Io di Libia non so niente e sono in ottima e numerosa compagnia. Mi volete dire che c’è la guerra civile? D’accordo. Che va tutto bene? Eh. Che c’è il complotto dell’Occidente contro Gheddafi? Fate voi. Attingiamo tutti alle stesse fonti: ognuno si faccia la sua idea e poi, prima o dopo, qualcuno ci racconterà come è andata. Magari scopriremo che aveva davvero ragione Gheddafi e che ai giovani libici è stato effettivamente versato un pentolone di LSD nella colazione, ed è per questo che sono agitati. Chennesai.
Sull’Egitto, invece, direi che dovremmo avere tutti le idee più chiare. E invece no: ti guardi in giro, certe volte, e ti domandi se il pentolone di LSD non sia finito pure nel cappuccino di qualche italiano, ché sennò non te lo spieghi.
Ieri, per dire, c’era uno che sosteneva su FriendFeed che, secondo lui, gli egiziani avevano fatto la rivoluzione perché invidiosi dello stato democratico raggiunto dall’Iraq. Una cosa tipo: “Ah, beato l’Iraq che è un paese felice, stabile, democratico dove tutti convivono in pace e scelgono i propri rappresentanti che li tutelano e sono pieni di diritti, ma che culo che ci hanno ‘sti iracheni e noi invece no.” Sì, in effetti. E’ il faro del mondo arabo, l’Iraq. Il modello della gioventù araba tutta.
O, più probabilmente, i neocon si drogano moltissimo: io l’ho sempre sostenuto, del resto.
Sul fronte opposto, ma a bagno nello stesso pentolone di LSD, ci sono quelli che in Egitto è stato tutto un complotto degli USA e non bisogna quindi gioire per gli egiziani ma, al contrario, dispiacersi un mucchio per loro. La teoria piace a diversi nemici acerrimi dei neocons, ma il suo campione italiano, a quanto scopro sia da Leonardo che nei commenti del mio stesso blog, sarebbe un giornalista del Giornale, Marcello Foa. Uno a cui, peraltro, gli egiziani stavano sulle scatole da un pezzo, visto che già un anno fa titolava “E ora basta compiacenze con l’Egitto!”
L’idea sarebbe questa: gli USA avrebbero scoperto il sistema per spingere intere popolazioni – parliamo di numeri enormi, milioni di persone – a sollevarsi contro i loro dittatori. E’ come avere i superpoteri: basta guerre, basta invasioni, niente più occupazioni, non c’è bisogno di spedire manco un elicottero: una bella ipnosi di massa tramite Facebook ed è fatta.
Quello che non si capisce, e vorrei tanto che i complottisti me lo spiegassero, è come diavolo gli viene in mente, agli USA, di usare questo po’ po’ di superpoteri contro i governi che gli sono amici, invece che contro quelli nemici. Non contro l’Iran. Non contro Gaza. Persino la Siria tace, ed è tutto dire. No: gli USA starebbero rovesciando l’Egitto. La Tunisia. Il Barhein. La Giordania. Lo Yemen. Tra un po’ pure l’Arabia Saudita. No, ma spiegami. Trovami una logica.
E spiegatemi pure cosa c’entra Qaradawi, nel complotto americano.
A meno che non vogliamo fare il complottismo del complottismo: che Barak Obama, con quel suo bel nome arabo e la pelle scura, non sia in realtà un moro infiltratosi nel cuore del potere americano. E allora, vabbe’: il complotto è arabo, non americano, e un nuovo panarabismo si è intascato la Casa Bianca. L’idea è suggestiva, e mi pare persino più realistica del suo contrario.
Più semplicemente, a me pare che ci sia un sacco di gente che non è psicologicamente preparata a immaginare un mondo dotato di dinamiche proprie, spesso caotiche e imprevedibili. C’è bisogno di immaginare una sorta di grande controllore onnipotente, che sia Dio o gli USA poco cambia: uno che faccia succedere le cose in base a un disegno più o meno imperscrutabile. Per una sua volontà che un giorno capiremo.
E’ estremamente reazionario, il complottismo applicato alla rivoluzione egiziana: in un colpo solo, assolve noi imbelli dalla colpa di essere un popolo sempre più suddito dei poteri di casa nostra e toglie dignità, merito e persino umanità ai milioni di egiziani che hanno rischiato tutto e si sono messi in gioco uno a uno, in questa rivoluzione, e continuano a farlo mentre noi siamo qua che chiacchieriamo. Certo: come immaginare che gli egiziani possano avere dell’autodeterminazione? Impossibile, è stato Obama che li ha ipnotizzati via Facebook. Del resto sono arabi e, come è noto, gli arabi mica sanno pensare con la testa loro…
Via con le cazzate, quindi: con Foa che si chiede come abbia fatto Ghonim a pagarsi i 10 euro di benzina che servono per raggiungere Doha da Dubai. Con la delegittimazione di Maher e Ghonim che, in quanto idealisti e spontanei, dovrebbero dimostrare di essere anche cretini, privi di reddito e incapaci di progettare azioni politiche di grossa portata, ché se ci riescono è perché c’è del marcio sicuramente. Come se, chessò, ai padri della nostra Resistenza fosse stato richiesto di essere degli sprovveduti. Come se non stessero facendo politica da anni, quelli del Movimento 6 aprile. Ed è lo stile del Giornale applicato agli egiziani: ci manca che ci si interroghi sul colore dei loro calzini, sui baci dati in passato, sulle case prese in affitto. Conosciamo il metodo.
