Non è solo il naufragio di qualcosa che devo per forza definire “il mio progetto di vita”, per quanto l’espressione sia fastidiosa. Non è tanto il fatto di vederlo incagliato, questo “progetto di vita”, nelle secche di una graduatoria in cui invecchieremo a centinaia, nomi su nomi su cui si poseranno anni su anni di polvere ministeriale. E’ che è semplicemente ridicolo, l’imbuto esistenziale in cui mi sono incastrata.
E’ che ho passato anni della mia vita – anni importanti, gli ultimi prima di invecchiare – ad aspettare di fare un esame. A mettere insieme punti, anzianità di servizio, master, traslochi, espedienti per ingannare il tempo dell’attesa, e sempre con quest’esame in mente, proibendomi di fare della mia vita nulla che me ne potesse allontanare. A imbastirmela con le mie mani, questa tragedia ridicola.
E adesso ci penso e ci ripenso e non riesco a fingere di non vedere il ridicolo, la fotografia grottesca di me seduta tra migliaia di altre persone che annerisco pallini per rispondere alle domande che avrebbero dovuto essere determinanti per la mia vita:
…. old is Peter?
a) When
b) How
c) How much
El libro está en …… biblioteca.
a) la
b) el
c) con
d) de
E quindi non posso fare niente altro che ridere.
Niente ricorsi, niente sindacato, niente avvocato, niente rancore, amarezza, insistenza, pervicacia, nuovo tempo buttato. Niente lacrime o, almeno, basta lacrime. E’ andata che la vita mi ha abbastanza preso per il culo e, d’altro canto, io gliel’ho permesso: non si fanno le cose che il mondo considera ragionevoli. Non sono per me. Lo sapevo, non ho scusanti. Non avrei dovuto cercare di essere normale. A me le cose non vanno in quel modo lì. E sono stata punita, giustamente: ha tutti i diritti di incazzarsi e prendermi a pedate, la mia vita, se dopo quasi 50 anni, non ho ancora capito come è fatta.
E quindi basta lacrime, dicevo. La mia carriera scolastica affonda nel ridicolo di quei pallini, mi rigiro nella mente i miei ultimi anni – tutti, dalla follia del mio rientro in Italia in poi – e sono già altrove, sono già lontana, me ne sono già andata via da questa storia, da questo cumulo di sciocchezze, da tanto spreco.
“Cosa faccio?” “Ti fai una risata.”
Comincio a organizzarmi, impacchetto. Questo trasloco durerà mesi, devo organizzarmi.
Chiagno, ma chi cazz’ m’o ‘ffà fà.
Mi spiace… io ho fatto anche il concorso del 2006 e ti assicuro che è stato completamente diverso…
Lo so. Contavo su quello.
Sono andata a ritroso nel tuo blog e ho letto i bellissimi post su Asmara. Ma come ci sei capitata? Ad Asmara difficilmente ci si va da turisti… Io ci ho vissuto per tre anni.
Ne avevo sentito parlare parecchio e, ahimè, l’anno che passai di ruolo dovetti rifiutare una loro chiamata per spagnolo, mangiandomi i gomiti non poco. Ero curiosa di conoscerla, quindi. :)
Cara Lia, io non sono un’insegnante, probabilmente ho poco più della metà dei tuoi anni, ma quel “Cosa faccio?” “Ti fai una risata.” calza a pennello anche a me. Chiagnere non serve a un cazzo, fa solo venire le occhiaie.
(Niente, volevo solo lasciare un commento di solidarietà.)
Grazie. :)
(Ho cancellato una schifezzetta lasciata qui dall’IP del Centro Supporto Studenti del Politecnico di Torino – Corso di Laurea in Ingegneria Informatica. Chissà chi è che 1) ha a che fare con quel Politecnico e 2) è in grado di lasciare una frasetta in dialetto egiziano. Patetico. :D )
ih ih ih… un’odeuzza ce l’avrei…
baci, e continua a mantenere alto il volo
dimmi l’ideuzza, suvvia!
ih ih ih … comincera’ per shhhhh e finira’ per iiiffffff???
Queste sarebbero le domande da C1???
Hai pensato alle scuole private all’estero, italiane e non solo? Io ho lavorato presso un liceo privato in Germania, paga adeguata. Non disperare, bitte!
Infatti, riproverò quella strada. Il problema è che i paesi che mi interessano sono paesi poveri, dove una straniera non riesce a vivere con uno stipendio locale. Comunque, sì, è il mio piano B.
Non perderti d’animo, se hai collezionato titoli culturali e professionale, ce la potresti fare!
non ho molto: il master e una funzione obiettivo. Del resto, il delirante sistema dei titoli non prende in considerazione pubblicazioni o esperienze non statali (come avere insegnato al Cervantes o in università in Egitto e in Italia) e, in compenso, valuta la “libera docenza” che non esiste più dal 1970.
Ed ho poca anzianità di ruolo, questo è il vero problema.
ideauzza non odeuzza
poca anzianità di ruolo? e te credo sempre a traslocare a combinare casini, perdi tempo, solo tempo.
nei paesi poveri, (?) non ci sono poi tante piscine o altro, lasciatelo dire che io li ho conosciuti.
il cairo era las vegas al confronto.
e poi, di sti tempi, che lusso buttare all’aria un posto alla scuola…
ma vedrai che rimarrai a genova o dove sei, perchè i tuoi bravi conticini te li sei già fatti…
ps. non è invidia, anche perchè dei posti POVERI ne ho visti a bizzeffe ninni..
