Dice Ruby che ha un cattivo rapporto con il padre perché lui non accetta la sua conversione al cattolicesimo.
E questo è ciò che rimane della tanto strombazzata identità cristiana, a forza di tirarla in ballo per anni come randello da opporre a quei retrogradi dei nostri immigrati musulmani. Che, per qualche ragazzina di seconda generazione cresciuta a scontri di civiltà e televisione, convertirsi al cattolicesimo è praticamente sinonimo di andare a fare la mignotta. “Non vedete? Io sono cattolica, si nota a occhio nudo, e mio padre non lo accetta!”

Dice Ruby, poi, che suo padre voleva farla sposare a un uomo di 49 anni. Che doveva essere troppo giovane per lei, visti i quasi 80 anni di Berlusconi, Fede e compagnia. Ma, soprattutto, dice Ruby che il padre la frustava, la malmenava e, comunque, che era musulmano. E che qualsiasi persona intelligente può capire cosa voglia dire avere un padre musulmano. Come non comprenderla, se preferisce il cristianissimo harem di Arcore?

E’ la lezione di Magdi Allam: il successo di un immigrato musulmano in Italia è direttamente proporzionale alla sua capacità di sputare sulla propria identità di origine. Ruby l’ha imparata e la vende ai giornali. E’ il suo caposcuola, Magdi Cristiano Allam.

Il padre di Ruby, intanto, coi suoi 20 euro al giorno guadagnati facendo il venditore ambulante, si ritrova in mezzo a un affare di Stato, di Presidenti del Consiglio, di nipoti di Mubarak, di soldi a palate, potere, stampa e tutte le Mille e una notte concepibili in Italia ed ha da dire una sola cosa: “Io mi vergogno.”

“Ma si rende conto? Il Presidente del Consiglio in persona, con sua figlia!” “Terribile. Io mi vergogno.”

Ed è un gigante di dignità, questo papà marocchino che fa l’ambulante. Perché, dico io, ma ce l’hai presente il padre di Noemi Letizia, quello che inventava balle su balle per coprire la tresca di Berlusconi con sua figlia? E il padre della Carfagna? E le famiglie intere che si accodano ai successi da letto delle loro figliole?
M’hamed no, invece. Lui ha da dire solo che si vergogna, che i regali di Berlusconi sono vergognosi, che tutta questa storia è una schifezza e che meno male che la madre di Ruby non è qui, ché sennò si sarebbe uccisa per il dolore.
Ha una scala di valori diversa, M’Hamed.

Tu dici che picchiava la figlia? Boh. Al suo posto, io lo avrei fatto sicuramente. Una figlia che “non vuole studiare ed è drogata di TV”, io l’avrei presa a calci per tutto il perimetro di casa e ritorno, ripetutamente.
Se un appunto si può muovere, anzi, a questo dignitosissimo padre marocchino di nome M’Hamed, è di non avergliene dati abbastanza, di calcioni, evidentemente.

Ma è che deve essere proprio un brav’uomo, lui. Del resto, guadagna 20 euro al giorno, quando non piove.