O con i commentatori che vengono a difendere Gamal Mubarak sul mio blog paragonando il suo discredito alla bufala dei neonati tolte delle incubatrici in Kuwait, nientedimeno. Gamal Mubarak!
E la cosa che mi spaventa è che si potrebbe leggere come fuoco amico, questo. Gente che non immagini reazionaria né antiaraba, il più delle volte. E quindi, per quanto mi dispiaccia, torno a pensare quello che ho già scritto mille volte, su questo blog: che la storia araba, il mondo arabo, il popolo arabo non sono altro, per molti di quelli che apparentemente li sostengono, che pedine di un risiko tutto loro, fantasmi di un immaginario politico che li vuole strumenti e non protagonisti.
Ci dispiace tanto, la rivoluzione non è stata religiosa. L’ha fatta un popolo che è anche musulmano ma la cui identità non è riducibile a una mera appartenenza religiosa. Hanno chiesto dignità e diritti, non uno Stato islamico. E credo che abbiano fatto benissimo, anche dal punto di vista religioso: l’islam, ridotto a politica, diventa un pantano di ipocrisia. Meglio proteggerlo, e pazienza se si dà un dispiacere a chi non sa trovare idee migliori per giocare a fare l’antisistema.
(La foto è di Arabawi)
Foa e’ l’unico giornalista onesto rimasto al giornale
Il fatto e’ che dopo i primi entusiasmi, bisogna cominciare a razionalizzare
Basta guardare ai risultati
Tutta ‘sta democrazia consiste in un governo militare
Sicuramente la popolazione spingeva per il cambio, ma senza i think tank, gli infiltrati su fb e twitter, e gli aiutini americani e i contatti con gli stessi che hanno fatto il golpe militare, non si sarebbe arrivati a tanto
La stessa diversita’ nelle dinamiche libiche fa pensare cosi’
probabilmente in libia ci hanno provato e non ci sono riusciti, o c’e’ stato l’ennesimo tentativo inglese
Foa scrive cose di queste genere: http://blog.ilgiornale.it/foa/2010/06/02/possiamo-ancora-fidarci-di-questa-turchia/
Se le scrive “onestamente”, ciò è persino un’aggravante.
Per il resto, a me sembra assurda una visione delle cose tanto semplice, con i perfidissimi burattinai da una parte e gli entusiasti beoti dall’altra. Il mondo vero non funziona così.
Nel mondo vero, una superpotenza mantiene contatti con tutte le forze politiche di un paese, compresa l’opposizione. E, certo, cerca la propria collocazione e il proprio interesse in ciò che accade: Obama, dopo un bel po’ di giorni di sbandamento, alla fine ha preso posizione, e peraltro direi che questo è servito a scongiurare il pericolo che l’ala dura dell’esercito scatenasse una catastrofe di violenza sui manifestanti. Sono certa che, se ci fosse stato Bush, le cose sarebbero andate diversamente.
Da qui a dire che la rivoluzione è stata un complotto USA ci passa un mare, però. Gli egiziani erano governati dai militari anche prima, quindi i presunti think tank americani, pure nella peggiore delle ipotesi, avrebbero fatto un casino enorme per lasciare tutto com’era. Perché, scusami tanto, ma il vero rischio che gli egiziani corrono adesso è che non ci sia nessun cambiamento, che rimanga tutto come prima. E quindi? Quale è la logica, nello scenario complottistico che vedi tu?
Per non parlare degli “infiltrati su Twitter”. E’ stata tenuta in piedi da gente che scrive in rete da anni, l’informazione sui SN. C’era tutto il mio blogroll, là dentro: Arabawi, Zeinobia, Sandmonkey, Mona, Weil Abbas… allora dimmi che tutta la blogosfera egiziana è da sempre al soldo degli USA e la chiudiamo qua, no?
Io non capisco a cosa serva, sia politicamente che psicologicamente, questo sguardo da entemologo sugli eventi, questo guardare agli arabi dall’alto come se fossero insetti in un bicchiere. A cosa serve non concedergli nemmeno quello che hanno fatto finora?
Dici che i popoli non possono migliorare le proprie vite, che non gli serve combattere, che se lo fanno è perché sono strumentalizzati e se non lo fanno idem?
Che fai, gli consigli rassegnazione o di farsi esplodere dal primo all’ultimo?
