetto è da difendere e per quanto riguarda certi uomini e donne, sarebbe molto meglio se non generassero figli se non si sanno educare.
Lia scrivici qualcosa di nuovo…
lia
Pupi (ovvero Pupina) è il nick che io diedi a mia figlia quando cominciai a scriverne in rete, un mucchio di anni fa.
Se lo è ritrovato e, devo dire, si è anche sempre fatta un mucchio di affari suoi su questa passione della mamma di scrivere in rete, pure quando ho scritto di lei.
La ringrazio per la pazienza e il senso dello spirito dimostrato nell’ultimo decennio, giacché ci sono.
michela72
Caspita..tua figlia mi assomiglia in maniera impressionante. Io lo feci in Corso Saffi,a Genova, 18 anni fa, con alcune prostitute e il loro protettore. Quello mi puntò una pistola…ma io non stetti zitta ugualmente…come minimo poteva stuprarmi.Non so ancora adesso come sia possibile che io sia viva,e in salute…oggi ragiono un pò di più, ma mica tanto!!!
fzzzzzzz
“Sia i gatti che gli uomini sono esseri quasi umani, quindi una donna deve difendere sia gli uni che gli altri. Ma quando si crea un conflitto di interessi tra incolumità del gatto e incolumità dell’uomo, bisogna, tra i due, difendere quello che potrà farci fare dei bambini.”
Voto questo come miglior commento di tutta la storia di questo blog. Brava Broccoli!
Valeria
Da che parte cominciare? Sarà che sono una rivoluzionaria “inside” ma anche fondamentalmente una persona che ha preso il detto “vivi e lascia vivere” come propria filosofia di vita non so proprio decidere, a mente fredda, che cosa avrei fatto.
Di sicuro, adesso, non avrei il coraggio di tornare in quel quartiere, figuriamoci vivere!
Non ne faccio un problema razziale, gitani o meno poco importa, il comportamento di queste persone mi turba, cozza direttamente con i miei ideali di giustizia e rispetto… probabilmente avrei ugualmente cercato di fermare il ragazzino, ma al momento giusto me la sarei data a gambe…
E di certo non sarei tornata a parlare con nessuno. Credo.
In ogni caso è sempre un piacere leggerla prof =)
pupi
In questo contesto il conflitto di interesse si crea a posteriori e inaspettatamente. Evidentemente se avessi saputo come andava a finire sarei stata decisamente piú diplomatica. Peró sarei intervenuta lo stesso. Ci sono situazioni che non é propio sano lasciare che accadano.
Ad ogni modo Isra si chiede, preoccupato, cosa ne sarebbe di lui se non fosse fertile, e guarda con sospetto il gatto che abbiamo a casa…
Maria
:D troooppo bella questa! Comunque auguri.
Broccoli
…ce qu’on l’appelle “avere un gatto nero attaccato ai maroni”. Voce emiliana per definire un particolare tipo di angoscia esistenziale.
Closethedoor
Quoto Salaam, il suo commento mi fa pensare alla sentenza tedesca che ha dato le attenuanti allo stupratore sardo perche’ la violenza fa parte della sua cultura ancestrale. E’ una sentenza che offende i Sardi, altroché. E chi marcia sopra queste cose è in malafede. Anche gli zingari.
s. vecchiato
Se non fossero stati zingari ma “stanziali”, avresti scritto il post?
lia
Sono stanziali. Gli zingari spagnoli non sono nomadi come i nostri. In certe zone, sono più stanziali loro di chiunque altro.
Detto questo, io credo che ci siano due modi diversi di leggere la realtà: quello per cui il mondo ci interessa per come è e quello per cui il mondo ci interessa per come dovrebbe essere.
Io non credo che uno sia migliore dell’altro. Credo che ci sia bisogno di entrambi gli sguardi. Personalmente sono, per temperamento e storia di vita, più attenta verso ciò che c’è che verso ciò che ci dovrebbe essere. So che il mondo è fatto da tanti sguardi diversi, però – compreso quello di mia figlia – e mi va benissimo. Perché, appunto, scindo il concetto di chiave di lettura dal concetto di giudizio.
s. vecchiato
Resto basito. Un delinquente che ti propina un patto di non belligeranza rimane comunque un delinquente (qualsiasi sia la sua etnia). I miei altro che essere contenti del fatto che loro figlia viene protetta da un clan di camorristi/gitani/yakuza, verrebbero invece a prelevarmi personalmente e si preoccuperebbero un minimo della situazione PROIBENDOMI di viverci vicino e aiutandomi a trovare un’altra casa, invece di cianciare su” mia cultura tua cultura”. Cioè ma questi hanno quasi ammazzato il fidanzato di tua figlia… Tutto il discorso “Uuuuuh la struttura patriarcale bellissima folk e pure un po’ alla Emir Kusturica” dei gitanos a me sembra solo razzista, di un razzismo subdolo e ipocrita per giunta, che effettivamente ha molto il sapore della sentenza tedesca sullo stupratore sardo.
lia
Aridaglie. E’ evidente che ad alcuni commentatori manca il polso della situazione.
Faccio un esempio: io vivo in centro storico a Genova. Non lontano dalla Maddalena dove vivono e lavorano, da sempre, un mucchio di prostitute. Con le loro carattestiche, i loro interessi, i loro codici, le loro virtù e i loro difetti. Bene: SE io decido di vivere lì (che non lo prescrive il medico, è una decisione che uno prende per N motivi) metto in conto il fatto di avere un vicinato particolare. Non mi scandalizzo e, nel contempo, evito anche di litigarci perché so che la mia vita diventerebbe più complicata.
Se invece decido che voglio vivere in un quartiere più borghese (come ha fatto mia figlia) prendo e vado lì.
Non mi pare difficile da capire: certe zone del mondo (in Spagna come a Genova come in altri luoghi) hanno delle caratteristiche proprie che richiedono uno spirito di adattamento che si può avere o non avere. Non è obbligatorio per legge, ma non è nemmeno una colpa averlo. Il mondo è grande, c’è posto per tutti.