Tutto dipende dal tenore di vita che uno desidera. Mi pare che in Egitto si possa vivere con pochissimo, basta rinunciare al superfluo. Certo, se si vuole vivere in un megaappartamento con terrazza a Zamalek o frequentare assiduamente la SPA del Marriott non si può sperare di cavarsela a buon prezzo, ma al Cairo si vive anche con 200 euro al mese (alcuni miei amici guadagnano 400 pound al mese, una miseria; non vivranno negli agi, ma campano). C’è molta richiesta di corsi di lingue, e una persona che conosce italiano e spagnolo non fa tutta questa fatica ad arrangiarsi: se per un’ora di lezione si chiedono 50 pound, basteranno 4 ore di lezione a settimana per guadagnare quello che basta per mangiare (anche in questo caso, non si può pensare di mangiare carne tutti i giorni o di andare spesso al ristorante). A volte bastano un po’ di spirito di iniziativa e di adattamento per realizzare le nostre aspirazioni, senza aspettare il deus ex machina ministeriale…
A me preoccupa l’affitto, ovviamente. Ci ho vissuto anni senza aspettare nessun deus ex machina ministeriale, ma è un fatto che, per una straniera, è impossibile pensare a un affitto che costi meno di 300 euro al mese se ti va BENISSIMO. E se hai uno stipendio di 100 euro, non ce la fai.
A meno che tu non abbia un marito egiziano e la sua casa o il suo equo canone, ovviamente…
Ma io non ce l’ho e non accetto lezioni da chi ce l’ha. Perdonami.
Io non ho nessun marito egiziano e nessun equocanone. Condivido la casa con studenti e pago un affitto (fin troppo caro) di 130 euro a Dokki. Mi piacerebbe vivere da sola, ma non ne ho i mezzi e mi arrangio. Quindi, nessuna lezione, solo la constatazione che campare con pochi soldi è possibile!
Been there, done that, Egiziana adottata. Condividevo casa a Dokki, non con uno studente ma con un collega. Stavolta ho bisogno di organizzarmi meglio: ci ho un’età, santo cielo. Comunque, ovviamente, l’Egitto è in cima alla lista dei posti dove mi piacerebbe vivere.
certo che hai una bella faccia tosta a rispondere in quel modo a quella ragazza..
sicuramente solo di truxxhi libri e vuni spendi più di quanto lei guadagna.
ecco la tua vera faccia, l’avevo sempre vista sin dal primo posto che ho letto…compresi i conflitti matrimoniali con l’islamico e deliri sull’islam.
non dirmi che mi faccia i fatti miei poichè sei tu a metterli in piazza sul web addirittura..
maxbialystok, sei fantastica: passano gli anni, ma la tua acidità rimane intonsa, concentrata come il primo giorno. Hai mai pensato di farla brevettare?
ееее Матка Божска! Ляхи!
Lia, condivido sorridendo il tuo commento a maxbialystok (dovrò ricordare questa parola quando giocherò a scarabeo con i nipotini: 1000 punti in un colpo solo?). Tu sai che seguo il tuo blog da anni. E che sento un’amicizia istintiva molto forte per te. Da qui, forse per il vantaggio di vedere le cose da fuori (la Svizzera ti accoglierebbe volentieri per un lungo w.e di chiacchiere…) riesce più facile vedere il progetto intero, molto più del dettaglio. Il tuo progetto in un modo o nell’altro ti sta COMUNQUE aspettando, Lia. E allora va benissimo il commento sintetico di Cristina. Che dovrà dirci qualcosa di più sulla sua “ideuzza”. Tieni alto il volo, Lia, bello alto.
Ciao, Mirella, è sempre bello quando passi di qui. Un abbraccio grande. :)
Mi spiace davvero, spero che almeno il tuo piano B vada in porto!
Ciao Lia, leggo da un annetto con interesse e simpatia i tuoi resoconti, ma da qualche mese il tuo blog ci mette mezza vita a caricarsi.. sulla barra di stato compaiono freneticamente link a facebook e a twitter, e finalmente il pc.. si impalla. Ammetto senz’altro di non essere all’avanguardia in fatto di hardware :-), ma ti butto lì la proposta di cercare di alleggerire il blog!
Grazie e alla prossima,
Cri
scusa lia, ma a maxbialystok lo ha ordinato il dottore di passare da queste parti e dire minghiate????sembra una spremuta di limone !!!!robe da pazzi.
Comunuqe …..sono preoccupata…solo na’ ndicchia ….
ricordati che le mie coronarie sono attempate:sta attenta,ovunque andrai ,qualsiasi cosa farai……
Cara Lia, io sto facendo un concorso interno al Ministero per i beni Culturali nel quale un incarico svolto di progettazione e direzione dei lavori (di restauro su un edificio monumentale) vale esattamente come avere fatto la segretaria in una riunione (0,10 punti) carino e gratificante, vero? Io a Napoli ha restaurato, tanto per dire, il convento di San Domenico Maggiore, la Chiesa di San Giovanni Maggiore, la Cappella Sansevero, la Chiesa della Sanità. E a Firenze altrettante meraviglie. SEGRETARIA IN UNA RIUNIONE? PER FAVORIRE CHI?