La conclusione logica del tuo discorso è questa, sai?
Poi, io sto dicendo dall’11 febbraio che la vera salita, per gli egiziani, comincia adesso. Osservo che di certo non gli siamo utili, con questi discorsi. Mi viene da pensare che le vittime di un complotto siano proprio i complottisti, chiamati a togliere energie e appoggio a una lotta che sta ancora, pesantemente andando avanti, e che ha una valanga di strada da fare.
Lia ti leggo super incazzata e immagino che avrai i tuoi motivi. Anche io lo sono moltissimo. Ma pure a me sono venuti i sospetti e mi conosci abbastanza bene per non mettermi nel mucchio ultranegativo che hai menzionato. Non metto in dubbio che ci sia in atto in Egitto l’equivalente del nostro 68 … anzi meglio…. però, come nel 68, mi viene il dubbio che alcune mosse sono … pilotate. E non mi sogno assolutamente di mettere in dubbio l’onestà della rivolta … ma non sono convinta che usare questa onda fresca ed eroica non possa essere una nuova tattica dell’occidente per cambiare le carte in modo …”più dolce” che in Iraq. E’ solo un sospetto e non è che non credo che gli arabi non siano capaci di autodeterminarsi…. è che l'”occidente” è un mostro a mille teste molto affamate. Vorrei essere così sicura come tu lo sei…. mi sentirei meglio…
se gli altri non sono così entusiasti e neanche vedono quello che vedi tu, non mi sembra una buna ragione per queste sfuriate condite con ripetuto disconoscimento dei complottisti per caso, a mezzo blog … ti vuoi rassicurare?! Come sei cambiata da quando sei tornata :(
@Bluedanube: gli altri chi? Gli italiani? Io, da quello che sento dall’Egitto, se non fossi tornata sarei ancora più incazzata, nel sentire queste cose. Provate a dirle sui blog di chi scrive dall’Egitto, che sono là a fare le marionette. Poi mi dici se sono io ad essere cambiata. Davvero, cribbio. Vai lì a dirlo a loro. Sono online, non sono sulla Luna. Rispondono. Ce l’hanno, una dignità umana, secondo te? Meritano di essere interpellati o no?
@Barbara, mettiamoci d’accordo su un punto: che vogliono gli americani? Mi stai dicendo che DAVVERO volevano portare democrazia in Medio Oriente? E che, non essendoci riusciti con le bombe, ora lo fanno finanziando perfidamente sindacati e avanguardie giovanili?
Be’, io credevo che fosse FALSO, il loro perseguire la democrazia. Io ero rimasta a che le dittature mediorientali erano finanziate da LORO.
E’ qui che, a quanto pare, non ci stiamo capendo.
Ora, diamo per scontati due punti: 1) gli USA faranno tutto quello che potranno per controllare il processo in atto. Certo. E in Egitto si nota, i militari stanno prendendo il popolo per stanchezza, dilazionano le aperture, rimandano e sfiancano il movimento. In questo, sì, ci vedo gli USA. Ma li vedo presi alla sprovvista da quello che è successo e intenzionati a riguadagnare controllo.
2) La rivolta non è stata “antisistema”. Gli egiziani non hanno chiesto di scardinare un intero sistema. Hanno chiesto, semplicemente, una dignità di vita non dissimile, nella sostanza, da quella che chiediamo normalmente noi. Solo che, là, una simile richiesta parte da molto più indietro e richiede una sollevazione infinitamente più profonda. Ma che, di fondo, gli egiziani volessero dignità, migliori condizioni di vita, maggiore libertà e meno arbitrio – ovvero corruzione – era visibile e da sempre, per quanto mi riguarda.
Non si sono messi alla testa di un sogno islamista: il sogno islamista è invecchiato mentre noi dormivamo, è dei padri dei giovani che sono in piazza adesso. Questo credo sia l’elemento che più sta spiazzando i complottisti europei.
Da questo punto di vista, io immagino – non ne sono certa, lo immagino – che gli egiziani si sentano più propensi a riformulare il loro rapporto con l’Occidente su un piano di maggiore rispetto reciproco piuttosto che a reciderlo.
La cosa non mi pare tanto dissimile da quello che è accaduto in America Latina negli ultimi anni. Richiede tempo e fasi di apparente stagnazione, ed è sicuramente pericolosa perché permette agli USA, nel frattempo, di riorganizzare le sue reti e le sue strategie. Fosse stata una rivolta – delle stesse proporzioni – meno “dialogante”, di totale rottura e chiusura, sarebbero cazzi molto più amari per tutti. Ma sarebbe stato anche un inferno di proporzioni inimmaginabili. E per cosa, poi? Per quale effettivo miglioramento della vita di chi la faceva?
Io, quello che vedo, è che stanno facendo una cosa difficile allo scopo di vivere meglio, in un paese più accettabile. E, per fare questo, devono resistere a interessi enormi – da quelli delle loro classi dirigenti, incancreniti in decenni di impunità, a quelli dell’Occidente, abituato a trattarli come la loro discarica in cortile, senza mai interpellarli.
Mi potete spiegare cosa vedete voi, invece? Dove sbagliano? Cosa dovrebbero fare di diverso, per piacere a chi sta storcendo il naso?
Cosa fareste voi, al posto loro?
Eccellente il post ed eccellenti le repliche ai commenti.
Condivido appieno la sana rabbia che provi, è la stessa che nelle ultime settimane provo anche io quando leggo e sento certe interpretazioni del mondo arabo alla Lewis o certi complottismi a tutti i costi. E’ la rabbia di chi crede fermamente nei sogni di popoli che si stanno dimostrando migliori del nostro, di chi questi sogni li ha visti realizzarsi e non tollera che venga tutto messo in dubbio da chi certi movimenti e certe dinamiche evidentemente conosce poco.
Ma non vorrei che, travolti da questo entusiasmo, ci stessimo sbagliando un poco anche noi.
Io non mi sento entusiasticamente ottimista. Ho una paura del diavolo che le cose vadano male.
Però so di un Egitto in totale effervescenza, di una sensazione di libertà sconosciuta prima, di una rinascita psicologica ancora prima che politica.
Credo fermamente che abbiano bisogno di appoggio, e ho il terrore che la nostra vecchiaia, i nostri schemi anchilosati facciano arrivare fin lì una sfiducia che meritiamo di riversare solo addosso a noi stessi.
Detto questo, davvero, non riesco a capire lo schema mentale alla base di questo disfattismo. Chiedo solo che me lo spieghino.
Sbagliamo? E dove? Se pure Ghonim si è fatto blindare la sua pagina su Facebook, che cambia? Se hanno intessuto rapporti – come tutti, mi viene in mente persino Santiago Carrillo e mi viene da ridere – con il vasto mondo, che cambia? Lo scopo di tutto questo qual è, se non un Egitto dove vivere meglio? Come se fosse poco, per chi vive là, vivere meglio.
Quello che più contesto ai complottisti è questo: i loro desideri per il popolo egiziano sono, evidentemente, diversi dai miei. Io, oggi, considero quello che qualcuno ha definito “il panarabismo della dignità” la prima vera boccata di ossigeno politico da moltissimi anni a questa parte.
io, una di queste “rivoluzioni” lo vista e seguita da vicino in Europa dell’Est, roba da far accapponare la pelle. Bada bene che si trattava anche per loro della DIGNITA’. Per favore! Quest anno ho notato una proliferazione de ONG, un sacco di blogger (molto particolari sia per contenuto che per gli “attori”… tipo, ex-marine – prima guerra nel Golfo, etc. – ritornato in patria) che si organizzano in “associazioni” prendendo in affito … sai quato costa tuto questo da quelle parti? Non è che mancavano le ONG … si vede che si vuole svecchiare il parco buoi. Da dove arrivano i finanziamenti perche’ in tanto il lavoro, nel paese, per loro non c’è?
Io non mi sono mai emozionata per nessuna rivoluzione colorata, che vuoi che ti dica. Men che meno per quelle dell’Est. Le differenze mi paiono lampanti, e paiono lampanti a tutti gli osservatori che seguo.
Non ho mai amato molto nemmeno le ONG. Gli ex marine che citi mi sono ignoti, e sì che seguo la rete che si è mobilitata per questa cosa.
Non mi pare nemmeno che sia campo da ONG, quello che si è mobilitato. Le fabbriche egiziane sono in lotta dal 2006, la rivolta è stata innanzitutto urbana, c’è stato un compattamento giovanile tra Gruppo 6 aprile e giovani FM, la gente era stremata per un aumento del costo della vita che non si fermava più, la censura era in rotta di collisione con una realtà fatta di parabole e di internet che, fin dal 2003, ho sempre descritto come presente pure nelle campagne più sperdute: sono tutti elementi che fanno parte profondamente del tessuto egiziano, quello vero.
Come fai a non vederlo?
Lia ce l’hai con me o con un’altra Barbara? Se stai parlando con me …penso che non mi sono spiegata mai bene fin dal primo giorno che ci siamo conosciute; perchè se solo pensi che io possa credere nel modello di democratizzazione dell’Iraq fatto come l’hanno fatto gli americani aiutati anche da noi, vuole dire che non mi sono fatta conoscere. Per essere chiara: ho sempre pensato che gli USA non fanno guerre o nessun’altra azione senza un’interesse materiale. LA GUERRA IN IRAQ NON MI E’ MAI PARSA UNA DEMOCRATIZZAZIONE…ma ancora da prima che intervenissero … quando cercavano e, con molta fantasia, “trovavano” le famose armi di distruzione di massa.
Poi se mi chiedi dove sbagliano gli egiziani… li viene il bello…dove sbagliamo noi italiani? …parlo di quel folto gruppo …non certo 30 milioni…ma ugualmente un numero consistente di persone che desideriamo una vita più dignitosa e che non sappiamo nemmeno se vale più la pena votare. Riesco a vedere chi guida male il nostro paese, chi ci affossa e vedo chiaramente che non c’è un’opposizione; ma non riesco a vedere nessuno che possa toglierci da questo pasticcio… a volte mi viene da pensare che è meglio che rimangano quelli che ci sono(sigh) in modo che prima o poi tutti ci ribelliamo e magari riusciamo a far cambiare la legge elettorale e poi(miracolo) esce fuori un uomo(può essere anche donna o gay) sapiente, ma soprattutto onesto, che sappia scegliere altre persone capaci e oneste che fondino un partito che partorisca un programma che possa rappresentarci.
Ho vissuto con emozione la rivolta egiziana… mi ci sono identificata; ma ora sento che stanno come noi(forse con le dovute proporzioni, io manco dall’Egitto da almeno 34 anni; ma vedo che da molto tempo l’emigrazione forte è dall’Egitto verso l’Italia e non viceversa), che gli egiziani non sanno che fare e non hanno nessuno di cui fidarsi. Non metto in dubbio lo slancio dei giovani rivoltosi …la rivolta è riuscita, è stata bellissima, ma ora…come dici tu la strada è in salita. Non ho studiato le tesi dei complottisti, avevo delle strane sensazioni; ho semplicemente fatto un calcolo inconscio degli avvenimenti storici e mi è venuto meno l’entusiasmo. Poi, al primo articolo che mi è capitato che era quasi la fotocopia delle mie paure, il gioco è stato facile…mi ha preso la delusione. Perchè, devo proprio dirlo, ci speravo davvero ad un sollevamento di tutto il mediterraneo ….compresi noi.
Se poi quello che penso e scrivo deve essere motivo per farti arrabbiare ulteriormente perchè pensi che si possano ammosciare gli entusiasmi del “ panarabismo della dignità”, mi ritirerò e farò tra me e me le mie considerazioni.
Voglio dirti una cosa Lia… mi stanno un po sulle palle le persone che ancora a 35 anni continuano a giustificare i loro insuccessi con la scusa che avevano intorno gente(famiglia e non) che non credeva in loro … chi è veramente determinato non si fa piegare da nessuno… e non credo di doverlo dire a te. Sto atteggiamento da chioccia che ti è venuto fuori mi fa tenerezza; ma mi preoccupa anche un pochino. Perchè, anche se non ti ho mai annusata, sono anni che frequento il tuo pensiero con tanto gusto ma ora ti leggo incazzatissima …o forse più semplicemente ti stai facendo prendere dalla PAURA. Credimi, ne ho pure io moltissima.
VOGLIO AGGIUNGERE COMUNQUE CHE IO SPERO DAVVERO DI CUORE CHE I PALESTINESI, GLI EGIZIANI, I TUNISINI, I LIBICI, I MAROCCHINI, GLI ALGERINI, GLI YEMENITI, GLI IRANIANI E I GIORDANI, E TUTTI QUELLI CHE IN QUESTO MOMENTO NON MI VENGONO IN MENTE…COMPRESI NOI… SI RIESCA A RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO DI UNA VITA DIGNITOSA.
Ma dai, Barbara, ci conosciamo da anni! Certo che non penso cose del genere. Facevo solo un ragionamento, procedevo per schemi logici. Non personali. :)
Io credo che siamo tutti un po’ emotivi, con ‘sta rivolta: pure chi tira su le difese e fa lo scettico, mi sa che è una forma di emotività pure quella…
Io, te lo confesso, ho vissuto con enorme dispiacere il fatto di non essere là. Tra l’altro avevo iniziato l’anno con una crisi di nostalgia pazzesca, quindi figurati come mi sono sentita quando è successa tutta quella roba.
Quanto all’appoggio: su FB ci sono un sacco di iniziative pro-Egitto e stanno chiedendo collaborazione. Io mi ci volevo dedicare un po’.
dai metti un po di links e io quantomeno condivido…. poi si vede cosa si può fare per aiutarli. Intanto si cerca di capire. Ho un amico FB palestinese a Londra che lavora bene; ed io ogni tanto condivido qualcosa e spiego un po…poco perchè sto in trincea …. in un gruppo dove ci sono un mucchio di tiepidi che si commuovono prevalentemente per gli eroici soldati che tornano in orizzontale dall’Afghanistan ..o per le torture sugli animali o per qualche pagina che, alla fine si scopre che è una finzione, ma te la presentano come una straziante situazione di bimbi malati di cancro. Poi ci sono un certo numero di persone con le quali sono in sintonia e allora va bene fare il lavoro piano piano … bisogna agire senza urtare troppo. Quelli che già la pensano come me non li devo convincere o informare di nulla…già sanno. Poi gioco anche … perchè alla mia età ho bisogno di tornare indietro per ricaricarmi.
Sono stata invitata da un gruppo FB di ragazzi che si autodefinivano risvegliatori dell’Italia … certe ronfate… stiamo messi malissimo. Mi sono cancellata perchè dicevano che ero troppo estremista.
Vabbeh… si credo che l’emotività ci stia travolgendo. D’altra parte tutte queste energie in movimento non ci possono lasciare indifferenti …a noi che siamo piuttosto ricettive….no?
Ho la mia bella amichetta Rituzza che sta al Cairo. Lei è scesa in piazza per festeggiare con i rivoltosi. Mi ha scritto una bella mail qualche settimana fa…la incollo e ti dico che ho pianto leggendola…ho pianto spesso in questi ultimi tempi…
“ho visto con i miei occhi tante cose, e quello che si vede nei tg e’ abbastanza la conferma, ma, certo, i pochi minuti di informazione tramite anche i video, non rendono cio’ che si vede invece dal vivo.
Sono le facce della gente che mi colpiscono, i volti e le espressioni dei tanti ragazzi, gli uomini con le loro rabbie e tutti con la stessa speranza. Ho sempre avuto timore che tutti questi fatti non siano capiti da tutti come dovrebbero; spero che siano poche le persone che si cimenteranno in giudizi azzardati confondendo la lotta per la libertà con una “alzata di testa” momentanea. Una delle frasi che ho sentito
e che mi ha trafitto il cuore: “beh, adesso però basta, fate i bravi, ora tornate a casa” …. frase che offende la dignità di una persona.
Gli egiziani…… viva gli egiziani, quelli che si sono svegliati da un intorpidimento obbligato, quelli che hanno capito che il potere si puo’ sfidare e battere, viva gli egiziani che stanno facendo un altro tipo di lotta, quella nel proprio quartiere facendo le ronde giorno e notte dal 25 gennaio per difenderlo dai mandanti di chi ha paura di perdere le redini! Viva gli egiziani perché, nonostante la loro vita a “testa bassa”, non hanno perso la speranza di far valere i propri diritti e hanno avuto il coraggio di svegliarsi tutti insieme. Viva gli egiziani fatti morire abbandonati negli ospedali da gente incompetente e indifferente, viva gli egiziani che vivono tra le peggiori immondizie, quelli che vivono di stenti, viva gli egiziani che, seppure laureati, prendono una miseria che fa vergogna e li avvilisce e li mortifica. E potrei continuare ancora …. in tre anni ne ho viste tante con i miei occhi che amano l'”altro”, con i miei occhi che “guardano”…. e non …”vedono”…..
e mentre scrivo, penso ai ragazzi nella piazza dove abito e li vedo, che continuano a fare la ronda armati di manganelli, bastoni, e, a poco più di 500 metri, gli altri, accampati a Piazza Tahrir, blindati, e per fortuna protetti dai carri armati dell’esercito e da protezioni improvvisate.
Saranno lì, tutti insieme anche questa notte, e spero che non mollino!!!!
Avrei molto altro da dire ma ….. lo farò! Sono orgogliosa di loro, li stimo e sono contenta di vivere questo momento “con loro”. Buonanotte cara amica!”
sinteticamente posso solo dire che Foa sono giorni che ci delizia e ispira sfottò gustosissimi, che l’esercito ha annunciato proprio ieri sera (da fecebook) che l’Egitto ha un nuovo primo ministro (quello voluto dalla piazza, dettagli nel blog) e che è vero che c’è gente che nel suo arsenale ha solo quattro ideuzze attraverso le quali legge tutto più o meno allo stesso modo, vale per i neostronz come per i rincocommies e i rossobruni, tutti gli estremisti imbecilli si assomigliano e sono selezionati per le stesse qualità
Io (che vivo a due passi da Piazza Tahrir) la penso esattamente come te, Lia. E quoto Mazzetta. E mi fa tanta tristezza che ci sia della gente, in Italia, che appoggia seraficamente la controrivoluzione solo perché non è in grado di interpretare la realtà egiziana e si sforza di far rientrare gli eventi di questo inizio 2011 in categorie mentali, schemi e letture che sono, come hai detto tu in un altro post, “vecchie, stantie”. Mi fa tanta tristezza perché rivela la meschinità che c’è dietro, nel migliore dei casi, e la malvagità e malafede nel peggiore. Perché fare fantapolitica, immaginare complotti o sostenere addirittura che questa rivoluzione sia il risultato della politica guerrafondaia di Bush in Medio Oriente? Perché trincerarsi dietro idee obsolete, o assurde e deliranti, quando la realtà è stata fin dall’inizio sotto gli occhi di tutti e la rivoluzione si è saputa spiegare benissimo? Forse soltanto perché l’idea di una rivoluzione come quella egiziana (condotta in nome della dignità e dei diritti ancor prima che del pane, e che ha coinvolto trasversalmente un intero paese per quanto composito e variegato possa essere il suo tessuto sociale) semplicemente non può trovare spazio nelle misere e grette testoline di alcuni. Ma, con buona pace di costoro, uno dei punti di forza della rivoluzione è proprio il fatto che, per essere capita, non necessita dell’intervento di analisti, esperti, opinionisti e giornalisti da due soldi che confondano le carte in tavola, perché le carte in tavola sono chiarissime e ognuno – VOLENDO – se le può leggere da solo. Basta aver fatto le scuole dell’obbligo e conoscere un po’ d’inglese, dato che gli egiziani sono stati così carini da fare una rivoluzione bilingue per essere compresi anche all’estero.
Questo è un momento delicatissimo per i ragazzi di Tahrir e per l’Egitto tutto. La rivoluzione rischia di essere insabbiata da una controrivoluzione che lavora per far sì che tutto resti come prima. I ragazzi, qui, ne sono consapevoli e non hanno nessuna intenzione di lasciare che ciò avvenga. Sanno benissimo e continuano a ripetere che “la rivoluzione è appena cominciata”, la strada è lunga e impervia. Ma hanno energie a sufficienza, idee chiare e la determinazione necessaria per percorrere quella strada. Mentre scrivo, a Tahrir si sta festeggiando per le dimissioni del primo ministro Ahmed Shafiq. Alla faccia delle teorie complottiste, qui si porta a casa un bel risultato. Ma si continua a manifestare anche perché vengano accolte le altre richieste: lo scioglimento dell’Amn el-Dawla, l’intelligence del regime Mubarak che è tuttora esistente, il rilascio dei prigionieri politici, il rinvio delle elezioni (dicono che ci vorrebbe almeno un anno di tempo, per dar modo alle nuove forze politiche di organizzarsi e formare dei partiti, altrimenti si rischia che alle prossime elezioni le forze politiche in campo siano solo due, ovvero gli uomini dell’NDP di Mubarak, magari dopo un restilyng, e i fratelli musulmani) e – non ultima in ordine di importanza – il processo per tutte le persone coinvolte nella repressione della rivolta che è costata la vita a tanti manifestanti e il congelamento dei beni dei “ladri di regime”.
I ragazzi non hanno alcuna intenzione di mollare. Come mai, invece di appoggiare un movimento che è lampantemente dalla parte del giusto, si preferisca avallare le tesi sconclusionate della controrivoluzione (facendo quindi il gioco del regime e probabilmente degli Stati Uniti e dell’Europa che hanno tutto l’interesse a mantenere le cose com’erano), per me rimane un mistero.
@Lia: se tu fossi stata qui, probabilmente non saresti più incazzata di come sei. Lo saresti molto meno, perché certa gente ti farebbe soltanto pena. Io ti ammiro moltissimo e ti ringrazio di cuore per il lavoro donchisciottesco che fai: cercare di spiegare l’Egitto agli italiani in un’epoca come questa, in cui informare è di vitale importanza e le parole sono tutto. E’ con le parole che oggi si cerca di distorcere la realtà e confondere le menti, in uno scenario da Grande Fratello di Orwell. Opporsi con le proprie, di parole, a questo modo subdolo di governare è un atto quasi eroico. Un abbraccio da Tahrir.
Scusate, ma in questo post, dove sta questa massa di gente che “appoggia seraficamente la controrivoluzione” ?
A scanso di equivoci… prima di prendermi un VAFFA…. ben urlato… mi ritiro.
il post di poco fa era il mio…una volta ero Barbara…poi è arrivata un’altra Barbara ed io, per non fare confusione, mi sono autonominata Barbara2
Barbara, non è diretta a te l’incazzatura: la tua posizione è chiarissima. E’ rivolta a Foa e a chi gli dà retta.
Lia, ultimamente sono un po paranoica….
In ottobre scorso, al lavoro ho coinvolto circa 1500 persone in una rivolta tramite mail … che poi si è concretizzata, nel giro di un’ora, in un raduno fisico a seguito di tam tam/ mail … sembrava che tutti fossero disposti a tutto poi, quando c’ è stata chiesta la lista dei nomi della delegazione, che il capo megagalattico avrebbe incontrato, c’è stata una moria impressionante… a fatica sono riuscita a convincere altre 6 persone ad entrare con me. Io sono una timida; ma in questi casi mi passa tutto ed ho parlato con molta tranquillità con il “nemico”… ma nella lista i miei colleghi non volevano che si mettesse il loro nome… gente intelligente, preparata, con conoscenze alternative al lavoro quotidiano, che hanno girato il mondo… non capisco…perchè li acchiappa la paura? Mica ci avrebbero mitragliato!… io ho sempre detto quello che pensavo e non sono mai stata punita … anzi ho avuto anche il cavalierato al merito del lavoro dopo 21 anni di servizio… eppure tutti sanno che io sono la “comunista”! Ed ora che vado in pensione mi daranno anche l’attestato di benemerenza; che non danno a tutti e, dopo gli ultimi avvenimenti in cui mi ero distinta particolarmente, ero sicura che non mi avrebbero inclusa nella lista dei premiati … avevo pensato di andare alla consegna e di dire NO GRAZIE! DATELO A BRUNETTA…poi invece ho deciso che è meglio che lo ritiro e poi ci faccio le fotocopie e lo mando ai miei colleghi cagasotto aggiungendo che, se si viene riconosciuti per il lavoro svolto bene, nessuno osa toccarti…
…. uhmmm… ma siete davvero sicure che non preferite che mi ritiro? In vecchiaia sto diventando terribilmente prolissa … e anche un po rinco… sono andata fuori tema …mi sono persa. Ecco… però volevo dire che nelle situazioni particolarmente emotive … non è buona cosa essere così animosi… acidognoli … nella mia piccola rivolta, ho notato che chi si incazzava molto allontanava la gente. Anche la mia omonima ha scritto un commento molto incazzato …molto diverso il suo tono da quello della mia amica al Cairo… entusiasta, trasognato, felice, empatico nei confronti della rivolta egiziana. Avevo scritto alla mia amica e le avevo chiesto la sua visione dei fatti confessandole le mie paure… lei mi ha trasmesso tutte le sue emozioni positive… ragazze, se vi incazzate la gente non vi capisce. SMACK … hasta la victoria siempre!
@Barbara2: ciao omonima! Scusami, hai ragione, si vede che non sono riuscita a esprimere chiaramente il mio ragionamento. Rimedio subito: alla voce “controrivoluzione” del dizionario in mio possesso leggo: “Azione che mira ad annullare l’ordinamento sorto da una rivoluzione per ristabilire quello precedente”. Ora, qui in Egitto è attualmente in atto una controrivoluzione che, tra le altre cose, sfrutta le teorie complottiste di cui parla Lia in questo post per influenzare l’opinione pubblica egiziana, confondere le idee della gente e di conseguenza convincere coloro che ancora stanno in piazza a “tornarsene a casa”, “dare un’opportunità all’esercito”, “dare tempo all’esercito”, e così via… Le frasi tra virgolette sono quelle che purtroppo in questi giorni ho sentito spesso dalla gente più disparata (tassisti, negozianti, colleghi di lavoro, studenti della scuola in cui insegno). L’altro cavallo di battaglia della controrivoluzione è seminare la paura, che in questi giorni serpeggia e si insinua ovunque, dilaga come un’epidemia e ormai è giunta allo stadio di psicosi collettiva. “Non c’è sicurezza”, “Non c’è polizia per le strade”, “La città è piena di criminali scappati dalle carceri”, “E’ successo questo e quest’altro [stupri, furti, rapine, aggressioni e ogni sorta di efferati crimini che hanno tutta l’aria della leggenda metropolitana]”, “Il paese si fermerà se gli scioperi vanno avanti”, “Tra poco non ci sarà più da mangiare”. Le due cose insieme, teorie complottiste e politica del terrore, mirano a togliere l’appoggio delle masse ai ragazzi di Tahrir (chiamo così solo per comodità il variegato mondo delle tante persone, attivisti e non, che si stanno ancora battendo per non farsi strappare dalle mani la loro rivoluzione e difendere i risultati finora ottenuti). Questo è esattamente lo scopo di chi si adopera in questi giorni affinché la rivoluzione abbia un esito gattopardesco (cambiare tutto perché tutto rimanga com’è). A mio modo di vedere, quindi, chi sposa le teorie complottiste appoggia la controrivoluzione.
Non intendevo assolutamente rivolgermi a te, Barbara. Quelli che seraficamente appoggiano la controrivoluzione sono le persone di cui parla Lia nel post, e altra gente con cui mi è successo di parlare o di cui ho letto deliranti tesi.
Che tu abbia paura è più che comprensibile. Ce l’abbiamo tutti, ce l’hanno i ragazzi in piazza per primi. E a quei ragazzi un po’ di sostegno può solo far del bene, anche se purtroppo non può servire a nulla di concreto.
scusatemi, sono troppo più vecchia di voi per non ricordare tutte le emozioni del 68. Allora ero una giovane universitaria, con tanti sogni e tante speranze….volevamo cambiare il mondo…
nella mia pagina FB ho alcuni amici che vivono al Cairo; oggi
Annika Hagdahl Manni(amica svedese sposata con un italiano) ha scritto:
Went to leave the children at school… after that a tea with my husband at Beanos Cafe…then to a bread shop …and after that back home with the taxi… met a taxi driver that had a smile big as his face… telling me that Egypt is free now…though I told him that still there are many militaryranks in the city… the answer was… Mafish Muskela (No problem!!!)… important is that we are free…. ….
A me non sembra che si abbattano facilmente!
Cara Lia, purtroppo prosperano i “complottisti”, in ogni ambito e a volte gente insospettabile! Ai soliti “destri” reazionari per natura si aggiungono i rosso-bruni….